Le ragioni e la loro funzione in una ricerca di Roberto Cazzolla Gatti che, nel 2015, studi empirici confermarono come una nuova teoria evolutiva e come ipotesi poi confermata da altri ricercatori
Quando muovevo i primi passi in Redazione, il Capo servizio, nel darmi un incarico, mi suggeriva di guardare la raccolta e vedere se e come avevamo trattato quell’argomento.
Quando c’è un evento molto popolare, che coinvolge una gran massa di persone, si assiste sui Social ad una serie di interventi da parte di improvvisati «esperti». E siamo alla scoperta dell’acqua calda.
È il caso di molti che straparlano dei virus ignorando la loro funzione nell’evoluzione dell’umanità. Questa vicenda, ci insegna che la conoscenza non può essere un fatto episodico e del momento e deve avere una sua continuità. Così come non possono esserci giornalisti tuttologi. Infatti, se all’inizio è opportuno conoscere i precedenti, successivamente è necessario specializzarsi e «seguire» la ricerca.
A proposito di virus, nel banalizzare all’inizio della pandemia nel dire che questo virus è come l’influenza, è servito a prendere coscienza che i virus sono già dentro di noi ed è stato poi più facile sostenere che fanno parte del nostro sviluppo.
Questo dovrebbe insegnare ad essere prudenti nell’avvicinarsi ad argomenti che non si conoscono e dovrebbero anche spingerci ad allargare il campo delle nostre conoscenze senza remore, paure o pregiudizi. Ma, attenzione, bisogna avere sempre la mente aperta e pronta all’approfondimento perché la ricerca è sempre in continuo divenire, altrimenti che ricerca sarebbe?
Una nuova teoria, nell’indagare sul rapporto fra virus ed evoluzione umana, fu proposta nel 2015 da Roberto Cazzolla Gatti (Ph.D., Biologo ambientale ed evolutivo, Professore associato, Biological Institute, Tomsk State University, Russia, Research Fellow, Konrad Lorenz Institute for Evolution and Cognition Research, Austria), in un articolo caricato su bioRXiv e pubblicato nel marzo del 2016 sulla rivista «Biologia».
Cazzolla Gatti è un brillante ricercatore che collabora con «Villaggio Globale» da sempre.
A proposito dei virus, Cazzolla Gatti, disse: «Come due linee evolutive parallele la riproduzione sessuale sembra preservare ciò che l’endogenosimbiosi permette di diversificare. Con il primo processo, le specie possono adattarsi lentamente e a tempo indeterminato ai fattori esterni, regolando se stesse, ma non “creano novità” (ovvero, non si formano nuove specie, N.d.R.). L’endogenosimbiosi, invece, porta alla speciazione a causa di improvvisi cambiamenti nelle sequenze dei geni».
Questa idea, scrivemmo nel nostro articolo di presentazione, mette in discussione i modelli di selezione naturale canonici, basati sulla gradualità del modello mutazione-adattamento, offrendo maggiore sostegno alla teoria dell’equilibrio punteggiato proposta da Jay Gould e Eldredge.
Successivamente, due studi indipendenti pubblicati sulla rivista «eLife» (Henzy, J. E., & Johnson, W. E. 2016. Phylogenetic sleuthing reveals pair of paralogous genes. Elife, 5, e17224 and Enard, D., Cai, L., Gwennap, C., & Petrov, D. A. 2016. Viruses are a dominant driver of protein adaptation in mammals. Elife, 5, e12469) hanno empiricamente confermato l’ipotesi di Cazzolla Gatti e le hanno consegnato lo status di una nuova teoria evolutiva.
Ecco, quindi, perché i virus sono utili, come sono utili i vettori che li trasportano nel mondo animale consentendo il miglioramento della specie.
E da qui la necessità della conoscenza e del rispetto dell’ambiente. In altre parole, non possiamo entrare in un negozio di cristalli, con fagotti ingombranti e muoverci liberamente. Il pianeta è fragile e noi non siamo onnipotenti.
I. L.