In occasione della Giornata Mondiale delle tartarughe marine il Wwf ha liberato in mare due piccole Caretta caretta dal porto di Bisceglie e una terza, adulta, da Licata (Agrigento). È possibile inoltre seguire in diretta sulla pagina Facebook del Wwf Italia e in collegamento dal Centro di recupero tartarughe marine di Policoro la presentazione della nuova arrivata, Oceania, giovane Caretta caretta di 22 cm recuperata a largo delle coste di Policoro
Si celebra oggi la Giornata Mondiale delle tartarughe marine, che coincide con il compleanno di Archie Carr, conosciuto nel mondo come «il padre della biologia delle tartarughe marine», specie a cui ha dedicato la sua intera carriera di ricercatore. Le tartarughe sono animali che abitano i nostri mari, nidificano sulle nostre coste.
L’associazione ambientalista Wwf ha da sempre avviato importanti progetti per la loro conservazione e tutela salvaguardando la specie che per l’Italia è possibile anche grazie al lavoro di esperti e volontari che nel 2019 hanno infatti monitorato più di 2.400 chilometri di costa tra Calabria, Basilicata e Puglia e circa 1.000 in Sicilia con 39 nidi individuati che hanno portato verso il mare circa 2.200 tartarughini.
Le tartarughe, come i cetacei e gli squali, sono diventate di recente protagoniste di nuovi progetti di monitoraggio, che prevedono l’utilizzo di Tag satellitari. Una di queste è Erasmus, una femmina di Caretta caretta trovata da un mitilicoltore del Mar Piccolo di Taranto intrappolata in una rete fantasma e priva di un arto posteriore. Grazie al recupero e alle cure ricevute prima alla Sea Turtle Clinic dell’Università di Bari, poi dal Centro di recupero tartarughe marine Wwf di Policoro, la tartaruga è stata munita di un tag satellitare per cetacei, riadattato all’utilizzo per chelonidi, e liberata in mare; grazie a questo tag ora è possibile studiare gli spostamenti di Erasmus e viaggiare con lei nel Mar Piccolo di Taranto.
Ma si può seguire anche Alessandra, Caretta caretta dotata di tag satellitare e liberata lo scorso 18 maggio sempre a Policoro e che ora si trova a qualche chilometro dall’Oasi Wwf lungo le coste metapontine.
Ma per la difesa di questa specie la tecnologia a fianco degli esperti aiuta anche con l’utilizzo di droni, strumenti che permettono agli operatori di ridurre lo sforzo di monitoraggio, percorrendo più velocemente e senza sforzi fisici i tratti di costa da controllare favorendo inoltre, l’accesso in aree altrimenti impenetrabili (grazie all’utilizzo dei droni si è riusciti a passare da 600 chilometri percorsi a piedi dai volontari nel 2013 ai 1.800 chilometri percorsi con i volontari e il drone nel 2019 (dati Golfo di Taranto). Altro strumento al servizio degli esperti sono le mappature, lavoro importante e minuzioso svolto sul campo da volontari e ricercatori che ha permesso di costruire una nuova immagine delle coste frequentate dalle tartarughe marine e individuare importanti aree di nidificazione.
In occasione della Giornata Mondiale delle tartarughe marine il Wwf ha liberato in mare due piccole Caretta caretta dal porto di Bisceglie e una terza, adulta, da Licata (Agrigento). È possibile inoltre seguire in diretta sulla pagina Facebook del Wwf Italia e in collegamento dal Centro di recupero tartarughe marine di Policoro la presentazione della nuova arrivata, Oceania, giovane Caretta caretta di 22 cm recuperata a largo delle coste di Policoro.
Ma cosa fare se si incontra una tartaruga marina?
Anche in questo caso entrano in gioco le regole di pronto soccorso per le tartarughe stilate dal Wwf.
E allora se si avvista una tartaruga marina è importante registrare le coordinate del luogo di avvistamento, non inseguire l’animale e non tagliargli la strada con la barca, limitarsi ad osservarlo da una distanza di sicurezza e se la tartaruga non si immerge, resta ferma per lungo tempo, sanguina vistosamente o presenta pezzi di rete o lenze intorno al corpo intervenire e tentare di recuperarla contattando subito la Capitaneria di porto al numero gratuito 1530 e il personale specializzato di un Centro di recupero tartarughe marine.
Elsa Sciancalepore