Sugli abusi Wwf in Congo interviene l’Onu

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Proteste Congo
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Schiacciante indagine Onu condanna il progetto-modello del Wwf in Congo: svelati abusi su larga scala. «Sin dall’inizio sono state violate tutte le politiche e norme Onu più rilevanti in materia di rispetto dei popoli indigeni e dei diritti umani, perché si è ritenuto che un progetto di conservazione fosse in qualche modo al di sopra di esse»

Nell’Africa centrale, un progetto del Wwf è stato responsabile di abusi e violazioni dei diritti umani di scioccante portata. A dichiararlo è una nuova indagine condotta dalle Nazioni Unite, i cui risultati sono devastanti per un progetto considerato un fiore all’occhiello del Wwf.

donna Baka
Una donna Baka il cui marito, Komanda, fu arrestato dai guardaparco a Messok Dja, e poi imprigionato con la falsa accusa di bracconaggio. In carcere è stato brutalmente assalito da altri prigionieri, ed è morto appena dopo il rilascio. © Survival International

Dopo una denuncia formale depositata da Survival International nel 2018, il Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite (Undp) aveva avviato un’indagine sul controverso progetto che vedrebbe la trasformazione dell’area di Messok Dja, in Congo, in un parco nazionale. Il quotidiano «The Guardian» è entrato in possesso di una copia dei risultati preliminari dell’indagine.

È la prima volta che le Nazioni Unite indagano su un progetto del Wwf e le sue conclusioni sono schiaccianti:

  • Spesso, guardaparco armati supportati dal Wwf picchiano e abusano i «Pigmei» Baka che vivono a Messok Dja.
  • Il progetto ha causato ai Baka «traumi e sofferenze».
  • Sostenendo il progetto senza aver prima ottenuto il consenso dei Baka, l’Undp, uno dei finanziatori del progetto, ha violato le sue stesse politiche e i propri standard. Non si era preoccupato di chiedere il consenso semplicemente perché presumeva che un progetto di «conservazione» sarebbe stato positivo per i Baka.
  • Per misurare il suo grado di successo, il progetto ha utilizzato «indicatori qualitativi» come il numero delle pattuglie anti-bracconaggio utilizzate e il numero degli arresti effettuati. Non sorprende che molti Baka innocenti siano stati arrestati e imprigionati. Il rapporto afferma che i ranger «penalizzano i bersagli più facili».
  • Il progetto è stato portato avanti senza ottenere il consenso di Baka, violando così il diritto internazionale e le stesse politiche del Wwf.
  • Nonostante il Wwf abbia detto ai finanziatori del progetto di aver avviato un «processo di consultazione» sin dal 2017, il Wwf ha dimostrato di avere una «comprensione limitata del concetto di attuazione del diritto [al consenso]. Informare le comunità che sarebbe stato istituito un parco nazionale, impedisce l’esercizio di questo diritto [a negare il consenso]».
  • Il Wwf ha continuato a sostenere che le persistenti violazioni dei diritti umani erano semplicemente «incidenti isolati».
  • Il progetto non ha avuto alcun impatto sullo «smantellamento delle reti criminali che stanno dietro al commercio illegale di animali selvatici».

L’inchiesta ha raccolto testimonianze schiaccianti di ranger armati che picchiano i Baka: «I pestaggi coinvolgono allo stesso modo uomini, donne e bambini. Altri rapporti riferiscono di eco-guardie che puntano una pistola a un Baka per costringerlo a picchiarne un altro. Altri raccontano di eco-guardie che tolgono i machete ai Baka, per poi picchiarli con quegli stessi machete. Vi sono segnalazioni di eco-guardie che costringono le donne Baka a spogliarsi e a rimanere “nude come bambini”. La riluttanza culturale da parte delle donne a parlare di questi episodi era palpabile, fatta eccezione nel dichiarare di aver subito vergognose “umiliazioni”».

«Siamo di fronte a un atto d’accusa devastante che dovrebbe segnare la fine del modello della “Conservazione fortezza” promosso dal Wwf, responsabile di aver provocato così tanti danni sia alle persone che all’ambiente in tutta l’Africa» ha dichiarato Stephen Corry, direttore generale di Survival International.

«Sono già stati spesi milioni per il parco Messok Dja proposto, in gran parte provenienti da compagnie turistiche, da aziende del taglio del legno e della palma da olio, nonché da Ong conservazioniste. Lavorano insieme per derubare i Baka della loro terra. Sono stati insediati sul posto dei guardaparco che hanno terrorizzato i Baka locali per anni».

Josi
Josi, un uomo Baka. Nel 2011 la sua nipotina di 10 anni, Christine Mayi, fu attaccata dalle guardie supportate dal Wwf, e morì. Quando fu aperta un’indagine sull’accaduto, i guardaparco tornarono al villaggio e attaccarono la sua famiglia, che dovette quindi rifugiarsi oltre confine. © Survival International

«Sin dall’inizio sono state violate tutte le politiche e norme Onu più rilevanti in materia di rispetto dei popoli indigeni e dei diritti umani, perché si è ritenuto che un progetto di conservazione fosse in qualche modo al di sopra di esse».

«E tutto ciò perché era molto più facile prendere come bersaglio uomini, donne e bambini Baka innocenti piuttosto che sfidare le reti criminali che includono funzionari locali e governativi. Nessuno di questi abusi è sembrato avere il minimo effetto nel ridurre il bracconaggio».

«Trent’anni fa abbiamo detto al Wwf che i suoi progetti nel Bacino del Congo rischiavano di privare i popoli indigeni locali delle loro terre e della loro autosufficienza, e di ridurli in povertà. L’abbiamo ripetuto molte volte, ma il nostro monito è sempre caduto inascoltato. Il Wwf è implicato in un furto di terra e in gravi violazioni di diritti umani su larga scala».

(Fonte Survival International)