Non toccare! puoi sporcarti…

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bambino scale corrimano
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Regole, avvisi, obblighi. Dubitare di tutti e di tutto è la scelta più sbagliata che esiste. Un punto fermo bisogna averlo… E i punti fermi li abbiamo. Perché strappare un fiore? prendere a calci un animale? andare a caccia e sparare su tutto oppure stipare le vittime nei congelatori. Si inizia così e poi pare quasi scontato passare dai fiori e gli animali alle persone

Quando ero piccolo e camminavo dando la mano a mio padre, probabilmente come tanti miei coetanei, mi piaceva quando scendevo le scale fare scorrere la mano sul corrimano.

Camminavo e toccavo tutto, pareti, colonne, pali della luce e stradali, oggetti… ed ho ancora nelle orecchie mio padre che mi riprendeva, spiegandomi che non stava bene toccare ogni cosa, che potevano essere sporchi perché non sapevo chi avesse toccato prima quegli oggetti.

Quando qualcuno dei parenti, degli amici, non stava bene, avvertivano: «non venire, tu hai il bambino…».

Erano gli anni del dopoguerra, i miei genitori, come la maggior parte, avevano appena la quinta elementare. Non c’era televisione e alla radio non intervistavano epidemiologi, virologi, igienisti… Avvisare quando c’era un malato in famiglia, non toccare ogni cosa… era ed è la cultura di base, il saper vivere, il saper anche sopravvivere ad un mondo in cui la cattiveria non era un confronto su Facebook, ma era praticata concretamente per strada, sul lavoro, nella vita di ogni giorno.

Ora, a sentire tante raccomandazioni, tanti consigli come se stessero regalandoti conoscenze preziose, francamente mi lasciano esterrefatto ed un po’ anche mi irritano.

Ora non dico che non credo, che esagerano, che mi vogliono manipolare, che vogliono limitare la mia libertà, che il pericolo non esiste… No, dico che abbiamo perso le conoscenze di base, dico che se ad ogni inciampo dimentichiamo come si cammina e dobbiamo fare riabilitazione, allora siamo davvero una specie che si sta estinguendo.

Da una parte c’è chi sa e ti chiede un atto di fede. Dall’altra ci siamo noi, che sappiamo poco, vorremmo sapere di più e non vorremmo firmare carte in bianco. Ma c’è anche chi non sa niente, che ti frulla nella testa delle fesserie e costringono chi sa (i primi) a chiudersi, a diffidare di tutti e, qualcuno fra di loro, anche a strumentalizzare la verità.

Non è un momento facile. E come regolarsi?

Informarsi sempre, verificare la fonte e non mandare il proprio cervello a riposo. E poi, applicando un po’ di sana conoscenza di base.

Dobbiamo resettare le nostre azioni, un po’ come si fa con i computer quando sono stati stressati e quando virus e malware li hanno rallentati ed esposti ad errori.

Come ci si comporta quando si ha nuovamente il computer a disposizione? si inseriscono i programmi sicuri, quelli che conosciamo, che abbiamo sperimentato e non ci hanno mai dato problemi.

Dubitare di tutti e di tutto è la scelta più sbagliata che esiste. Un punto fermo bisogna averlo…

E i punti fermi li abbiamo. Perché strappare un fiore? prendere a calci un animale? andare a caccia e sparare su tutto oppure stipare le vittime nei congelatori. Si inizia così e poi pare quasi scontato passare dai fiori e gli animali alle persone.

Ma queste cose le avrò dette, e non solo io, migliaia di volte ma tu, caro viandante che leggi questi pensieri o metterai un «mi piace» o farai spallucce, e poi che farai? ti comporti già così? hai fatto mille volte queste stesse riflessioni? e poi? e poi? e poi? ma non ti viene d’impazzire sapendo che tutti sanno queste cose e il mondo è sempre fermo anzi, arretra?

La conclusione è che ripetere queste cose all’infinito, dal non toccare, dal lavarsi le mani, dal rispettare ciò che ci circonda non serve. Sono le azioni che contano e, ancor prima, l’autorevolezza di chi le pronuncia.

Mio padre era una brava persona, gli piaceva il profumo della natura, la campagna, i prodotti genuini, non esagerava in niente, io l’ho imitato un po’ maldestramente, ma ora so che cosa voleva dirmi. Eppure non me lo ripete più, da tanti, tanti anni.

 

Ignazio Lippolis