Questa piccola nota è rivolta ai Lettori. Li invito a diffidare da coloro che non sanno distinguere la propaganda dall’informazione, ed anzi la minacciano. E sanno solo insultare ed esibire i loro titoli che in fondo restano solo pezzi di carta quando non sono sostanziati dall’intelligenza dell’interlocuzione corretta
Abbiamo pubblicato una notizia inviataci da Giuseppe Vinci che riferiva del taglio di un ulivo a Polignano ritenuto infetto da Xylella. Secondo le normative vigenti doveva essere tagliato, e con lui anche altre piante nel raggio di 50 metri.
Un atto ufficiale, con probabili esami ed autorizzazioni, compiuto in un modo molto discutibile e «misterioso», poiché effettuato di notte.
Vinci ha giustamente ricordato il caso dell’ulivo di Monopoli, dichiarato infetto ma poi non risultato da un esame successivo e, fortunatamente, messo in salvo dal sequestro della Procura di Bari.
Giusto per sottolineare che la scienza è scienza, ricerca e approfondimento, e non un editto dell’esattezza autoreferenziale e al disopra di ogni sospetto solo per la presenza della parola «scienza».
Se così fosse saremmo ancora fermi a Galileo.
Ora questa notizia ha scatenato in vari gruppi, opinioni contrastanti. La massima delusione deriva dal fatto che sotto la parola scienza alcuni si arrogano il diritto, tutto scientista, di essere nel giusto. Ma così non è. Perché esistono altri ricercatori che hanno mostrato, con ricerche e pubblicazioni scientifiche che esistono altre strade che l’abbattimento.
Non faccio un noioso elenco di link. Chi è sinceramente interessato sa bene dove andare a guardare. E se la pigrizia o l’ignoranza lo possiede può navigare nel nostro sito (vglobale.it) e troverà numerosi articoli.
In secondo luogo, non è assolutamente il caso di prendersela con un organo di informazione che ha il solo torto di dare le notizie.
Questa piccola nota è rivolta ai Lettori.
Li invito a diffidare da coloro che non sanno distinguere la propaganda dall’informazione, ed anzi la minacciano. E sanno solo insultare ed esibire i loro titoli che in fondo restano solo pezzi di carta quando non sono sostanziati dall’intelligenza dell’interlocuzione corretta.
Ignazio Lippolis