Quella di una volontà inesistente di fare bene al pianeta e quindi all’uomo. Il passaggio nel dire che non c’è emergenza è breve, solo che questa volta non ci crede veramente nessuno e il futuro si tinge di tinte fosche oltre che di siccità e fenomeni estremi
Questa volta non abbiamo seguito il G20, non abbiamo commentato, fra i primi, i risultati della trattativa climatica. Nel passato, e ci sono gli articoli in archivio a testimoniarlo, siamo stati critici, molto critici e pessimisti, tanto da attirarci le antipatie anche di noti ambientalisti che militano fra le file di Associazioni ecologiste e che siedono al tavolo con i governanti godendo delle briciole che cadono dalla mensa.
Abbiamo lasciato parlare gli altri e, sorpresa, ora stanno parlando male loro. Osano dire che si poteva e si doveva fare di più…
L’evidenza dei fatti, le conseguenze della mala politica, sono così evidenti che è difficile tacere.
Chi gridava, dopo l’accordo di Parigi, che si era raggiunto il grande obiettivo della decarbonizzazione, ora dovrà ricredersi, perché proprio questo punto non è passato.
Infatti, non si è raggiunto l’accordo sulla decisione di rimanere sotto 1,5 gradi di riscaldamento globale al 2030 e di eliminare il carbone dalla produzione energetica al 2025. «Usa, Europa, Giappone e Canada sono favorevoli, ma alcuni Paesi hanno detto che non se la sentono di dare questa accelerazione, anche se vogliono rimanere nei limiti dell’Accordo di Parigi» ha spiegato il ministro Cingolani. Questioni rinviate al G20 dei capi di Stato e di governo. Il comunicato finale è stato adottato da tutti, e solo India e Cina non hanno concordato nella formulazione dei due punti che sono stati così tolti dall’accordo.
Ma la pattuglia dei no alla decarbonizzazione è probabilmente più ampia e comprende anche la Russia.
Mentre la bandiera di Parigi era l’accordo (fasullo perché non vincolante) sulla decarbonizzazione, la bandiera di Napoli è «la ritrovata unità europea con gli Usa». Ma per andare dove? Ai politici interessa la politica, la solidità della poltrona, lo schieramento.
Il clima, invece, sta colpendo ovunque e a Napoli si è costruita la più grande fake news sul clima, quella di una volontà inesistente di fare bene al pianeta e quindi all’uomo. Il passaggio nel dire che non c’è emergenza è breve, solo che questa volta non ci crede veramente nessuno e il futuro si tinge di tinte fosche oltre che di siccità e fenomeni estremi.
Ignazio Lippolis
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