Teoria delle Geodetiche e la Relatività Ristretta
Partendo dal pensiero filosofico di Filolao potremmo riuscire a dimostrarne la sua fondatezza grazie agli strumenti matematici attuali applicati in particolare al cono-luce ma dato che nessun corpo materiale potrà mai superare la velocità della luce, pur ipotizzando la giusta collocazione dell’AntiTerra in un «Altrove» nel multiverso, potremo solo immaginare di raggiungerla quando saremo energia pura. In tal caso giunti sull’AntiTerra penseremo alla nostra Terra come se avessimo vissuto un sogno
Filolao è stato un filosofo, astronomo e matematico greco nato a Crotone nel 470 a.C..
Si ritiene abbia contribuito a esportare il pensiero della scuola pitagorica fuori dai confini ellenici. La sua impostazione filosofica lo spinse a ritenere che la Terra avesse un pianeta gemello chiamato AntiTerra, disposti fra loro agli antipodi rispetto ad un fuoco centrale che egli definiva Hestia.
Si può ritenere che Filolao sia stato un precursore del modello non geocentrico due secoli prima dei calcoli di Eratostene che riuscì a misurare la lunghezza del meridiano terrestre.
L’AntiTerra
Alcuni scienziati, nel secolo scorso, avevano ipotizzato che AntiTerra potesse trovarsi sulla stessa orbita terrestre diametralmente opposta al nostro pianeta, ma con l’avvento dei satelliti artificiali e con l’ausilio di calcoli matematici si è visto che sull’orbita terrestre vi è soltanto la Terra.
Prendendo spunto dal pensiero di Filolao, sono stati scritti romanzi e anche una canzone che raccontano del nostro pianeta gemello, AntiTerra, che etimologicamente deriva dal greco antico e significa seconda Terra.
Si parla di AntiTerra nel romanzo del francese C.H. Badet «Decimo Pianeta» pubblicato nel 1954 in cui si narra di un mondo speculare alla Terra e nel romanzo «Contro il giorno» pubblicato nel 2006 dallo scrittore americano Thomas Pynchon.
«Ada o ardore» è un romanzo di Vladimir Nabokov pubblicato nel 1969.
È ambientato in un mondo parallelo chiamato AntiTerra; nel romanzo gli abitanti dell’AntiTerra sanno che da qualche parte nell’universo esiste un’altra Terra e molti sembrano augurarsi che dopo la morte la loro anima vaghi fino a Terra. Terra e Antiterra differiscono fra loro solo per gli accadimenti storici verificatisi, per esempio su AntiTerra la rivoluzione russa non è mai scoppiata ed è tecnologicamente più evoluta della nostra Terra.
Il cantautore Alessio Toscano Raffa ne parla nella canzone «Viaggio agli antipodi della Terra».
AntiTerra è descritta molto bene anche nel film del 1969 «Doppia immagine nello specchio» in cui i suoi abitanti sono esteriormente identici a noi ma con chiralità opposta, per esempio hanno la distribuzione degli organi interni invertita rispetto alla nostra.
Volendo però considerare l’esistenza dell’AntiTerra in termini puramente scientifici non si può non fare riferimento al multiverso, cioè all’insieme di tutti i possibili universi paralleli al nostro.
Secondo me l’ipotesi di Filolao riguardante l’esistenza di una seconda Terra speculare al nostro pianeta, chiamata AntiTerra, non è assolutamente errata. Il filosofo greco ha sbagliato solo nel collocarla sulla stessa orbita terrestre agli antipodi della Terra ma del resto egli non poteva avere a quei tempi la concezione di multiverso.
Il primo filosofo che parlò per la prima volta degli infiniti mondi possibili fu Giordano Bruno nel «De Infinito». Egli per mondo intendeva l’Universo intero e quindi teorizzando gli infiniti mondi possibili in cui vi si trovano anche infinite altre Terre con infiniti altri Soli ed altri corpi celesti è stato il vero precursore del concetto di multiverso e ciò fu sufficiente per essere condannato al rogo per eresia nel 1600.
Il cono-luce
Prima di parlare del multiverso sarebbe opportuno considerare il cono-luce.
I matematici chiamano semplicemente cono questo cono doppio.
In particolare questo cono, rappresentando il percorso descritto dalla luce, viene definito cono-luce.
Si definisce linea d’universo l’insieme dei punti dello spazio-tempo corrispondenti al moto di una particella. Quindi la linea d’universo fornisce la storia di una particella nel tempo. Se il moto avviene a velocità costante la linea d’universo sarà una retta passante dall’origine e confinata all’interno del cono-luce. Gli eventi che si verificano all’interno del cono-luce sono collegati dal rapporto di causa ed effetto.
Per la scienza attuale l’asse del cono-luce è considerato asse dei tempi e l’asse delle ascisse corrisponde ad una dimensione dello spazio. Ciascuna delle due falde rappresenta un tempo, il futuro assoluto corrisponde al semiasse positivo del tempo e il passato assoluto corrisponde al semiasse negativo del tempo, entrambi rispetto all’evento O.
Inoltre, gli scienziati sostengono che se fosse possibile viaggiare a velocità iperluminale si potrebbe viaggiare nel nostro passato, niente di più sbagliato, se ciò fosse possibile ci renderemmo conto che non saremmo andati indietro nel nostro tempo ma avremmo scoperto un universo parallelo al nostro.
Il nostro passato è andato via per sempre. Il filosofo Eraclito affermava che: «Non ci si può bagnare per due volte nella stessa acqua di uno stesso fiume».
Per la T.d.G. invece l’asse del cono-luce è una dimensione di tipo spaziale in cui il tempo è bloccato, pertanto ciascuna delle due falde rappresenta uno spazio assoluto 6D e non un tempo assoluto.
All’interno di ciascuna falda sono descritte le linee d’universo dei corpi materiali nel loro stato di moto. Lo spazio percorso dal corpo materiale e il tempo impiegato a percorrerlo sono entrambi relativi alla velocità considerata, dovendo soddisfare le equazioni della contrazione delle lunghezze e della dilatazione dei tempi.
Nel cono-luce, le due falde delimitano le linee d’universo di due universi paralleli speculari, entrambi costituiti da materia ma con chiralità opposta, pertanto l’Antiterra è posizionata in un universo parallelo al nostro.
Gli scienziati osservano sperimentalmente che nel nostro universo il neutrino è solo sinistrorso e non trovano alcun neutrino destrorso. In realtà nell’universo parallelo che contiene l’Antiterra vi sono solo neutrini destrorsi.
La simmetria totale, l’ordine e quindi la perfezione non possono essere ricercate in un solo universo ma nel cosmo intero, cioè nell’insieme di tutti i possibili universi e quindi in uno spazio assoluto a più dimensioni. Non è un caso che il termine «Cosmo» derivando dal greco significhi proprio «Ordine» e sia antitetico al «Caos».
Nel big bang si sono formati quattro universi, due universi paralleli costituiti da materia ma con chiralità opposta e altri due universi paralleli costituiti da antimateria sempre con chiralità opposta. Queste sono le minime ed uniche configurazioni possibili e non vi è ragione di pensare che la natura ne abbia preferito solo alcune, inoltre la natura non ha necessità di creare coppie perfettamente identiche fra loro.
Sovrapponendo il cono-luce alla Fig. 1 (con il vertice situato nel «Fuoco Centrale») schematizzata da Filolao si può comprendere bene che Terra e AntiTerra si trovano fra loro agli antipodi in due universi paralleli separati fra loro nel multiverso, Filolao lo definiva semplicemente «Il Fuoco Centrale».
Il Multiverso
L’AntiTerra si potrà raggiungere solo viaggiando nel multiverso e quindi nell’iperspazio profondo a velocità iperluminale uscendo dal nostro cono-luce la cui velocità di fuga è proprio v= λ. Dato che la materia non può neanche raggiungere la velocità della luce, il corpo che potrà lasciare il nostro cono-luce potrà essere solo una energia costituita da una informazione quantizzata in termini di bit.
Nella Teoria delle Geodetiche si dimostra l’equazione generale del tempo che sostituisce l’equazione della dilatazione del tempo di Einstein
(1)
dove:
v=λ è la velocità dell’energia oscura lungo una stessa linea temporale l.t. ed il suo valore numerico esatto è pari a 300.000 km/s.
Δt′1 è il tempo proprio relativo al corpo che si sposta a velocità costante v1.
Δt′2 è il tempo proprio relativo al corpo che si sposta a velocità costante v2.
Si osserva dalla (1), che sostituendo v2= λ, per l’energia oscura il tempo risulta essere bloccato. Esiste quindi una dimensione spaziale, a noi oggi del tutto sconosciuta, dove pur spostandosi a velocità costante v=λ il tempo non scorre.
Per questa dimensione tutti i tempi, passato, presente e futuro coesistono nello stesso istante.
Per un fotone, invece, il tempo scorre ma in modo talmente lento da sembrare eterno.
L’equazione generale del tempo pone in relazione i tempi propri di due corpi che si spostano alle rispettive velocità v1 e v2 senza dover considerare un corpo in quiete e l’altro in moto relativo verso di esso. Infatti entrambe le velocità sono riferite alla velocità costante v=λ dell’energia oscura (vento d’etere) delle quali costituisce il sistema di riferimento inerziale assoluto.
Il prof. Robert Resnick, docente di Fisica presso l’Istituto Politecnico Rensselaer, nel suo testo dal titolo «Introduzione alla Relatività Ristretta», dimostra che nelle regioni 1 e 2 del cono-luce il tempo proprio è una quantità reale, mentre nelle restanti regioni 3 il tempo proprio è una quantità immaginaria. Egli sostiene, inoltre, che un valore immaginario di tempo proprio corrisponde ad una velocità superiore alla velocità della luce c.
L’equazione generale del tempo della T.d.G. è coerente con le proprietà del cono-luce descritto dal prof. Resnick.
Come già detto, si osserva dalla (1) che sostituendo v2=λ, per l’energia oscura il tempo proprio è nullo, qualsiasi sia il tempo proprio trascorso per il corpo che si sposta alla velocità v1.
Ma vi è molto di più. L’equazione (1) mette anche in relazione il tempo proprio di un corpo che si sposti a v<λ con un altro che si sposti a velocità iperluminale v>λ. Si osserva che al tempo proprio reale riferito al corpo che si sposta a velocità subluminale corrisponde un tempo proprio immaginario del corpo che si sposta a velocità v>λ, proprio come previsto dalla teoria del cono-luce.
Infine, confrontando due velocità iperluminali si verifica che a entrambe corrispondono due tempi propri immaginari, sempre in perfetto accordo con le proprietà del cono-luce.
In sintesi, l’equazione generale del tempo (1) da me ricavata nella teoria denominata «Teoria delle Geodetiche» pone in relazione i tempi propri di due corpi che si spostano a qualsiasi velocità costante sia interna al cono-luce che iperluminale. Pertanto l’equazione (1) unifica, confrontandole, sia le velocità interne al cono-luce sia quelle ad esso esterne.
Il tempo proprio all’interno del nostro cono-luce è reale. Il limite della velocità della luce costituisce una barriera energetica invalicabile per qualsiasi corpo materiale. Ad un corpo che si trovi oltre tale barriera corrisponderà un tempo immaginario rispetto al nostro. Un osservatore posto sulla Terra misurerà sull’AntiTerra un tempo proprio immaginario e viceversa.
Partendo dal pensiero filosofico di Filolao potremmo riuscire a dimostrarne la sua fondatezza grazie agli strumenti matematici attuali applicati in particolare al cono-luce ma dato che nessun corpo materiale potrà mai superare la velocità della luce, pur ipotizzando la giusta collocazione dell’AntiTerra in un «Altrove» nel multiverso, potremo solo immaginare di raggiungerla quando saremo energia pura.
In tal caso giunti sull’AntiTerra penseremo alla nostra Terra come se avessimo vissuto un sogno.
Massimo Del Vecchio