Clima, cosa fanno le città adriatiche

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Pronte per gli amministratori soluzioni per affrontare gli impatti attesi per l’area. Emilia Romagna e Friuli-Venezia Giulia in prima linea: l’Unione dei Comuni della Valle del Savio e le città di Cervia e di Udine si preparano con piani di adattamento ad affrontare inondazioni costiere e fluviali, erosione delle coste, subsidenza, salinizzazione delle falde acquifere, siccità e ondate di calore

Lanciata la piattaforma multilingue per l’adattamento ai cambiamenti climatici dell’area adriatica, che offre agli amministratori soluzioni per affrontare gli impatti attesi per l’area. Emilia Romagna e Friuli-Venezia Giulia in prima linea: l’Unione dei Comuni della Valle del Savio e le città di Cervia e di Udine si preparano con piani di adattamento ad affrontare inondazioni costiere e fluviali, erosione delle coste, subsidenza, salinizzazione delle falde acquifere, siccità e ondate di calore. L’8 giugno la conferenza «Knowledge for Local Resilience – Conoscenza per la resilienza locale» del progetto italo-croato Adriadapt, coordinato dalla Fondazione Cmcc.

30 mesi di lavoro, 11 organizzazioni, 5 autorità locali, 2 Paesi, una sfida. Quella di sostenere le città dell’area adriatica nel prepararsi ai cambiamenti climatici, di aumentare la resilienza della regione agli impatti attesi nei prossimi decenni. Con la conferenza pubblica «Knowledge for Local Resilience – Conoscenza per la resilienza locale» si conclude l’8 giugno 2021 il progetto biennale Interreg Italia-Croazia Adriadapt, frutto della collaborazione tra enti di ricerca e istituzioni italiane e croate coordinate dalla Fondazione Cmcc – Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici.

I progetti

Due i principali frutti del progetto. Il primo comprende lo sviluppo e l’aggiornamento di piani di adattamento ai cambiamenti climatici da parte degli enti locali coinvolti (l’Unione dei Comuni della Valle del Savio, le città di Udine e di Cervia, in Italia; la contea di Šibenik-Knin e la città di Vodice, in Croazia) che si posizionano così come città e regioni all’avanguardia nel panorama europeo. Il secondo è una piattaforma web multilingua, strumento di supporto d’ora in poi a disposizione di ogni municipalità dell’area adriatica che voglia allinearsi con gli obiettivi posti dalla nuova Strategia Europea di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, che chiede l’adozione di strategie di adattamento ad ogni livello geografico, basate sulle evidenze scientifiche più aggiornate.

Gli scenari climatici per la regione adriatica

Gli impatti attesi dei cambiamenti climatici nelle aree costiere adriatiche includono eventi meteorologici sempre più estremi, l’innalzamento del livello del mare che potrà minare la disponibilità di acqua dolce a causa della salinizzazione delle falde acquifere, l’aumentare di incendi legati alla siccità e alle ondate di calore. Le città costiere della zona, luoghi in cui si concentrano attività culturali, sociali, ricreative, turistiche ed economiche, devono prepararsi a inondazioni costiere e fluviali, all’erosione costiera e alla subsidenza per gestire e limitare tali impatti, che peseranno sulla popolazione, sulle città, sulle infrastrutture e sulle economie locali.

Spesso le amministrazioni locali non possiedono le competenze per agire concretamente, o non sanno accedere alla conoscenza disponibile sul tema. È per questo che il progetto Adriadapt ha messo in rete partner scientifici e amministrazioni locali, creando un modello di sostegno per città e regioni nella pianificazione di strategie di adattamento valide e sostenibili basate sui risultati della ricerca scientifica.

«Molta della conoscenza disponibile ad oggi è focalizzata sul Nord Europa, e difficilmente applicabile ai bisogni del Mediterraneo — spiega Margaretha Breil, scienziata della Fondazione Cmcc e coordinatrice del progetto —. Per guidare le città della costa adriatica in azioni mirate e misurate sulle effettive necessità locali, il progetto ha prodotto scenari climatici dettagliati e di alta risoluzione che descrivono il clima atteso nella regione per i prossimi decenni e fino a fine secolo, e fornito singoli indicatori climatici per ogni singola area coinvolta».

Gli scenari sono stati sviluppati dal Cmcc assieme ad Aepae (Agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia dell’Emilia-Romagna), all’Istituto Meteorologico croato (Croatian Meteorological and Hydrological Service (DHMZ)) e all’Università Iuav di Venezia, occupatasi nello specifico delle analisi di vulnerabilità. Il lavoro svolto dai partner tecnici ha permesso di fornire indicazioni dettagliate per la stesura dei piani locali.

«Adriadapt è stato un bellissimo lavoro d’insieme grazie al partenariato che lo ha condotto, una stretta collaborazione tra partner scientifici e partner locali italiani e croati con l’intento comune di fornire alle città dell’area adriatica conoscenze e strumenti per adattarsi ai cambiamenti climatici — afferma Breil —. I partner scientifici hanno lavorato a stretto contatto con i partner locali (tecnici, responsabili politici, pianificatori) per rispondere alle esigenze concrete degli utilizzatori finali della conoscenza prodotta nei centri di ricerca. Abbiamo lavorato il più possibile nelle lingue locali, testando questa conoscenza insieme ai nostri partner locali nella costruzione dei loro piani».

I piani di adattamento locali

Sono cinque i casi studio di successo che emergono dal lavoro svolto.

L’Unione dei Comuni Valle del Savio comprende sei municipalità della regione Emilia Romagna, in un’area dall’alto valore naturalistico attraversata dal fiume Savio che connette l’intero territorio alla costa, vulnerabile ai cambiamenti climatici specialmente per l’instabilità idrogeologica legata all’aumento delle precipitazioni estreme. «Grazie al progetto Adriadapt e allo scambio con i partner, l’Unione Valle del Savio ha potuto sperimentare un nuovo modello di governance territoriale per affrontare soprattutto il tema del cambiamento climatico non più come una sfida o un problema ma come un’opportunità importante di sviluppo territoriale — ha affermato Roberto Zoffoli, responsabile del servizio pianificazione strategica, progetti integrati comunali, nazionali ed europei del comune di Cesena —. L’output finale è stata la definizione e approvazione del Paesc (Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima) che guarda a tutto il 2030 con una serie di azioni strategiche per la transizione energetica e l’adattamento. Le applicazioni concrete sul territorio proseguiranno anche dopo la fine di Adriadapt e hanno riguardato in particolare lo sviluppo di azioni per contrastare il fenomeno di dissesto idrogeologico, dunque strategie per la gestione forestale e agricola del territorio montano e azioni di greening, unitamente alla creazione di boschi urbani per valorizzare i corridoi ecologici sia nel comparto di Cesena che lungo tutto il territorio della vallata del Savio. Questo per combattere le ondate di calore e migliorare la qualità di vita dei cittadini».

Le principali vulnerabilità della città di Cervia sono state individuate nelle crescenti ondate di calore urbano, destinate a influenzare negativamente il settore balneare (che nella stagione estiva ospita fino a 3 milioni di villeggianti), nell’innalzamento del livello del mare e nell’intrusione salina. «Il progetto Adriadapt è stato per il comune di Cervia un’eccezionale opportunità per approfondire le tematiche legate alla vulnerabilità del territorio rispetto ai cambiamenti climatici — ha affermato Daniele Capitani, responsabile del settore programmazione e gestione del territorio della municipalità di Cervia —. Per noi questo progetto significherà aggiornare il Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima, asse portante della pianificazione strategico-strutturale dell’ente, che se ne è dotato già nel 2017-2018 insieme ad un Piano Urbanistico Generale, adeguandosi a tutte quelle normative e sensibilità che mettono l’ambiente al primo posto rispetto allo sviluppo del territorio».

«Anche il comune di Udine ha aderito a questa sfida concentrandosi in particolare su due studi: quello delle rogge, quindi dello stato conservativo della nostra risorsa idrica, e lo studio sulle aree allagabili della città, soggette a fenomeni temporaleschi che come ben sappiamo sono sempre più intensi e meno durevoli — afferma Giulia Manzan, assessore alla pianificazione territoriale, progetti europei e partecipazione del comune di Udine —. Il comune di Udine si è concentrato sul Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima attraverso una piattaforma multimediale a cui tutti i cittadini potranno contribuire. Intende infatti continuare a perseguire gli obiettivi del progetto Adriadapt e coinvolgere sempre di più i territori, in particolare i comuni limitrofi, gli stakeholder, i cittadini e raccogliere maggiori informazioni su questo tema così attuale».

Nel caso di Vodice, città turistica di 10.000 abitanti sulla costa croata, le isole di calore urbano e le inondazioni sono state individuate come principali vulnerabilità, per affrontare le quali il piano predisposto prevede azioni legate rispettivamente all’integrazione di spazi verdi multifunzionali nell’area urbana e tecnologie per la gestione delle inondazioni.

La contea di Šibenik-Knin comprende 5 città e 15 municipalità. La vulnerabilità della regione è stata individuata nella concentrazione di attività e patrimonio culturale lungo la costa, e nell’interdipendenza tra l’ambiente costiero sempre più urbanizzato e quello marino: fenomeni di dilavamento causati da precipitazioni intense e inondazioni costiere da mareggiate rappresentano evidenti rischi per l’area urbana, ma possono anche contaminare il mare, impattando negativamente non solo sugli ecosistemi marini, ma di conseguenza anche sui settori del turismo e della pesca. Il piano di adattamento della regione, completato nel 2015 e vincitore, nel 2019, del Mediterranean Climate Change Adaptation Award, è stato aggiornato nel corso del progetto grazie ad un’analisi dello stato delle infrastrutture costiere per migliorare la gestione del rischio.

La nuova piattaforma AdriAdapt

Ad affiancare il successo dei casi studio locali, tra i principali risultati del progetto vi è la piattaforma di adattamento italo-croata AdriAdapt, uno strumento di supporto alle municipalità di entrambi i paesi nello sviluppo di piani di adattamento o nell’avanzamento del loro attuale lavoro sull’adattamento ai cambiamenti climatici. Sviluppata in tre lingue, inglese, italiano, croato, AdriAdapt è una piattaforma per l’adattamento specifica per l’area adriatica, che offre soluzioni per affrontare gli impatti attesi per questa zona, proponendosi come strumento di guida per la pianificazione e l’implementazione di piani di resilienza e adattamento. Nel navigare la piattaforma, gli amministratori e pianificatori locali dell’area costiera adriatica potranno conoscere le sfide e gli impatti attesi per la loro zona, esplorare casi studio e buone pratiche da usare come esempi per rispondere a queste sfide, individuare tecnologie e strategie concretamente applicabili e replicabili e trovare linee guida per gestire i processi che portano alla stesura e all’implementazione di piani di adattamento. La piattaforma è stata progettata da Door, responsabile delle attività di comunicazione del progetto, e sviluppata da Pap/Rac (Priority Actions Programme/Regional Activity Centre), che l’ha popolata di contenuti.

L’eredità del progetto

Alla conferenza finale di Adriadapt si discuterà di come garantire che la conoscenza prodotta possa alimentare un miglioramento continuo e duraturo in termini di resilienza delle città adriatiche ai cambiamenti climatici. Afferma Breil: «I dati climatici prodotti rappresentano un’importante base per creare le condizioni affinché nuove città possano lavorare al proprio piano di adattamento ai cambiamenti climatici. Accanto alla piattaforma multilingua, che resterà a disposizione nel tempo, vorremmo che si definissero delle strutture permanenti di supporto per i comuni nella progettazione dei piani di adattamento. Le autorità croate ci stanno già pensando, ci auguriamo che anche in Italia questa tendenza prenda piede».

 

(Fonte Cmcc)