I molti risvolti della Space Economy, ma anche i fattori sicurezza e gestione del rischio. Sabrina Corpino: «I cubesat a bassissimo costo progettati e realizzati dal Politecnico di Torino rappresentano già una realtà dove gli studenti con la messa in orbita del satellite E-Star hanno adattato le regole della Qualità dai grandi sistemi spaziali ai piccoli sistemi»
«La gestione dei fattori di rischio, e i settori qualità e sicurezza per le imprese spaziali sono fondamentali. Ora tutto ciò passa in mano anche alle compagnie private, che per rendere sicure il più possibile le loro missioni, devono anch’esse confrontarsi con le regole, normative e fattori legati alla qualità e sicurezza».
Lo ha sottolineato Umberto Guidoni, che è stato astronauta sia dell’agenzia spaziale italiana sia dell’Esa europea. Guidoni, che nella sua seconda missione, effettuata nel 2001 sempre a bordo di uno Space Shuttle, è diventato il primo europeo ad abitare la Stazione spaziale internazionale, è intervenuto al Politecnico di Torino (poco tempo prima dell’emergenza Covid19) nel primo convegno in Italia sulla «Qualità nell’Aerospace» organizzato da Aicq Aerospace, Politecnico di Torino e Thales Alenia Space, che ha visto centinaia di partecipanti da tutta Italia, tra Pmi, industrie, università e operatori del settore.
Tema principale del convegno, la Space Economy, il settore dell’economia che comprende la ricerca, lo sviluppo e la realizzazione delle infrastrutture spaziali, fino alla generazione di prodotti e servizi innovativi (servizi di telecomunicazioni, di navigazione e posizionamento, di monitoraggio ambientale, previsione meteo, ecc.) che riveste un ruolo ormai sempre più fondamentale nel sistema economico del nostro Paese. Una economia che subirà rinvii e qualche riduzione anch’essa per via della pandemia, molto terrestre e per niente spaziale, che ha colpito tutti i settori dell’economia a livello generale.
L’Italia infatti è tra i paesi più avanzati nel comparto aerospaziale, la cui industria si posiziona al quarto posto in Europa e al settimo su scala mondiale. L’industria aerospaziale fornisce lavoro a decine di migliaia di persone, delle quali circa il 35% sono ingegneri: «La qualità dei prodotti Aerospaziali — dice Mario Ferrante presidente del Settore aerospaziale dell’Associazione italiana cultura della qualità (Aicq) — diventa un aspetto fondamentale per il nostro paese per poter vincere le sfide che ci attendono nei prossimi anni».
«I piccoli satelliti — spiega Silvia Natalucci dell’Agenzia spaziale italiana — sono l’opportunità per provare gli sviluppi tecnologici nazionali ed essere competitivi a livello internazionale con le nostre aziende. Il mini satellite italiano Platino, con l’ utilizzo di componenti commerciali, è un banco di prova per vincere le sfide della qualità nei programmi a basso costo dove bisogna minimizzare i rischi connessi alla tecnologia commerciale».
«I cubesat a bassissimo costo progettati e realizzati dal Politecnico di Torino rappresentano già una realtà dove gli studenti con la messa in orbita del satellite E-Star — aggiunge Sabrina Corpino, che guida i programmi cubesat al Politecnico di Torino — hanno adattato le regole della Qualità dai grandi sistemi spaziali ai piccoli sistemi. Per uno scenario in cui il 50% dei cubesat lanciati falliscono la loro missione, E-star ancora funzionante dopo 1.250 giorni è sicuramente un successo».
«Per poter vincere le sfide della Space Economy — aggiunge Mario Ferrante — bisognerà fare un bilanciamento accurato tra rischi di perdere la missione, i costi e la Qualità del Prodotto. Cambierà il paradigma della qualità dai grandi sistemi spaziali a piccoli satelliti e ai servizi forniti dai sistemi di trasporto spaziali che saranno accessibili a basso costo rispetto a lanciatori tradizionali. Questo nuovo scenario darà l’opportunità al nostro paese di diventare un attore importante nella Space Economy».
Antonio Lo Campo