A nove anni dall’istituzione della Riserva dei Calanchi, un convegno a Montalbano Jonico organizzato da Legambiente. Luci e ombre del sistema di governance delle aree naturali protette della Basilicata
Sette anni per l’istituzione, avvenuta nel 2011, della «Riserva regionale dei Calanchi di Montalbano» (tanti ne sono passati da quando Legambiente presentò il dossier di candidatura nel 2004) e nove quelli necessari per veder apporre le prime tabelle di perimetrazione, in via di completamento proprio in questi giorni. Un lungo percorso che, però, deve ora vedere un’accelerazione per un’effettiva tutela, valorizzazione e promozione della Riserva geologica che potrebbe rappresentare un attrattore ed un volano per l’economia sostenibile dell’area.
È questa la sintesi dei lavori dell’incontro-dibattito promosso da Legambiente Basilicata, nel comune di Montalbano Jonico, nel cui territorio la Riserva ricade interamente, per fare il punto sulla situazione della più estesa e giovane Riserva regionale della Basilicata e, più in generale, per discutere del sistema di governance delle aree naturali protette dell’intera Regione.
Per questo, oltre all’Amministrazione comunale ospitante, Legambiente ha invitato a relazionare, Piero Marrese (Presidente della provincia di Matera, ente gestore della Riserva) ed Enrico De Capua (Direttore del Parco regionale delle Chiese rupestri, che ha illustrato il recente progetto di cattura dei cinghiali in un’ottica integrata sul territorio lucano)
Antonio Nicoletti, responsabile nazionale di Legambiente per le aree protette ha concluso i lavori, con un’analisi della normativa e della gestione delle varie tipologie di aree naturali tutelate a livello europeo, nazionale e regionale.
A moderare i lavori, Arturo Caponero, membro del Direttivo di Legambiente Basilicata mentre il Presidente regionale dell’associazione, Antonio Lanorte, oltre a ricordare l’iter di istituzione della Riserva (dalla firma della lettera di accompagnamento del dossier, alla sua «difesa» in Comitato tecnico-scientifico regionale), ha sottolineato l’importanza dei Parchi e delle aree protette nei progetti di conservazione e di sviluppo regionale evidenziando, però, la mancanza di un reale protagonismo di questi soggetti, l’assenza di una politica di sistema per le aree protette in Basilicata e in particolare le difficoltà che vivono soprattutto i parchi regionali in termini di finanziamenti e di dotazioni di strutture tecniche e gestionali.
Dopo un emozionante «racconto fotografico» curato da Filippo Viggiani, per vari aspetti testimone diretto e divulgatore della valenza storica e paesaggistica dei calanchi, si è entrati nel vivo dei lavori partendo dalla Riserva dei Calanchi, passando alle aree protette della Provincia di Matera per arrivare a discutere dell’intero sistema lucano dei siti naturali sotto tutela.
Maurizio Rosito, presidente del Circolo locale di Legambiente e guida escursionistica ha tenuto un’accurata disamina del percorso normativo che ha portato prima all’istituzione e poi alla gestione della Riserva. Tante le «luci» di questa straordinaria area geologica che, per estensione e varietà di ambienti e suggestioni, si configura quasi come un piccolo parco ma, anche, le «ombre» come i ritardi dei tempi di attuazione del piano di gestione, alcuni interventi costosi ma discutibili o dannosi, iniziative sbilanciate più sulla fruizione «mordi e fuggi» ma impattanti sulle valenze ecologiche da tutelare.
Il presidente della Provincia di Matera, nonché sindaco di Montalbano Jonico, Piero Marrese, ha voluto ricordare l’impegno delle due amministrazioni nel reperire risorse necessarie per i primi interventi strutturali sulla Riserva, la necessità di aumentare nei cittadini locali la consapevolezza della risorsa che l’area rappresenta e di intervenire sulla sua promozione, dichiarando la disponibilità a collaborare e cogliere i suggerimenti delle associazioni ambientaliste.
E, con l’esperienza nazionale di Legambiente, i suggerimenti non sono certo mancati, anzi si sono concretizzati in un documento che sarà presto formalmente trasmesso alle Istituzioni interessate e che, sinteticamente prevede, con un approccio di programmazione e gestione partecipata dal basso, interventi per la tutela (monitoraggio dei versanti, del sistema idrografico e della fauna), per la valorizzazione (fruibilità e didattica, accessibilità, rimozione dei detrattori ambientali, sentieristica, produzioni tipiche e locali), gestione e promozione (sito web e Centro visite della Riserva, manutenzione ordinaria, vigilanza). Anche la legge regionale sulle aree protette, che non tiene conto del mutato quadro di compiti degli enti locali e delle nuove normative europee, andrebbe aggiornata per renderla più funzionale. A questo proposito, il consigliere regionale Roberto Cifarelli, già presidente di Federparchi Basilicata, ha ricordato i documenti programmatici regionali che prevedono l’ipotesi di un «Parco regionale» per i calanchi, i quali ancora non sono inseriti nella rete europea «Natura 2000» nonostante il grande patrimonio di geodiversità e biodiversità che contengono.
Ovviamente Legambiente è ben consapevole del ruolo dei diversi soggetti, istituzionali e non, e dichiara che sarà come sempre disponibile a collaborare quando ce ne saranno le condizioni e pronta ad intervenire per la tutela e la valorizzazione dell’ambiente, del benessere collettivo e dello sviluppo sostenibile.
(Fonte Legambiente)