La proposta che raddoppierebbe l’importo della polizza fideiussoria a garanzia del ripristino ambientale a fine vita di impianti di energia da fonti rinnovabili (Fer) contrastata da chi vorrebbe favorire le imprese
È una proposta coraggiosa quella presentata dal consigliere regionale pugliese Antonio Tutolo con la quale si raddoppierebbe l’importo della polizza fideiussoria a garanzia del ripristino ambientale a fine vita di impianti di energia da fonti rinnovabili (Fer). Da 50 euro per chilowatt di potenza rilasciata a 100 euro. Inoltre, per interventi di revamping e repowering, propone Tutolo, la fideiussione «deve essere adeguata ai valori attuali espressi dalla norma e ricalcolata in base alla potenza dell’impianto ottenuta a seguito di detti interventi».
Alla firma dell’ex Sindaco di Lucera sulla proposta di legge si sono aggiunte anche quelle di altri consiglieri di maggioranza. Il testo è all’esame del Consiglio regionale. Non si ritiene sia una proposta che possa avere vita facile, anche perché in Commissione consiliare i mal di pancia si sono fatti sentire. Tra gli emendamenti proposti ve n’è uno che, se approvato, potrebbe aprire scenari molto particolari.
Il consigliere Dell’Erba, iscritto al gruppo Misto ma proveniente dall’opposizione, ha pensato che fosse opportuno agevolare le imprese che acquistano i suoli per realizzare gli impianti da Fer. Infatti propone che a queste società l’importo delle fideiussioni resti invariato a 50 euro per chilowatt di potenza rilasciata. Il perché lo dice nella laconica relazione di accompagnamento: «[…] in ragione dell’evidente diverso interesse al ripristino dello stato dei luoghi di cui è portatore il soggetto proponente che è anche proprietario del terreno rispetto al soggetto proponente che, invece, non lo è ed ha, per questo, un interesse minore a evitarne il depauperamento».
La fideiussione, quindi ed in quest’ottica, non sarebbe più depositata a garanzia di un obbligo cui, se il proponente non si adopera, si sostituisce la Regione che lo ha autorizzato, ma di un «interesse» al ripristino. E, al di là di possibili profili di legittimità costituzionale e di disparità di trattamento nel libero mercato, la proposta emendativa racchiude in sé un possibile rischio di accaparramento dei terreni (quello che gli anglosassoni chiamano land grabbing), una piaga che sta affliggendo soprattutto l’Africa dove la compravendita, meglio, la svendita, di terre fertili è anche alla base di fenomeni migratori e di perdita di biodiversità.
Nelle regioni dei Paesi sottosviluppati ed in via di sviluppo, il land grabbing è adoperato soprattutto dalla Cina per la ricerca di terre rare e di minerali che saranno sempre più indispensabili nella tanto declamata transizione energetica. In realtà lì si sta verificando un continuo impoverimento delle popolazioni ed un sistematico sventramento dei suoli per la realizzazione di miniere e di cave per l’estrazione di cobalto, rame, nichel, litio ed altri minerali. E, nei prossimi vent’anni la produzione di cobalto dovrà aumentare di 21 volte, quella di grafite di 25, quella di litio addirittura di 42 volte. Ogni anno centinaia di milioni di tonnellate di metalli in più. E ogni tonnellata di metallo si porta dietro 150, 200, 400 o addirittura migliaia di tonnellate di materiali di scarto, che molto spesso vengono contaminati con sostanze chimiche durante l’estrazione.
Quindi parliamo di un aumento del prelievo di risorse naturali senza precedenti. Ecco, a fronte di questo in Puglia si propone, a chi vorrà installare impianti industriali per la produzione di energia dal sole e dal vento, di correre all’acquisto di suoli arabili (che ora vengono acquisiti in affitto con contratti quasi mai vantaggiosi per i proprietari agricoltori) senza alcun paletto e senza che il beneficio pubblico sia tangibile.
Al limite, il beneficio veramente tangibile potrebbe essere addirittura doppio per il nuovo proprietario dei suoli su cui insediare impianti industriali di produzione energetica da Fer perché ben potrebbe utilizzare il suolo libero, sotto le torri eoliche oppure sotto i pannelli ad inseguimento solare, per introitare pure gli aiuti comunitari per l’agricoltura. Per come è scritto l’emendamento Dell’Erba, sembrerebbe una resa incondizionata dell’interesse pubblico.
Alla fine la votazione sulla proposta di legge Tutolo è stata rinviata per mancanza del numero legale. Vedremo come andrà a finire.
Fabio Modesti