Presentata la V Relazione semestrale sulle bonifiche delle discariche abusive di cui alla causa europea 190/2013. L’Italia risparmia 34 milioni di euro dall’inizio della sanzione nel 2014, l’infrazione semestrale diminuisce da 42.000.000,00 agli attuali 8.600.000,00
Il Sottosegretario di Stato al ministero dell’Ambiente e per la tutela del territorio e del mare, on. Roberto Morassut e il Commissario straordinario di Governo Gen. B. Giuseppe Vadalà con la task-force messa a disposizione dall’Arma dei Carabinieri per fare fuoruscire l’Italia dalla procedura d’infrazione europea, hanno presentato alla stampa via web la quinta relazione semestrale.
È stata promossa per fare il punto della missione commissariale a sei semestri dalla nomina del marzo 2017, al fine di risolvere un problema ambientale e di ottenere un considerevole risparmio economico per il Paese.
Ad oggi, su 81 discariche consegnate nelle mani del Commissario di Governo per la bonifica dei siti inquinati nel 24 marzo 2017, ben 41 siti sono stati espunti dalla procedura di infrazione permettendo all’Italia di risparmiare 16 milioni e 400mila euro ogni anno. La sanzione europea iniziata, nel 2014, con 42.000.000,00 per ogni sei mesi oggi si è ridotta a € 8.600.000,00 (compresi i dossier proposti a dicembre 2019 al vaglio ancora della Commissione UE) con un risparmio economico per l’Erario e soprattutto restituendo zone più salubri alle collettività.
È questo il principale risultato del lavoro della Struttura di missione, voluta dalla Presidenza del Consiglio dei ministri nel 2017 e che oggi lavora in completa sinergia con il ministero dell’Ambiente per azzerare il debito contratto con l’Europa.
A guidare la task force composta tutta da Carabinieri è il Generale di Brigata Giuseppe Vadalà che attraverso le attività effettuate con la squadra creata ad hoc e messa a disposizione del dall’Arma dei Carabinieri, ha periodicamente inseguito e raggiunto gli obiettivi fissati nel cronoprogramma operativo.
Il lavoro svolto nell’ultimo semestre dall’Ufficio del Commissario è stato dettagliatamente descritto all’interno della quinta relazione semestrale nel corso di una video-conferenza voluta in sinergia con il Sottosegretario del ministero dell’Ambiente on. Roberto Morassut insieme al Comandante delle Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari Carabinieri, Gen. C.A. Ciro D’Angelo e coaudiviati dal board scentifico di RemTech nella persona della Dott.ssa Silvia Paparella nonché dal prof. Vito Felice Uricchio dell’Istituto di Ricerca sulle acque e territori del Cnr di Bari.
Queste le parole del Sottosegretario del ministero dell’Ambiente on. Roberto Morassut: «Oggi abbiamo presentato un grande risultato, per il quale ringrazio il Generale Vadalà e la sua Struttura di Missione. Un modello che funziona anche grazie all’azione col Ministro Costa e alla sinergia con tutti gli attori coinvolti e da replicare se possibile al di fuori della straordinarietà della procedura di infrazione. L’obiettivo è quello di restituire il territorio alle comunità e farlo in tempi rapidi. Sulle bonifiche al Ministero dell’ambiente stiamo accelerando, con nuovi accordi di programma per Venezia – Trieste. Lavoriamo per semplificare le procedure di approvazione dei progetti di bonifica e utilizzare tutte le risorse disponibili nei fondi Fsc, fondi ordinari per oltre 2 miliardi di euro. Nel Collegato Ambientale vi sarà una norma di delega al Governo con la modifica del Titolo V del Testo Unico Ambientale per superare lentezze burocratiche e snellire le procedure».
Continua: «Il nostro è un Paese fragile e fortemente inquinato, il Green New Deal deve partire proprio da un grande programma di recupero del territorio, intervenendo su risanamento del suolo, dissesto idrogeologico e rigenerazione urbana. Abbiamo il dovere di rendere ai cittadini i territori usurpati da anni di inquinamento e di avviare al contempo nuove prospettive di sviluppo economico e di sostegno delle comunità. È il momento, anche in vista della ripresa post pandemia, di mettere in atto un nuovo paradigma di crescita, basato su sostenibilità ambientale, economica e sociale e innovazione tecnologica. I suoli bonificati potranno essere una risorsa per nuovi insediamenti industriali, per aree rinaturalizzate e per impianti di produzione di energia pulita e rinnovabile».
E conclude: «Il risanamento ambientale, come spesso sottolinea il ministro Sergio Costa, richiamando l’attenzione del legislatore, è una delle priorità nella fase della ripartenza».
È intervenuto anche il gen. Vadalà che ha detto: «Esporre questo documento alla stampa in un periodo così delicato come quello della pandemia, sottolinea come le cose si possono fare anche se sono irte di ostacoli, abbiamo voluto questo evento con il Ministero proprio per sottolineare che i lavori si sono rallentati, nel rispetto della salvaguardia della salute pubblica e nella piena osservanza dei decreti, ma mai si sono fermati nonostante il Covid-19. L’uso web per la presentazione della V Relazione è un mezzo “alternativo” ma che può essere comunque utile per avvalorare il principio di trasparenza al quale abbiamo ispirato la nostra missione».
E ha detto ancora: «L’iniziativa voluta insieme al Sottosegretario Morassut e nella casa comune del ministero dell’Ambiente è conferma della sinergia di azione collegiale come base della strategia che guida questa struttura. Regioni, Comuni, Agenzie Regionali per l’Ambiente hanno risposto senza esitazione all’invito di questo Commissariato a recuperare porzioni di territorio. Così gli organismi scientifici di primo piano a livello nazionale (ad esempio: RemTech, Snpa – Ispra, Consiglio nazionale delle ricerche, Università del Sannio) nonché i soggetti pubblici nelle zone di riferimento (professionisti e associazioni di cittadini) sono stati attori compartecipi in questo peculiare agire d’insieme, infatti gli obiettivi di risanamento e bonifica possono essere raggiunti unicamente con una sinergia d’intenti e che stabilisca gli obiettivi, le tempistiche e i procedimenti da attuare. L’obiettivo non è solo decontaminarli, ma anche restituirli ai cittadini risanati e funzionali, assicurando nel contempo le tempistiche che ci impone l’Europa».
E conclude: «Adeguato ed essenziale è stato l’apporto incessante del’Arma dei Carabinieri e nello specifico del Comando Forestale Ambientale e Agroalimentare nonché i peculiari protocolli attivati con il ministero dell’Interno e con la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo. È indubbio che se non ci fosse stato riscontro tempestivo da parte di tutti gli Enti e Istituzioni, ma soprattutto l’intesa con il ministero dell’Ambiente, voluta e ribadita dal recente Decreto Clima convertito in legge a dicembre 2019, che ha disciplinato e disposto la nostra missione non avremmo mai potuto ottenere questi risultati e quindi porre in sicurezza, ben 41 siti, riducendo corposamente la sanzione annuale».
I numeri
Siti: 41 espunti dalla procedura di infrazione europea sugli 81 totali commissariati – Abruzzo (12 siti), Campania (7), Calabria (8) poi Sicilia (6), Lazio (4), Veneto (2), Puglia (1) e Toscana (1).
Sanzione europea semestrale: da € 42.000.000,00 agli attuali 9.600.000,00 (da ridurre ulteriormente a 8.600.000,00 al termine del vaglio dei dossier di espunzione proposti alla commissione UE nel dicembre 2019).
Dal 24 marzo 2017 ad oggi in questi primi tre anni il Commissario e la task-force dell’Arma dei Carabinieri hanno fatto risparmiare alle casse dello Stato € 16.400.000,00 e risanato 41 pregevoli territori del nostro Paese;
Missioni svolte: 1.150 (suddivise tra riunioni in sede 246 e fuori sede 399, sopralluoghi operativi-investigativi 155, incontri istituzionali 192, incontri relativi a convegni, conferenze ed eventi stampa 158).
(Fonte Comando Generale Carabinieri)