Un caso sconcertante di maltrattamento sugli animali: un cane abbandonato in un casolare semidistrutto immerso nella macchia mediterranea dell’Alta Murgia barese. È un periodo nero non solo per gli umani…
L’emergenza legata alla diffusione del Covid-19 non cancella il degrado di alcune storie che hanno per protagoniste gli animali. In queste settimane dall’inizio dell’emergenza numerosi sono stati gli appelli dalle autorità e da personalità pubbliche per sensibilizzare i possessori di animali domestici (in particolare i cani) al rischio inesistente di trasmissione del Covid-19 dall’animale all’uomo. Com’è auspicabile molti hanno serenamente accolto l’invito, altri lo avranno trovato fuori luogo o ridondante, perché chi ha un cane in casa lo sente come parte della famiglia.
«La civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali» diceva M. Gandhi e ciò nonostante ci sono eccezioni che richiamano l’attenzione anche in periodi di emergenza sanitaria generale, come quella che racconto in queste poche righe.
In un casolare semidistrutto immerso nella macchia mediterranea dell’Alta Murgia barese è rinchiuso un cane di grossa taglia. Al rudere è possibile accedere percorrendo a piedi un sentiero sterrato che dalla cima della collina di S. Lucia, in territorio di Cassano delle Murge, scende aprendo dei sentieri di recente rifacimento (con annesse tabelle informative sulla flora e la fauna boschiva). Alla fine del pregevole trekking una staccionata sbarra la strada, infatti per proseguire è necessario aggirare l’ostacolo e, come indicatomi dalla fonte anonima che mi ha segnalato la triste storia, documentandola anche fotograficamente, «il cane è visibilmente terrorizzato, non si muove dal centro dello stanzone in cui è imprigionato, siede lì immobile». Inoltre come si evince dalle foto, «il cane presenta diverse ferite su tutto il corpo e infezioni in stato avanzato sulle zampe e sulle cosce».
In effetti per dovere di verifica mi sono recato sul posto e, guidato dal guaire del cane, ho appurato lo stato di degrado. Le finestre sono murate e l’accesso principale è ostruito da un cancello improvvisato chiuso con una catena. È anche evidente il passaggio di almeno una persona, poiché ci sono residui di scatolette di cibo e bottiglie d’acqua, oltre alla presenza di scatolame e buste di crocchette all’esterno del casolare. Esternamente un camino mostra segni di recente utilizzo probabilmente per smaltire buste e sacchi di cibo.
Evidentemente non consapevole delle leggi che tutelano gli animali da maltrattamenti (Legge 189/2004 recante «Disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali, nonché di impiego degli stessi in combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate») e le sanzioni previste dal Codice penale, il responsabile di questo scempio lasciando il povero animale in quello stato di incuria lo condannerà ad una lunga e lenta agonia non solo fisica ma anche psichica in barba al sentimento crescente di rispetto verso qualsiasi specie vivente di questo nostro martoriato pianeta.
Vito Stano