L’Ispra, nonostante le difficoltà dovute al post-lockdown, ha organizzato una tavola rotonda per permettere a ricercatori e promotori di interessanti iniziative di dialogare e promuovere la diffusione presso l’opinione pubblica generalista di un tema così pregnante per la salute dell’uomo e dell’ambiente tutto: la conservazione delle migliaia di specie di impollinatori e delle api in particolare
La pandemia ha cancellato tanti appuntamenti dalle nostre agende, uno degli appuntamenti passato in sordina è la Giornata mondiale delle Api, che si celebra il 20 maggio di ogni anno. Questa giornata ha lo scopo di sensibilizzare il grande pubblico sull’importanza degli impollinatori, sulle minacce che affrontano e sul loro contributo allo sviluppo sostenibile. Le api e altri impollinatori, come farfalle, pipistrelli e colibrì, infatti, consentono a molte piante di riprodursi, comprese numerose colture alimentari. Il 18 ottobre 2017, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha deciso di designare il 20 maggio poiché coincide con la data di nascita dello sloveno Anton Janša (1734-1773), che nel XVIII secolo fu un pioniere delle tecniche di apicoltura moderne nel suo paese natale.
L’Ispra, nonostante le difficoltà dovute al post-lockdown, ha organizzato una tavola rotonda per permettere a ricercatori e promotori di interessanti iniziative di dialogare e promuovere la diffusione presso l’opinione pubblica generalista di un tema così pregnante per la salute dell’uomo e dell’ambiente tutto: la conservazione delle migliaia di specie di impollinatori e delle api in particolare.
A questo proposito le tristemente famose morie di api che hanno colpito la sensibilità di molti, non hanno evidentemente reso consapevoli la maggioranza della popolazione, a dimostrazione del fatto che c’è un gran bisogno di divulgare il sapere attraverso i diversi media: l’Ispra per celebrare come si conviene un appuntamento tanto importante ha pubblicato il rapporto «Il declino delle api e degli altri impollinatori. Le risposte alle domande più frequenti».
Com’è ovvio la conoscenza, che il mondo scientifico intende divulgare attraverso i canali ufficiali degli addetti ai lavori, è il fondamento delle decisioni politiche a tutti i livelli. Mai come in questo periodo storico questa è stata una così granitica certezza. E nonostante ciò la politica fatica a intraprendere iniziative concrete tese a debellare alla radice i malanni: pesticidi, diffusione di monocolture intensive, cambiamenti climatici che favoriscono l’arrivo di patogeni o insetti letali per la salute degli impollinatori europei.
Inoltre occorre considerare il caso specifico delle api: non solo capaci di rendere possibile la fecondazione incrociata di numerose specie di piante, ma produttrici dei prodotti dell’alveare così tanto in voga nel micro mondo salutista oggi sempre più in espansione sia dal punto culturale sia commerciale, con importanti riflessi sulle economie umane.
Quindi l’equazione è tanto banale quanto essenziale: meno api significa meno miele e ancora meno api significa meno fiori e meno prodotti agricoli. Uno dei modi più efficaci per conoscere il mondo delle api e l’importanza degli impollinatori è semplicemente entrare in relazione con gli insetti.
L’associazione italiana di Apiterapia ha immaginato e realizzato, con l’ausilio di esperti dell’Istituto Zooprofilattico, un progetto concreto teso a trasmettere il sapere relativo alla vita delle api e all’importanza del loro contributo sulla nostra vita. Scolaresche in visite guidate per comprendere e cambiare la percezione delle api e l’approccio verso l’insetto da cui nella vulgata comune bisogna tenersi alla larga. Api invece sono esempio di grande organizzazione comunitaria, migliaia di soggetti (50-60mila) che contribuiscono con diverse funzioni all’unico scopo comune di garantire al benessere dell’intera comunità. Quale migliore esempio per la specie umana?
Per la ricerca scientifica poi gli impollinatori sono essi stessi oggetto di studio in quanto bio-indicatori: è possibile cioè comprendere l’ambiente nel quale gli insetti sono immersi attraverso lo studio dei prodotti dell’alveare così come del corpo stesso rilevando possibili inquinanti sulle api stesse e nei prodotti, indicando quanto un territorio sia soggetto ad agenti inquinanti potenzialmente dannosi per l’uomo. Operose ed estremamente intelligenti le api, sono capaci di spingersi per 2-3 km lontano dal proprio alveare e visitare tra mille e tremila fiori al giorno. Basti pensare che per produrre un grammo di miele un ape può fare fino a ottomila prelievi. E tutto questo sforzo senza considerare la breve vita delle api.
Per celebrarle sono state scritte poesie e favole, di cui le Nazioni Unite si sono fatte promotrici anche attraverso i canali ufficiali. Non solo miele e punture, ma ambiente e benessere generale in una sinergia intra-specie che l’uomo ha bisogno di riscoprire per rinnovare il suo approccio alla vita.
Vito Stano