Il tema insetti è un tema in movimento, sempre più studiato ma anche sempre più ignorato considerando le distruzioni a tappeto che questi piccoli abitanti del pianeta che ci hanno preceduto e ci sopravviveranno, devono subire. «Villaggio Globale» dedica il suo 92.mo numero proprio a loro. Un numero ricco di interventi e di aggiornamenti scientifici
Le api godono di buona stampa, così anche gli altri insetti impollinatori. Le zanzare e le mosche un po’ meno: nella scala delle nostre conoscenze sono un po’ indietro e fanno fatica ad essere accettati da noi umani. E gli umani si sentono esseri superiori ed intelligenti.
Un piccolo credito lo hanno quegli insetti che si possono mangiare e tradizionalmente fanno parte degli alimenti in alcune regioni del pianeta… che ora l’Onu vuole proporre al resto del mondo…
Insomma il tema insetti è un tema in movimento, sempre più studiato ma anche sempre più ignorato considerando le distruzioni a tappeto che questi piccoli abitanti del pianeta che ci hanno preceduto e ci sopravviveranno, devono subire.
«Villaggio Globale» dedica il suo 92.mo numero proprio agli insetti. Un numero ricco di interventi e di aggiornamenti scientifici. Una lettura appassionante e che tutti farebbero bene a leggere.
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Gli insetti, questi piccoli esseri che ci circondano e ci danno fastidio, che esistono anche se non li vediamo, che sono utili ma che non lo sappiamo, possono essere considerati come la prova della nostra presunzione, ignoranza e violenza.
Chi di noi non ha mai sognato un riposino sonnecchiando su un’amaca in campagna, o anche al mare o in un bosco di montagna senza sentire il ronzio di un insetto o l’avvicinarsi minaccioso di una zanzara?
Ebbene questo «sogno», dopo anni di veleni, pesticidi, incendi, stagioni impazzite, si sta realizzando. Ormai non si contano più gli insetti che sono scomparsi, quelli conosciuti e quelli ignoti. Li incontriamo ovunque, in tutti i luoghi della Terra. Gli scienziati non sono d’accordo su quanti esattamente stiano scomparendo, secondo una ricerca si parla del 41% delle specie in declino. Ed ovviamente l’habitat maggiore di regressione è la campagna. È qui che la lotta è stata senza quartiere.
Potremo quindi stare tranquilli a prendere il sole e il parabrezza dell’auto non si sporcherà più.
L’enorme capacità umana di alterare l’ambiente circostante sta premiando la tenacia dell’uomo economico. Quello che pensa prima al suo tornaconto personale senza rendersi conto delle conseguenze e fidando sulla sua presunzione e tecnologia.
Eppure questi esseri sono perfetti. Un miracolo della vita. Quelli che incontriamo oggi sono identici a quelli di milioni di anni fa.
Non solo, ma silenziosamente garantiscono, con l’impollinazione, il cibo al pianeta: per l’uomo e gli animali.
Ma non solo il cibo, anche la pulizia delle aree naturali e producono cibo usato dall’uomo o producono coloranti e loro stessi sono cibo…
Loro rappresentano lo «sconosciuto», il «pericolo» e noi senza pietà distruggiamo tutto, li schiacciamo prima ancora di capire se può danneggiarci.
Altra armonia regna nella biosfera. Ogni essere dipende dall’altro. Le piante non vivrebbero se non ci fosse il meccanismo dell’impollinazione veicolato dagli insetti. Alcune piante sanno quali sono gli insetti che possono danneggiarle e lanciano segnali ai vicini, altre piante si alleano ad esempio con le formiche, altre ancora se ne cibano. E poi vi sono gli insetti «carnivori» che si nutrono di altri insetti.
Un mondo in equilibrio se l’uomo non intervenisse a romperlo. Ma tutte queste cose l’uomo le ha scoperte, studiate, le conosce ma le ignora. Eppure si vanta di essere superiore perché ha l’intelligenza. Gli altri viventi che ci circondano per l’uomo non sono intelligenti eppure sono loro che replicano la vita e ci permettono di esistere.
Viviamo in uno strano pianeta o, forse, siamo capitati per sbaglio su un pianeta che ancora non conosciamo…
Ignazio Lippolis