Il biologico è l’unica risposta
Tre i temi da incentivare: Riservare nel Piano strategico nazionale il 30% del budget per il primo e secondo pilastro della Pac per clima e ambiente; Superare i titoli storici; Investire in maniera strategica sul biologico. E la Puglia approva il Piano anti Xylella che prevede l’impiego di fitofarmaci
Si è tenuta l’audizione sul Piano nazionale politica agricola comune organizzato dalla Commissione agricoltura e con la partecipazione dei rappresentanti di Federbio, dell’Associazione italiana per l’agricoltura biologica (Aiab) e dell’Associazione nazionale agricoltura biologica (Anabio), sugli obiettivi del Piano strategico nazionale.
Molti gli argomenti discussi in videoconferenza…
La Federbio ha discusso, ad esempio, sull’obiettivo strategico nazionale che è quello di recepire le politiche Farm to fork, strategia che fa parte del Green Deal della Commissione europea che vuole rendere sostenibile il sistema alimentare, e della biodiversità che sono le politiche di settore finalizzate al raggiungimento della neutralità climatica in Europa entro il 2050, obiettivi da inserire nella Politica agricola comune (Pac) per spingere l’agro ecologia di cui il biologico è l’esperienza più diffusa.
25% di biologico, 50% di riduzione dei pesticidi, 50% di riduzione di antibiotici, 20% di riduzione dei fertilizzanti devono essere obiettivi del Piano strategico nazionale. E il biologico in Italia è un opportunità perché si parte da una superficie doppia rispetto a quella presente in Europa con ricerca e innovazione da incentivare coinvolgendo anche il resto dell’agricoltura per permettere una riduzione dei pesticidi in maniera diffusa.
Tre i temi da incentivare:
- Riservare nel Piano strategico nazionale il 30% del budget per il primo e secondo pilastro della Pac per clima e ambiente;
- Superare i titoli storici;
- Investire in maniera strategica sul biologico.
L’Aiab ha sottolineato come sia preoccupante il ritardo del Piano strategico nazionale con l’agricoltura che rappresenta il maggiore imputato ai cambiamenti climatici e il settore che più di altri può fare la differenza promuovendo l’agricoltura biologica. Alcuni passi sono stati fatti ma sono insufficienti in relazione all’avanzare del cambiamento climatico e ambientale e in questo momento, evidenzia l’associazione, si vivono molte situazioni contraddittorie come quella che vede la Commissione approvare il Green Deal con il biologico in primissimo piano e un Parlamento che licenzia una prima lettura della Pac che limita gli obiettivi.
L’Italia non ha brillato in agricoltura rispetto alle tematiche europee e il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) cita l’agricoltura ma mancano di fatto le direttive da seguire.
Si ha un metodo certificato del biologico con approcci positivi per l’ambiente e per i consumatori ma proprio l’Italia, che è leader nel biologico, non ha un legge sul bio. Un quadro che vede invece in Europa crescere, nel Piano strategico europeo, l’importanza per l’argomento e un Italia che sta rimanendo indietro e questo con tutta una serie di problematiche che potrebbero svilupparsi nell’immediato come la possibilità che l’agricoltura italiana sia messa sotto scacco da quella comunitaria.
È necessario pertanto andare a colmare questa distanza che si sta creando con l’Europa e nel Piano strategico nazionale deve esserci il biologico come cornice nella quale si va ad operare e pilastro dell’agricoltura sostenibile.
Ma per dare evidenza a questo percorso è necessario metterci i fondi perché pensare ad uno sviluppo del biologico con un aumento della superficie a bio dal 15% al 25% ma non pesare ai fondi è un ragionamento che non può reggere.
Anche per Anabio è preoccupante che non ci sia una bozza del Piano strategico nazionale. Il Piano d’azione europeo dell’agricoltura biologica si articola in 3 assi e 23 azioni principali finalizzate a:
- Stimolare la domanda e garantire la fiducia del consumatore;
- Stimolare la conversione e rafforzare l’intera catena del valore;
- Migliorare il contributo dell’agricoltura biologica alla sostenibilità.
E il Commissario europeo ha chiesto agli Stati membri azioni specifiche per sostenere questi punti.
Per Anabio una riconversione significativa non può essere raggiunta con i vecchi sistemi produttivi; l’obiettivo del 25% dei terreno agricoli coltivati con biologico entro 2030 deve prevedere azioni importanti. Il Piano strategico nazionale deve prevedere indicatori quantitativi, target più ambiziosi e scadenze chiare. E coordinare questo processo con i Piani di sviluppo regionale.
Ed è proprio sulla questione regionale che si evidenzia come in regione Puglia sia stato approvato il Piano anti Xylella per il 2021. La Giunta regionale, nella seduta del 6 marzo, ha dato il via libera al Piano d’azione per contrastare la diffusione di Xylella fastidiosa sul territorio pugliese.
Si è quindi definito che per contrastare l’avanzata del batterio si potrà ricorrere, insieme ai veleni che uccideranno insetti e avveleneranno le piante, anche prodotti biologici. Una situazione in assoluta controtendenza con quelle che rappresentano le direttive comunitarie che prevedono uno sviluppo ambizioso del biologico come unica strada per un’agricoltura sostenibile. E l’alternativa ai fitofarmaci c’è…
Elsa Sciancalepore