Il gabbiano corso ci ha mollati

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Gabbiano corso polignano
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Abbandonato lo Scoglio dell’Eremita a Poligano

La protezione effettiva, in realtà, non si è mai concretizzata. C’è di più. La Regione Puglia, con risorse finanziarie dei fondi strutturali UE 2014/2020, ha investito quasi 300mila euro per la protezione ed il monitoraggio della colonia di Gabbiano corso. Soldi assegnati nel 2018 al Comune di Polignano a Mare che aveva presentato istanza e progetto. Da allora, però, non è accaduto nulla o quasi

Nei giorni in cui si è celebrata la morte di Napoleone a Sant’Elena, un altro «Corso» ci ha abbandonato. Si tratta del Gabbiano corso (Larus audouinii) che sullo Scoglio dell’Eremita, a 50 metri di distanza dall’abitato di Polignano a Mare, aveva formato la prima, e ad oggi unica, colonia nel mare Adriatico italiano. La specie fa parte della grande famiglia dei laridi (gabbiani) endemica del Mediterraneo, con le principali popolazioni nidificanti concentrate in Spagna, Italia e Grecia.

Che la colonia polignanese di Gabbiano corso, protetta da numerose normative nazionali, comunitarie ed internazionali perché specie a rischio di estinzione, fosse in pericolo lo denunciarono formalmente gli zoologi del Centro Studi de Romita di Bari a luglio del 2019. Lo Scoglio, grazie ad un’efficace ed accurata segnalazione della presenza di coppie nidificanti da parte della stessa associazione, fu designato dalla Giunta regionale pugliese zona di protezione speciale (Zps) ai sensi della Direttiva U.E. «Uccelli» (2009/147/CE del Parlamento europeo e del Consiglio), applicando le misure di conservazione obbligatorie derivanti dai provvedimenti ministeriali e regionali in materia anche nell’area buffer di 250 metri di ampiezza.

La protezione effettiva, in realtà, non si è mai concretizzata. C’è di più. La Regione Puglia, con risorse finanziarie dei fondi strutturali UE 2014/2020, ha investito quasi 300mila euro per la protezione ed il monitoraggio della colonia di Gabbiano corso. Soldi assegnati nel 2018 al Comune di Polignano a Mare che aveva presentato istanza e progetto. Da allora, però, non è accaduto nulla o quasi. Solo a giugno 2020 è stata attivata una richiesta di manifestazione di interesse per l’affidamento del servizio di monitoraggio e sorveglianza della colonia e dei servizi di comunicazione e merchandising.

Dopo, il silenzio. Il Comune di Polignano a Mare non è riuscito neanche ad installare cartelli monitori per evitare che i bagnanti salissero sullo scoglio e che deltaplani ed ultraleggeri si divertissero spaventando i gabbiani. E questo nonostante la Giunta Municipale avesse a disposizione un progetto definito ed avesse deliberato nel 2018 di incaricare il Dirigente dell’ufficio lavori pubblici dell’adozione di atti per «segnalare la presenza e i divieti connessi alla presenza sullo scoglio dell’eremita del gabbiano Larus auduoinii facendo realizzare apposita cartellonistica da apporre» (l’allitterazione è nel testo originale). Ora, informa il Centro Studi De Romita, la frittata è fatta. La colonia di Gabbiano corso dello Scoglio dell’Eremita ha abbandonato i luoghi, i nidi ed i piccoli appena nati. Molto probabilmente, e di nuovo, la causa è la frequentazione di persone che per farsi selfie e per mero divertimento hanno determinato, forse a totale insaputa o forse no, un danno importante alla biodiversità.

Quella biodiversità di cui ormai molti si riempiono la bocca senza sapere neanche di che cosa si tratti e di cui inzeppano piani e programmi malfatti e pedestri.

Che cosa potrà accadere ora? È più che ipotizzabile che il Comune di Polignano, cui spetta, assieme alla Regione Puglia, la tutela di quella Zona di Protezione Speciale, possa essere chiamato a rispondere, in sede di avvio della procedura di infrazione comunitaria, di negligenza soprattutto a fronte di risorse finanziarie Ue disponibili e non spese destinate esattamente a quello scopo. Difficilmente potrà accadere che la colonia si ripristini sullo Scoglio dell’Eremita se non vengono rimosse subito le cause che ne hanno determinato l’abbandono.

Questa vicenda si aggiunge a quella già abbastanza triste del Parco regionale di Costa Ripagnola, di cui lo Scoglio dell’Eremita fa parte, per la quale ci si aspetta uno o più segnali di resipiscenza da parte della Regione. E l’esilio cui è stato costretto quest’altro «corso» (il Gabbiano) si spera possa concludersi presto.

 

Fabio Modesti