Allarme Greenpeace: un errore togliere la «plastic tax»

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A questi governanti non basta una pandemia…

«Approfittare delle crisi per sospendere provvedimenti nei confronti dell’industria della plastica è la prova che questo sistema è marcio. Il nostro Pianeta, e in particolare il nostro mare, è malato anche per l’inquinamento da plastica e la pandemia che viviamo ci insegna che non c’è più tempo da perdere»

Commentando la notizia proveniente da fonti della maggioranza della sospensione della plastic tax, che verrebbe inserita nel decreto Aprile, Greenpeace sottolinea come sia un invito a continuare a inquinare, un aiuto a chi fa profitti a scapito del Pianeta e non certo ai lavoratori.

«La plastic tax poteva essere un’importante occasione per riconvertire, in modo più sostenibile, un settore produttivo i cui impatti ambientali sono sotto gli occhi di tutti. Approfittare delle crisi per sospendere provvedimenti nei confronti dell’industria della plastica è la prova che questo sistema è marcio. Il nostro Pianeta, e in particolare il nostro mare, è malato anche per l’inquinamento da plastica e la pandemia che viviamo ci insegna che non c’è più tempo da perdere. La produzione di plastica, infatti, quadruplicherà i volumi attuali entro il 2050 e sarà responsabile del 20 per cento del consumo mondiale di combustibili fossili, aggravando ulteriormente l’emergenza ambientale e climatica del Pianeta» dichiara Giuseppe Ungherese, responsabile campagna inquinamento di Greenpeace.

Secondo Greenpeace l’unica possibilità concreta per fermare l’inquinamento da plastica è ridurre subito la produzione, a partire da quella frazione spesso inutile e superflua rappresentata dall’usa e getta.

 

(Fonte Greenpeace)