Elicotteri made in Italy e l’emergenza Covid-19

2823
coronavirus covid19 pandemia
Tempo di lettura: 3 minuti

Decine di elicotteri, sia civili sia statali, sono stati richiesti per l’uso da parte della Protezione civile, in Italia, per trasferire i pazienti dagli ospedali delle aree del nord colpite maggiormente dalla malattia, sino alle strutture meno colpite del sud

La pandemia di Coronavirus ha in buona parte fermato l’industria aeronautica e le compagnie aeree, ma a quanto pare non gli operatori di elicotteri. L’industria delle ali rotanti ha dovuto adattare, e anche rapidamente, i suoi aeromobili e le procedure per la necessità di trasportare pazienti con casi confermati o addirittura sospetti di Covid-19.

Decine di elicotteri, sia civili sia statali, sono stati richiesti per l’uso da parte della Protezione civile, in Italia, per trasferire i pazienti dagli ospedali delle aree del nord colpite maggiormente dalla malattia, sino alle strutture meno colpite del sud.

L’Italia, che è stata ed è ancora tra le nazioni maggiormente colpite, ha però il vantaggio di avere una grande flotta di elicotteri al servizio di varie agenzie governative e di elicotteri medici di emergenza commercializzati. Ma pochi, se ce ne sono mai stati, hanno mai dovuto essere equipaggiati per far fronte a un virus così contagioso e l’attrezzatura per trasportare i pazienti non è stata certificata.

Alla Leonardo Helicopters, un team di ingegneri assai motivati, di solito dedicati alla risoluzione della navigazione aerea o richieste urgenti da parte dei clienti, ha lavorato allo sviluppo di installazioni e procedure per l’uso di barelle dotate di capsule di contenimento biologico. «Si tratta di grandi contenitori ingombranti in plastica ventilati dall’aria prodotta da un motore elettrico con una batteria della durata di 10 ore — spiega Matteo Ragazzi, Chief Technical Officer di Leonardo Helicopters —. Non esisteva alcuna installazione che fosse effettivamente certificata per l’uso nel settore dell’aviazione, quindi abbiamo dovuto parlare con l’Agenzia dell’Unione europea per la sicurezza aerea, e la nostra agenzia nazionale Enac e lavorare con loro per sviluppare un approccio basato sul rischio per l’installazione».

Un rischio che ha riguardato non solo l’installazione della capsula, ma anche la possibilità per i medici di prendersi cura del paziente in volo, pur mantenendo l’isolamento tra la cabina e l’abitacolo. Gli ingegneri hanno sviluppato installazioni, istruzioni e procedure per gli elicotteri bimotore AW139, AW169 e AW189 della società italiana: «Non è una soluzione unica per tutti — aggiunge Ragazzi —. Non abbiamo potuto farlo con un elicottero leggero bimotore, perché è necessario disporre di una cabina capiente per consentire al personale medico di lavorare sul paziente».

Leonardo ha trasmesso i dettagli delle installazioni ad altre agenzie di aeronavigabilità con l’aspettativa che configurazioni simili dovranno essere utilizzate altrove. Per i pazienti con esigenze più complesse, la società ha anche sviluppato modifiche per gli elicotteri pesanti a tre motori AW101 pilotati dall’Aeronautica italiana. Questi velivoli sono stati utilizzati per pazienti sfidati con altri complicazioni per la salute di base che, insieme alla speciale barella di protezione biologica, richiedono ulteriori attrezzature mediche.

Il servizio Norwegian Air Ambulance ha iniziato a utilizzare un Super Puma Airbus AS332L1, modificato in nove giorni, per trasportare una barella per capsule e tre medici. Problemi simili hanno sfidato la critica industria energetica, preoccupata che un focolaio in mare aperto possa avere gravi ripercussioni sulla produzione.

Affrontato a potenziali focolai di Covid-19 su piattaforme petrolifere e di gas offshore, gli operatori di elicotteri hanno adattato parti delle loro flotte per poter raccogliere i sospetti casi Covid-19 dagli impianti. Ogni aereo viene sottoposto a un processo di decontaminazione completo dopo ogni volo. Guardando al futuro, Leonardo sta prendendo provvedimenti per sviluppare un’installazione completamente certificata, che farebbe parte dell’attrezzatura medica adatta per elicotteri di servizio medico di emergenza (Ems).

 

Antonio Lo Campo