Il premio «Wangari Maathai»
«Sarà una giornata e un momento di incontro, confronto e scambio: tra noi, le premiate innanzitutto e tutte le donne che animano Lucha y Siesta; tra loro, che sono figure molto diverse ma accomunate per aver impegnato le proprie vite per la giustizia ambientale e climatica e, infine, con tutti coloro che vorranno partecipare a questo importante e inedito momento di confronto»
Per il nono anno consecutivo, l’associazione A Sud promuove il Premio Donne Pace Ambiente Wangari Maathai: l’appuntamento è per il 7 marzo 2020 alle 11:00 presso Lucha Y Siesta.
Wangari Maathai cambia volto
In questa edizione ci saranno importanti novità: Wangari Maathai cambia volto, dopo nove anni. Le donne premiate saranno rappresentative, per la prima volta, non di singoli conflitti ma di ambiti di impegno e attivazione.
«Vogliamo raccontare il mondo che cambia, la questione climatica che prende forza nel discorso pubblico e in quello della mobilitazione, la repressione di chi prova a costruire un modello alternativo di società, i tentativi di costruire modelli diversi e gli strumenti utilizzati da chi si attiva nel resto d’Europa.
«Sarà una giornata – si legge in una nota – e un momento di incontro, confronto e scambio: tra noi, le premiate innanzitutto e tutte le donne che animano Lucha y Siesta; tra loro, che sono figure molto diverse ma accomunate per aver impegnato le proprie vite per la giustizia ambientale e climatica e, infine, con tutti coloro che vorranno partecipare a questo importante e inedito momento di confronto».
Un premio dedicato alle donne in difesa dell’ambiente
Il Premio Donne, Pace e Ambiente Wangari Maathai nasce su iniziativa di A Sud nel 2012 e giunge quest’anno alla sua nona edizione.
Dal 2013, ad assegnare il premio è una commissione allargata formata da rappresentanti di organizzazioni, associazioni, comitati e centri anti violenza che lavorano sulle questioni di genere.
Ci sono donne che possono essere considerate eroine al pari dei grandi eroi del passato. Una di esse, a cui è dedicato il premio, è senz’altro Wangari Muta Maathai, prima donna africana a ricevere il Nobel per la Pace nel 2004, che dichiarò al momento della premiazione: «Non ci può essere pace senza sviluppo sostenibile e non ci può essere sviluppo senza uno sfruttamento sostenibile dell’ambiente. La protezione dell’ecosistema deve essere considerata un mezzo per garantire la pace, in Paesi dove la scarsità delle risorse genera inevitabilmente instabilità politiche e sociali».
Wangari Maathai, deceduta il 25 settembre 2011 a Nairobi, Kenya, ha lottato per più di 30 anni in difesa dell’ambiente e dei diritti delle donne ed ha contribuito in maniera significativa alla democratizzazione della sua nazione.
Lavinia Palma «Grande Madre»
Dall’edizione 2014, oltre alla consegna della pergamena, alle premiate viene consegnata un’opera d’arte, un pezzo unico realizzato appositamente per il premio, opera dell’ingegno della ceramista e scultrice Lavinia Palma, che ha offerto al premio le sue creazioni.
Le sue opere prendono spunto da diverse ispirazioni. Una di esse è la Grande Madre, Dea generatrice di vita, dove nel femmineo si riflette e si riconosce la natura.
Nascono così volti di donna, rivisitati in chiave del tutto personale unendo origine scultorea e oggetti d’uso, per coniugare il simbolo alla forza dell’azione. La lavorazione è interamente artigianale, realizzata a mano e al tornio.
(Fonte A Sud Onlus)