Un inceneritore a Bari contro direttive europee…

1524
fuoco incendio
Tempo di lettura: 3 minuti

…ma con il beneplacito della Regione Puglia

Il ricorso al Tar del Comitato «No Inceneritore»

«La Determina Dirigenziale, in quanto tale — si legge in un comunicato del Comitato “No Inceneritore” — merita di essere impugnata per evidenti vizi procedimentali, quali l’eccesso di potere per omessa e carente istruttoria, violazione del giusto procedimento, violazione e/o falsa applicazione della direttiva comunitaria 2008/98/CE, che, tra le altre cose, impone, in materia di incenerimento, una istruttoria di carattere tecnico e scientifico, esperita in contraddittorio con le popolazioni rappresentate dai Sindaci dei Comuni interessati dall’impianto»

La rappresentante legale Corsina Depalo del Comitato «No Inceneritore», in prossimità della discussione del ricorso presso il Tar, ci ha inviato un comunicato che pubblichiamo integralmente. L’iniziativa del Comitato punta ad impedire irregolarità nella costruzione di un inceneritore nella zona industriale di Bari. È un altro caso in cui la Regione non si preoccupa di coinvolgere i cittadini, di valutare seriamente le documentazioni e scaricando sulla popolazione le conseguenze certamente non salutari di questo tipo di impianto. Sull’operato dell’Itea ci siamo più volte occupati con l’ausilio di ricercatori.

Il Comunicato

Il Comitato «No Inceneritore», rappresentato giuridicamente dalla Ins. Corsina Depalo e difeso in giudizio dall’Avv. Luigi Campanale del Foro di Bari, che conta al suo interno sia singoli cittadini che altri comitati e associazioni ambientaliste e di volontariato, si prepara a discutere il 27 aprile 2021 il ricorso al Tar Puglia per l’annullamento delle autorizzazioni ambientali rilasciate dalla Regione Puglia alla Newo S.p.A. per la realizzazione in zona Asi Bari-Modugno, in territorio di Bari e in prossimità del quartiere San Paolo, di un mega inceneritore a ossicombustione di rifiuti urbani e speciali, anche pericolosi.

Come è noto il Comitato nacque nel 2018, in seguito ad iniziative di proteste pubbliche che raccolsero le adesioni di un vasto territorio dell’hinterland barese, per fermare la realizzazione dell’impianto (unico al mondo), basato su una tecnologia Itea da tempo in fase di sperimentazione, ancora non conclusa ma intanto oggetto di valutazione non positiva da parte di Arpa Puglia che ne sconsigliava la prosecuzione già nel 2017.

L’impianto Itea presso Gioia del Colle, di dimensioni notevolmente ridotte rispetto al progetto della Newo per Bari, è anche stato oggetto di sequestri e dissequestri a parte dell’Autorità Giudiziaria, nonché di proteste dei cittadini in relazione alla possibile nocività delle sue emissioni.

Noi del comitato abbiamo appreso, da documenti depositati in giudizio dalla Newo, che la Regione Puglia, con un atto autocratico, ha ritenuto che le modifiche progettuali dell’impianto di incenerimento non siano sostanziali, riguardando «l’attuazione e la compliance del progetto alle nuove Bat…., in quanto tali rappresentano tutti interventi finalizzati a migliorare il rendimento e le prestazioni ambientali”. Pertanto, non ritenendo “sostanziali ai fini Via,…. Le modifiche progettuali proposte dalla società Newo S.p.a.” non assoggettate alla procedura di Verifica di Assoggettabilità a Via e/o Via…».

La Determina Dirigenziale, in quanto tale, merita di essere impugnata per evidenti vizi procedimentali, quali l’eccesso di potere per omessa e carente istruttoria, violazione del giusto procedimento, violazione e/o falsa applicazione della direttiva comunitaria 2008/98/CE, che, tra le altre cose, impone, in materia di incenerimento, una istruttoria di carattere tecnico e scientifico, esperita in contraddittorio con le popolazioni rappresentate dai Sindaci dei Comuni interessati dall’impianto.

Ciò non di meno, rileviamo che, il suddetto provvedimento, viene emanato in prossimità della discussione (27/04/2021) del merito dei ricorsi a mezzo dei quali è stato impugnato l’originario provvedimento autorizzativo la costruzione dell’impianto, e, ciò potrebbe portare a pre-giudicare i giudizi pendenti innanzi il Tar Bari, senza che alcuno abbia conoscenza di quanto sta accadendo. Con il presente comunicato vogliamo, con una operazione verità, far sapere ai cittadini che, ancora una volta, la Regione Puglia, «delegando» la propria burocrazia, non si assume la responsabilità politica che la costruzione di un inceneritore comporta.

In tale quadro politico, riteniamo naturale che il Comune di Bari assuma una posizione coerente rendendosi promotore di un’azione contro la Determina Regionale su menzionata anche in considerazione del fatto che lo stesso Comune è stato rigorosamente sottoposto a Valutazione di impatto ambientale (Via) per le piste ciclabili.

Per quanto ci riguarda faremo tutto quanto è in nostro potere per riportare nell’alveo delle norme, previste dall’ordinamento Comunitario e Nazionale, l’impianto di incenerimento della Newo e quindi chiederemo di annullare l’autorizzazione originaria e la determina innanzi citata.

 

Il Comitato «No Inceneritore»

La rappresentante legale Corsina Depalo