È un cambio di registro più volte auspicato a proposito di cambiamenti climatici, inquinamenti vari, geologia ma purtroppo mai realizzato nella misura attuale. Il presidente del Cnr Massimo Inguscio: «Ora non c’è più tempo per discuterne, dobbiamo realizzarlo»
C’è una costante che accompagna la gestione di questa crisi da Coronavirus e che è una nota di assoluta novità per il nostro paese: l’accordo fra politica e scienza sanitaria.
È un cambio di registro più volte auspicato a proposito di cambiamenti climatici, inquinamenti vari, geologia ma purtroppo mai realizzato nella misura attuale.
Per cui è ben auspicante il Protocollo d’intesa fra Cnr, Istituto nazionale delle ricerche, Istituto nazionale per le malattie infettive «Lazzaro Spallanzani», Regione Lazio, ministero dell’Università e della ricerca e ministero della Salute.
E, d’altra parte, il fronte delle epidemie, purtroppo, non sarà un fenomeno episodico, ci sono già stati altri casi sempre più ravvicinati, e non si può escludere, come prevedono i modelli matematici dei cambiamenti climatici, che ci saranno altre manifestazioni epidemiche.
E, come dice il presidente del Cnr Massimo Inguscio: «Tante volte abbiamo parlato dell’esigenza italiana di fare sistema: ora non c’è più tempo per discuterne, dobbiamo realizzarlo».
Pertanto, dichiara il presidente del Cnr Massimo Inguscio, «il Protocollo d’intesa firmato tra Consiglio nazionale delle ricerche, Istituto nazionale per le malattie infettive “Lazzaro Spallanzani”, Regione Lazio, ministero dell’Università e della ricerca e ministero della Salute conferma la sinergia tra istituzioni governative e strutture di ricerca e cura come l’asse vincente per affrontare l’emergenza sanitaria in corso e come un modello con cui l’Italia sta mostrando al mondo la sua determinazione e coesione nella battaglia contro il Covid-19.
«Cnr e Spallanzani — continua — in quanto soggetti attuatori del Protocollo, si impegnano ad avviare sempre più intense e innovative attività volte ad affrontare la crisi epidemiologica, al fine di individuare in tempi il più possibile brevi un vaccino efficace contro il virus.
«La ricerca è il perno su cui bisogna costruire il futuro, non solo quello immediato che ha quale obiettivo l’uscita dalla crisi sanitaria».
«È necessario abituarci — dice ancora il presidente Inguscio — a considerare la strategia attuale come il paradigma di un nuovo approccio culturale, sociale, politico, fondato sulla collaborazione delle competenze multidisciplinari e quella tra stakeholder e cittadinanza. Il Covid-19 ci sta insegnando che occorre dotare la nazione di una strategia e che la libertà della ricerca dev’essere sempre garantita ma non deve tradursi in una frammentazione di risorse e iniziative. Progetti di interesse nazionale indirizzati dalla politica esprimono la volontà comune di costruire, insieme alla scienza, una comunità capace di proteggersi e di progredire. Tante volte abbiamo parlato dell’esigenza italiana di fare sistema: ora non c’è più tempo per discuterne, dobbiamo realizzarlo».
R. V. G.