I livelli di radioattività nel resto del paese sono, al momento, nella normalità. Lo ha comunicato l’autorità di sicurezza nucleare dell’Ucraina. Il Centro emergenze nucleari dell’Isin ha avviato le analisi di previsione della dispersione atmosferica della nube
Allarme da dieci giorni nella zona di Chernobyl a causa di un incendio. Il fuoco si è sviluppato nel pomeriggio del 4 aprile nei pressi del villaggio di Volodumurivka (Kotovske Forestry), coinvolgendo almeno 20 ettari di foresta all’interno della zona di esclusione. Il 6 aprile l’espansione dell’incendio risultava contenuta. Ma a causa del vento, le fiamme si sono nuovamente diffuse e, alle 14:00 del 7 aprile, coprivano una superficie di 35 ettari. In tutta l’area interdetta è stato intensificato il controllo radiometrico, come ha riportato l’Agenzia statale per la gestione della zona di esclusione.
La preoccupazione tra la popolazione è evidente, principalmente per la possibilità che la materia organica presente in un ecosistema fortemente contaminato da radioattività, bruciando, possa rilasciare la radioattività, tipicamente Cesio-137.
Il sistema Usie della Iaea, l’autorità di sicurezza nucleare dell’Ucraina, ha comunicato che sulla base delle misurazioni eseguite, sia nelle aree investite dagli incendi sia nella città e nella regione di Kiev, i livelli di radioattività ambientale si sono mantenuti dentro le fluttuazioni naturali che, per ciascun luogo, possono registrarsi. Solo a ridosso delle linee di fuoco nelle zone degli incendi, si sono registrati livelli di attenzione della concentrazione in aria del Cesio-137, comunque molto inferiori ai limiti consentiti.
L’Isin (Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione), in un comunicato fa sapere che «per quanto riguarda la previsione dell’evoluzione della nube, costituita dai fumi rilasciati dall’incendio e potenzialmente contenenti contaminazione radioattiva, lo State Scientific and Technical Center for Nuclear and Radiation Safety (Sstc Nrs) dell’Ucraina ha eseguito delle stime in merito all’eventuale impatto radiologico sulla città di Kiev, a circa 100 km dalla zona dell’incendio confermando il bassissimo livello della contaminazione che potrebbe interessare quell’area».
Anche il Centro emergenze nucleari dell’Isin ha avviato le analisi di previsione della dispersione atmosferica della nube prodotta dall’incendio, «la quale – si legge nel comunicato – si è inizialmente spostata in direzione meridionale, verso la città di Kiev, per poi virare ad ovest; attualmente, mostra una evoluzione decisamente orientata verso est. In ogni caso, l’elevata diluizione che la radioattività eventualmente presente nella nube subirebbe nella sua evoluzione sul territorio, unitamente a una quantità di radioattività rilasciata che si può ipotizzare comunque mantenersi limitata, come testimoniano anche i riscontri radiometrici, consentono di ritenere la situazione non pericolosa per la salute della popolazione e per l’ambiente».
L’Isin continua a monitorare la situazione, anche attraverso le eventuali informazioni che potranno essere rese disponibili mediante i circuiti internazionali di emergenza. Inoltre, in collaborazione con il Centro regionale radioprotezione dell’Arpa Lombardia, che partecipa con il proprio laboratorio alla rete dei laboratori europei ad elevatissima sensibilità, proseguirà l’osservazione di eventuali riscontri strumentali che su scala europea dovessero rendersi disponibili.
Di seguito le possibili fonti istituzionali di informazione sugli esiti dell’evoluzione degli incendi e dei controlli radiometrici:
- State Emergency Service of Ukraine
- State Nuclear Regulatory Inspectorate of Ukraine
- The State Exclusion Zone Agency
- The State Scientific and Technical Center for Nuclear and Radiation Safety (SSTC NRS)
- State Specialized Enterprise «Ecocenter» (radiation monitoring of the Exclusion Zone)
R. V. G.