La prima pillola dell’Ispra: la Via

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La Valutazione di impatto ambientale ha la finalità di assicurare che l’attività antropica sia compatibile con le condizioni per uno sviluppo sostenibile, e quindi nel rispetto della capacità rigenerativa degli ecosistemi e delle risorse, della salvaguardia della biodiversità e di un’equa distribuzione dei vantaggi connessi all’attività economica

Nata negli Stati Uniti nel 1969 con il National environment policy act (Nepa) la Valutazione d’impatto ambientale (Via) è certamente il principio fondatore del concetto di Sviluppo sostenibile ossia «uno sviluppo che soddisfi le nostre esigenze d’oggi senza privare le generazioni future della possibilità di soddisfare le proprie» così come fu enunciato dalla World commission on environment and development, Our common future, nel 1987.
In Europa tale procedura è stata introdotta dalla Direttiva comunitaria 85/337/CEE quale strumento fondamentale di politica ambientale.

Ma cosa è la Via?

La Valutazione di impatto ambientale ha la finalità di assicurare che l’attività antropica sia compatibile con le condizioni per uno sviluppo sostenibile, e quindi nel rispetto della capacità rigenerativa degli ecosistemi e delle risorse, della salvaguardia della biodiversità e di un’equa distribuzione dei vantaggi connessi all’attività economica.

La procedura di Via viene strutturata sul principio dell’azione preventiva, in base al quale la migliore politica ambientale consiste nel prevenire gli effetti negativi legati alla realizzazione dei progetti anziché combatterne successivamente gli effetti. Uno strumento per individuare, descrivere e valutare gli effetti di un progetto su alcuni fattori ambientali e sulla salute umana con una struttura che è stata aggiornata negli anni per dare informazioni al pubblico e guidare il processo decisionale in maniera partecipata.

E in Italia la Via è stata recepita con la Legge n. 349 dell’8 luglio 1986 e s.m.i., legge che istituiva il ministero dell’Ambiente e le norme in materia di danno ambientale. Con il D.P.C.M. 27 dicembre 1988 e s.m.i sono state pubblicate le Norme tecniche per la redazione degli Studi di impatto ambientale e la formulazione del giudizio di compatibilità.

Una direttiva Via che negli anni è stata modificata cinque volte, nel 1997, nel 2003, nel 2009, nel 2011 e nel 2014 e un quadro normativo che in Italia prevede anche l’emanazione della L. 443/2001 detta «Legge Obiettivo» ed il relativo decreto di attuazione D.Lgs n. 190/2002 che individuava una procedura di Via speciale, con una apposita Commissione dedicata per una lista di progetti di interesse nazionale seguiti questi dal D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 dove viene riorganizzata la legislazione italiana in materia ambientale e si cerca di superare tutte le discrepanze con le direttive europee pertinenti.

Un primo bilancio

Un primo resoconto dell’andamento dell’applicazione della Via in Europa è stato pubblicato nel 2003 con la «Relazione sull’applicazione, sull’efficacia e sul funzionamento della direttiva 85/337/CEE, modificata dalla direttiva 97/11/CE» dove vengono riscontrati problemi sul livello di soglie di ammissione alla Via, sul controllo di qualità del procedimento di Via, sul frazionamento dei progetti e la valutazione degli effetti cumulativi sull’ambiente. Da questa prima relazione risulta evidente la necessità di migliorare molti aspetti vertenti sulla formazione del personale delle amministrazioni competenti; la valutazione del rischio e i sistemi di monitoraggio; la sensibilizzazione sui nessi tra salute umana e ambiente; la sovrapposizione di procedure di autorizzazione ambientale; la facilitazione della partecipazione del pubblico e nel 2009 con la seconda Relazione della Commissione sull’applicazione e l’efficacia della direttiva Via i problemi individuati nel 2003 risultano ancora non risolti e vengono identificate ulteriori difficoltà nelle procedure transfrontaliere e nell’esigenza di un migliore coordinamento tra Via e altre direttive (Vas, Ippc, Habitat e Uccelli, Cambiamenti climatici) e le politiche comunitarie.

Una pillola

E all’interno dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) il «Dipartimento per la valutazione, i controlli e la sostenibilità ambientale» prevede il «Servizio per le valutazioni ambientali, integrate e strategiche e per le relazioni tra ambiente e salute (Val-Asi)», al cui interno si incardina la «Sezione Via» che svolge e promuove attività di valutazione ambientale di progetti di attività, interventi, opere e infrastrutture, di piani e programmi; assicura la valutazione dello stato dell’ambiente, dei determinanti, delle pressioni e degli impatti, nonché della potenziale evoluzione degli stessi, in particolari contesti territoriali, comprese le aree portali e l’ambiente urbano, ed in relazione all’applicazione delle direttive comunitarie e Convenzioni, Accordi e Protocolli anche internazionali; assicura, cura e promuove attività di sviluppo, studio, verifica e applicazione di strumenti metodologici e procedurali per le valutazioni ambientali in particolare in materia di valutazioni ambientali integrate e strategiche; cura l’analisi delle relazioni tra ambiente e salute, assicurando e promuovendo attività per lo sviluppo, la verifica e l’applicazione di conoscenze e di strumenti di analisi e valutazione per la mitigazione e la prevenzione dell’esposizione della popolazione alle diverse fonti di inquinamento ambientale.

Ed è proprio l’Ispra che rende disponibile la «Pillola di Via n.01 – Cosa è la Via»,

il primo video sulla Via nato come strumento di divulgazione di questa tematica, per far conoscere meglio la procedura a cui corrisponde, le fasi e la documentazione necessaria, i soggetti interessati e le attività di Ispra in questo ambito…

 

Elsa Sciancalepore