Dilaga l’analfabetismo ecologico
Forte denuncia di Franco Tassi: «accecati dall’avidità di guadagno, trascurano completamente, e quindi sacrificano, tutti i fondamentali valori ecologici, idrogeologici, floro-faunistici, paesaggistici, climatici, storici e culturali dell’Ecosistema. Nella ristretta visione dei “tagliatori”, la Biodiversità è considerata un fastidio, e manca del tutto la percezione delle molte dimensioni della Foresta»
Continuano e sembrano intensificarsi le segnalazioni attorno agli alberi, anzi, alla loro distruzione. Uno scempio, uno spettacolo disgustoso. Sul ruolo degli alberi e su quello che sta accadendo, abbiamo dedicato un intero numero del nostro Trimestrale. Azioni senza senso, che stanno alimentando solo fake news (ma forse è proprio quello che si vuole…) che continuano nonostante il ministro Costa abbia avviato indagini.
Abbiamo pubblicato anche altri articoli con denunce da parte di Franco Tassi, noto esperto e «combattente» per la natura, che ora torna a segnalarci altri episodi.
Alberi e boschi: tagliare o non tagliare?
In una sua nota stigmatizza che «mentre infuria un acceso dibattito su Alberi e Foreste, tra coloro che vorrebbero difenderli, e chi invece freme per tagliarli, dilagano sull’argomento le fandonie più fantasmagoriche. Come quella, secondo cui occorre sostituire gli alberi secolari con quelli giovani, perché questi assicurerebbero meglio la difesa idrogeologica e climatica. O come l’altra, per cui è urgente intervenire nelle selve con scure e motosega, altrimenti un bosco senza cure morirebbe. Superfluo ricordare che a spingere per il taglio non sono gli apostoli di un nuovo apostolato disinteressato, ma le ditte produttrici di legno per cippato e biomasse, e solerti vivaisti pronti a fornire migliaia di piantine, appoggiati da politicanti più sensibili ai profitti immediati, che non al bene della collettività.
«Partecipare a dibattiti del genere — continua — con tecnici avvinghiati a pretesti falsi e assiomi pseudo-scientifici, sarebbe controproducente, perché chiuderebbe la prospettiva in una caverna ristretta, dove si gioca un eterno ping-pong, allontanando dalla ben più ampia visione della realtà. Meglio allora ricordare alcune verità semplici e incontestabili:
- le foreste sono essenziali per la nostra vita e il nostro futuro;
- non è vero che il bosco stia espandendosi troppo (per favore, apriamo gli occhi, e non confondiamo gli sterpeti e i roveti con le vere selve naturali!);
- le foreste non sono piantagioni artificiali da coltivare come un campo di carote».
Una foresta vale mille volte più di una fabbrica di legname
Sul valore di una foresta si sono spesi chilometri di parole e fiumi di inchiostro, ma sembra che la discussione abbia fatto pochi passi avanti. Il sistema bosco e il singolo albero di città, fanno parte della medesima cultura umana che detta i comportamenti nei riguardi della natura. Per questo Tassi, come una eterna discussione, torna sul tema.
«La difesa e conduzione dell’Ecosistema Forestale non possono ridursi alla sua gestione selvicolturale secondo le ben note tecniche consuetudinarie, come vorrebbero far credere i sostenitori della necessità di tagliare alberi, pulire il bosco, eliminare le piante vecchie e malate, perché “altrimenti il bosco muore”.
«In questo modo, accecati dall’avidità di guadagno, trascurano completamente, e quindi sacrificano, tutti i fondamentali valori ecologici, idrogeologici, floro-faunistici, paesaggistici, climatici, storici e culturali dell’Ecosistema. Nella ristretta visione dei “tagliatori”, la Biodiversità è considerata un fastidio, e manca del tutto la percezione delle molte dimensioni della Foresta. Si può dire, quindi, che certi pesudo-esperti siano, in fondo, poveri “orbi volontari”, perché usano deliberatamente soltanto l’Occhio Econometrico, tenendo sempre chiuso l’Occhio Ecologico, ormai atrofizzato.
«Questa situazione rischia di produrre tragiche conseguenze, proprio nell’attuale periodo storico in cui gli Ecosistemi dovrebbero godere della massima protezione, e continuano invece a subire sfrenati attacchi.
Anche tra certi “tecnici che vantano competenze, e pretendono di pontificare in materia, è raro sentire accennare all’importanza della fauna per l’equilibrio e la vitalità dell’Ecosistema. Si resta per lo più impantanati nel classico “Analfabetismo Ecologico”.
«Sull’argomento si potrebbe scrivere non un libro, ma un’intera enciclopedia.
«Ma proviamo ad offrire qualche esempio significativo…
«Nelle Foreste tropicali dell’Africa, è stato dimostrato il ruolo positivo degli Elefanti che, aprendo qua e là piccole radure, favoriscono la naturale successione e rinnovazione, creando “Ecotoni” preziosi per la ricchezza e varietà della flora e della fauna. Nelle Giungle dell’Estremo Oriente, le varie specie di Scimmie, che si nutrono di frutti selvatici, svolgono un’importantissima azione di trasporto e disseminazione con cui la vegetazione si espande rapidamente nei terreni adiacenti. In Amazzonia le funzioni di Mammiferi, Uccelli e Microfauna nell’equilibrio dinamico della Selva primigenia sono da tempo ben note. In Polonia è stato scoperto che le cavità scavate dai Coleotteri xilofagi sono fondamentali per lo svernamento dei Pipistrelli, che a loro volta assicurano il contenimento di insetti dannosi. Inoltre, scusate l’autocitazione, proprio in Italia abbiamo da tempo scoperto che una specie-simbolo della Foresta naturale, lo splendido Scarabeo violetto (prima ritenuto estinto, poi da noi ritrovato in Maremma) era legata non tanto alle cavità dei tronchi, ma a quelle degli enormi rami alti delle maestose Querce monumentali ultrasecolari.
«Ridurre l’Ecosistema Forestale alla gestione selvicolturale è quindi un errore madornale e imperdonabile. Sarebbe come ridurre l’Ecositema Oceano alla sola gestione del Pescato, un settore che senza dubbio rappresenta un elemento economicamente importante: ma che nulla dice di Fitoplancton, Cetacei, Fauna Bentonica, Uccelli marini e Salute delle acque, fattori essenziali anche per l’equilibrio climatico».
Giustizia per gli alberi e i boschi
Ma forse qualcosa si muove, stando alle «indagini aperte a carico dei distruttori del bosco Procoio di Ostia, e dei massacratori delle alberature cittadine, indifferenti alle norme di tutela e convinti di poter restare sempre impuniti.
«L’ultimo caso emblematico — fa notare Franco Tassi — riguarda gli splendidi Pini sanissimi di viale Mascagni a Grosseto, rasi al suolo nel periodo primaverile di nidificazione degli uccelli, con pretesti a dir poco risibili, e malgrado le disperate proteste degli abitanti locali.
«Onore alla Procura della Repubblica del Tribunale di Grosseto, che ha aperto le indagini sul caso, restituendo così fiducia nell’opera della Magistratura: dato che, indipendentemente dall’esito finale del procedimento, l’aver acceso un faro sullo scempio avvenuto avrà certo un effetto deterrente sulle azioni future degli scriteriati detentori del potere. E vivissime felicitazioni al Gruppo di intervento giuridico onlus, che continua a porre il proprio impegno e le proprie competenze al servizio della collettività.
«Resta però — conclude — un’amara considerazione finale. Come mai c’è chi ancora approfitta del “blocco 2020” (piantiamola con “lockdown” o altri tristi anglicismi!) per far strage di alberi e di boschi? Sarà vero allora che, favorite dall’attuale immobilismo, emergono tutte le peggiori avidità, meschinità, malvagità e miserie umane? Basti pensare alle contorsionistiche elucubrazioni su mascherine, distanziamenti, alle tergiversazioni tra attività sportive e motorie, alle divertenti dissertazioni sui congiunti e alle pretestuose vivisezioni di ogni normale comportamento umano…».
R. V. G.