Le nuove tecnologie segnano l’inizio di una terza rivoluzione industriale, o postindustriale, in cui il crescente spostamento dei fondamentali della crescita dalla produzione di beni materiali a quella di servizi immateriali, dalla realizzazione di un prodotto alla sua ideazione e concezione, determina la nuova centralità della conoscenza, dell’informazione, dell’accesso alle reti come strumento di creazione di valore sociale ed economico
L’innovazione è oggi finalmente al centro dell’agenda Italia, le cui risorse pubbliche e private sono da anni molto inferiori a quelle delle maggiori economie mondiali. Occorre promuovere forme di innovazione nelle organizzazioni, nei processi gestionali, produttivi, distributivi e d’approvvigionamento, un’innovazione diffusa che ha nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione l’indispensabile strumentazione abilitante.
L’innovazione deve avere una portata, una pervasività e un’incidenza molto più ampia e capillare, deve toccare tutti i gangli vitali dell’economia e della società, nel pubblico e nel privato, deve essere componente primaria di un moderno Sistema Paese.
Le nuove tecnologie segnano l’inizio di una terza rivoluzione industriale, o postindustriale, in cui il crescente spostamento dei fondamentali della crescita dalla produzione di beni materiali a quella di servizi immateriali, dalla realizzazione di un prodotto alla sua ideazione e concezione, determina la nuova centralità della conoscenza, dell’informazione, dell’accesso alle reti come strumento di creazione di valore sociale ed economico.
Queste tecnologie trasformano il modo di fare impresa, di differenziarsi ed essere competitivi, di fare Pubblica Amministrazione, cambiano gli stili di vita e di consumo, i comportamenti, attivano la circolazione della conoscenza e aprono opportunità nuove per tutti, come nuovi sono i problemi che pongono e che vanno compresi ed affrontati
Lo sviluppo è il tema centrale oggi per tutti i Paesi economicamente avanzati e continua a crescere il numero di investitori che guardano alle tecnologie verdi.
L’innovazione nel campo dell’energia solare ed eolica e la produzione di batterie per auto elettriche hanno generato nuovi investimenti green che interessano tanto la Cina quanto gli Stati Uniti d’America e l’Unione europea.
Ciò ha generato una nuova spinta agli investimenti green da parte di molte società e aziende: quella della tecnologia pulita 2.0.
L’energia solare è diventata la più economica al mondo. Con la rapida espansione cinese nella progettazione di pannelli solari il costo di questa forma di tecnologia verde si è ridotto fino all’80 per cento. Infatti, con l’aumento della produzione, è precipitato il prezzo della materia prima utilizzata per le celle solari, il polisilicio. Dal 2015 la gran parte dei pannelli solari proviene dalla Cina con la conseguenza che quasi tutte le società sostenute dalla Silicon Valley sono fallite o sono state acquisite dal Paese asiatico.
Per quanto riguarda le batterie, A123 Systems è stata acquistata dal produttore cinese di componenti per auto Wanxiang Group per la cifra di 257 milioni di dollari.
Aziende come la Roscheisen, che aveva inventato un’alternativa al pannello solare in silicio, hanno chiuso i battenti per poi riconvertirsi, ad esempio producendo diamanti coltivati in laboratorio.
È una delle tante storie di realtà, che tra il 2006 e il 2016 avevano fatto parte della prima ondata di start-up specializzate in energia pulita, che non sono riuscite a svilupparsi (perdendo la metà degli investimenti), mentre Pechino incanalava capitali, terreni e incentivi per sostenere le proprie società specializzate nella produzione di energia solare ed eolica, così come di batterie per veicoli elettrici.
Questa situazione non ha però scoraggiato alcuni tra i ricchi miliardari americani. È il caso di Bill Gates che, nel 2015, insieme a Jeff Bezos, fondatore di Amazon, e Richard Branson, fondatore di Virgin Group, dà vita alla Breakthrough Energy Coalition. Un gruppo mondiale di 28 investitori ad alto patrimonio che punta su start-up che guardano alle novità nel settore dell’energia pulita, come l’idrogeno verde.
In un mondo sempre più provato dalle azioni deleterie di noi uomini, è arrivato il momento di cambiare i nostri stili di vita, di scegliere di salvaguardare il pianeta e vivere in armonia con la natura. Così come gli effetti negativi del cambiamento climatico coinvolgono più o meno tutti, così la riduzione dell’impatto ambientale riguarda ogni singolo individuo.
Ma quali sono le possibili soluzioni al riscaldamento globale? Cosa può fare una persona o uno Stato per cambiare la rotta e per rendere il mondo più verde e sostenibile?
La nostra vita, dal cibo al lavoro, dai vestiti alle case, si basano ancora oggi sui combustibili fossili e sul petrolio.
Le tecnologie per un vivere più verde esistono, basta usarle. Una persona che installa a casa sua pannelli solari e fotovoltaici, sceglie di acquistare una macchina elettrica, sceglie vestiti ecologici può fare la differenza.
La sharing economy permette a tutti di acquistare molte meno cose, è possibile condividere la bici, ma anche la macchina, la casa delle vacanze, gli spazi per l’ufficio e tanto altro. È una soluzione al cambiamento climatico alla portata di tutti, che permette di risparmiare soldi e consumi, producendo meno.
Ogni giorno miliardi di persone si recano a lavoro. Quanti tra questi usano la macchina, magari da soli? Tantissimi, e infatti il trasporto è la seconda fonte di emissioni di CO2 negli Stati Uniti. Eppure sarebbe così facile ridurre drasticamente i consumi. Ognuno di noi potrebbe pensare a vivere più vicino al posto di lavoro, usare la bici, il trasporto pubblico o usufruire dei servizi di car sharing. Le aziende potrebbero dare la possibilità ai propri dipendenti di lavorare, anche solo qualche giorno alla settimana, da casa.
Mangiare meglio e naturale è anche salutare sia per se stessi che per l’ambiente: mangiare meno carne, scegliere prodotti biologici e locali, che non hanno fatto il giro del mondo per arrivare sulla tavola.
Ed ancora: se si ha una casa con una classe energetica bassa, si potrebbe pensare a una ristrutturazione per renderla a basso consumo energetico, usufruendo degli attuali incentivi, cosicché si possa risparmiare e allo stesso tempo preservare l’ambiente. I nostri comuni e le nostre regioni dovrebbero investire anch’essi nel miglioramento delle infrastrutture delle nostre città: una strada dissestata rende inferiore le prestazioni anche dei veicoli più efficienti.
Gli alberi, poi, possono rappresentare una soluzione rapida per combattere il riscaldamento globale, ma ogni anno vengono distrutte 130mila chilometri quadri di foreste, distruggendo la biodiversità di questi incredibili ecosistemi.
È difficile crederci, ma si spende più elettricità per i dispositivi elettronici quando questi sono apparentemente spenti. Quella luce rossa dei televisori, i computer collegati, e tanti altri dispositivi ed elettrodomestici fanno aumentare notevolmente le nostre bollette e la nostra impronta ecologica.
Allo stesso tempo, se si rende necessario acquistare una nuova lavatrice, un nuovo frigo o qualche altro elettrodomestico, la scelta deve necessariamente essere orientata verso quelli efficienti che permetteranno di risparmiare sulla bolletta e soprattutto sulle emissioni di CO2.
Essere consapevoli è il primo passo per cambiare i nostri stili di vita; ognuno di noi può fare la differenza e rendere il mondo più sostenibile; non solo nella vita di tutti i giorni.
Francesco Sannicandro , già Dirigente Regione Puglia e Consulente Autorità di Bacino della Puglia