Xylella, in Puglia è ecocidio, ora i reimpianti sono dannosi

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ulivi curati
Ulivi curati che hanno ripreso a vegetare
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«A questo punto e dopo tanti anni di mobilitazione, ci ritroviamo a lottare contro muri di gomma che non hanno reso possibile alcun confronto nel merito con chi (contrariamente a ogni evidenza scientifica ed empirica) sostiene che l’unica causa dei disseccamenti sia la Xylella e l’unico rimedio gli abbattimenti e i reimpianti, e ci chiediamo da che parte stiano le istituzioni»

Continua la distruzione degli ulivi pugliesi nella totale indifferenza di coloro che dovrebbero intervenire e legiferare in modo coerente e concorde con tutte le forze in campo. Invece Stato e Regione procedono in modo schizofrenico, senza tenere in alcun conto i tentativi positivi che ormai numerosi agricoltori stanno conducendo con l’aiuto di agronomi e ricercatori che applicano metodologie non invasive, non velenose e dai risultati evidenti.

Anzi, in filigrana appaiono scuole di pensiero differenti, difformità di intese e quindi obiettivi diversi. Il tutto nella totale esclusione dei diretti interessati: gli agricoltori.

Pubblichiamo integralmente un comunicato inviato da una serie di associazioni: Comitato per la Salvaguardia dell’Ambiente e del Territorio – Valle d’Itria, Associazione «Terra d’Egnazia», Redazione studenti di Emergenzaclimatica.it, Movimento No Tap/Snam della Provincia di Brindisi, Wwf Brindisi, Casa del Popolo Torre Santa Susanna, Popolo degli Ulivi, Rete Legalità per il Clima, Comitato pugliese «Acqua Bene Comune».

Ecco il testo.

Il ministero dell’Ambiente ha classificato le «misure per la competitività delle filiere agricole strategiche e per il rilancio del settore olivicolo nelle aree colpite da Xylella fastidiosa» (Legge 205/2017) come «sussidio ambientalmente dannoso» (Sad) poiché incentivano «un reimpianto con piante tolleranti al batterio che favorisce una riduzione di diversità di specie esponendo le stesse a nuove epidemie in futuro».

Proprio in questi giorni invece la Regione Puglia ha approvato i criteri e le modalità di concessione dei contributi per 40 mln di euro per il reimpianto di Leccino e Favolosa FS17 in zona infetta.

Chiediamo alla Procura di intervenire subito

1.400 incendi da metà giugno, quasi 30 roghi al giorno, molti dei quali dolosi. Ecco quanto si apprende dalla stampa mentre si continuano ancora a chiudere gli occhi sul problema reale del disseccamento che, lungi dall’essere strettamente correlato alla Xylella (come dimostrano i dati ufficiali dei monitoraggi e le pubblicazioni scientifiche del dott. Scortichini), è connesso alla salute del suolo e delle acque. Un albero che presenta una chioma disseccata (anche completamente) non significa che sia morto e, comunque, dare fuoco a un ulivo è e rimane un reato.

Qualcuno sta pensando di liberare velocemente il suolo da destinarsi, con tutta probabilità, ad altri business, come il megafotovoltaico? C’è il forte sospetto che questi incendi siano in parte legati allo sblocco dei finanziamenti per il reimpianto delle uniche due varietà consentite dalla legge, ovvero il Leccino (non autoctono e autosterile) e la FS-17 Favolosa (non autoctona e brevettata), adatte alla coltivazione superintensiva. Proprio in questi giorni, infatti, si apprende del via libera ai finanziamenti anche, a quanto pare, per reimpianti in particelle con vincoli paesaggistici e ambientali, compresi i casi in cui non siano state ancora dimostrate l’ottenimento delle autorizzazioni necessarie.

E benché c’è ancora chi sostiene che i nuovi impianti olivicoli superintensivi possano rappresentare una soluzione, sia sul piano

  • agronomico (anche se il Leccino non è resistente alla Xylella ed è soggetto a diverse forme di disseccamento causate da vari patogeni),
  • economico (anche se l’olio standardizzato è arrivato quest’anno ad essere venduto a 2,5 euro al chilo),
  • paesaggistico (facendo finta che i campi agro-industriali di ulivi disposti in maniera geometrica siano la stessa cosa delle campagne di ulivi plurisecolari e millenari),
  • ambientale (in questo caso è necessario ricordare che i giovani impianti intensivi e superintensivi richiedono enormi quantità di acqua ogni anno);

personaggi senza scrupoli distruggono (e permettono di distruggere), impuniti, la nostra Terra, il nostro Territorio, il nostro Futuro. E, a quanto pare, il «rimedio» si rivela peggiore del male.

A questo punto e dopo tanti anni di mobilitazione, ci ritroviamo a lottare contro muri di gomma che non hanno reso possibile alcun confronto nel merito con chi (contrariamente a ogni evidenza scientifica ed empirica) sostiene che l’unica causa dei disseccamenti sia la Xylella e l’unico rimedio gli abbattimenti e i reimpianti, e ci chiediamo da che parte stiano le istituzioni.

Adesso che anche il ministero dell’Ambiente conferma che i reimpianti di Leccino e Favolosa sono ambientalmente dannosi,

chiediamo pubblicamente alla Procura,

di fermare quello che si configura sempre più come un vero e proprio ecocidio, a spese dell’ambiente, della cultura, della storia, del paesaggio e delle comunità locali.

 

R. V. G.