Per l’Umweltinstitut resta in piedi l’accusa di contraffazione del marchio. La sentenza definitiva è attesa per il 6 maggio. Era stato portato all’attenzione pubblica il massiccio uso di pesticidi nei meleti della nota provincia turistica Alto Adige/Südtirol
Nuovo successo per il #ProcessoPesticidi in Alto Adige/Südtirol: ritirate tutte le querele per diffamazione a carico di Karl Bär.
Per l’Umweltinstitut resta in piedi l’accusa di contraffazione del marchio. La sentenza definitiva è attesa per il 6 maggio.
Nel #ProcessoPesticidi altoatesino l’accusa di diffamazione a carico di Karl Bär esce di scena. Durante la quinta udienza, tenutasi oggi a Bolzano, l’ultimo querelante ha ritirato la propria denuncia contro il collaboratore dell’Umweltinstitut, attualmente in congedo per la sua elezione nel Bundestag tedesco. Resta aperta l’accusa di contraffazione del marchio. La sentenza definitiva nel processo contro Bär, in corso da settembre 2020, è attesa per la prossima udienza, predisposta in data 6 maggio 2022.
Nel 2017, Bär è stato accusato di presunta diffamazione e contraffazione del marchio dall’assessore provinciale Arnold Schuler e da oltre 1.370 agricoltori locali. Il motivo: aver portato all’attenzione pubblica il massiccio uso di pesticidi nei meleti della nota provincia turistica Alto Adige/Südtirol.
Oggi, durante l’udienza, il dott. Tobias Gritsch, l’ultimo querelante del #ProcessoPesticidi, ha ritirato la propria querela accettando di non portare avanti la disputa sull’uso dei pesticidi in Alto Adige/Südtirol in un’aula di tribunale. È perciò evidente che il procedimento per diffamazione verrà chiuso.
«Dopo un anno e mezzo di controversie — sottolinea Karl Bär — finalmente è arrivato il momento che stavamo aspettando: invece di aggrapparsi a cause insostenibili, l’industria frutticola altoatesina sta cercando il dialogo. Siamo molto soddisfatti che il dottor Gritsch abbia ritirato la propria querela acconsentendo in tal modo all’avvio di un dibattito costruttivo fuori dalle aule di tribunale».
Anche l’avvocato Nicola Canestrini, che insieme all’avvocatessa Francesca Cancellaro rappresenta Karl Bär, si dichiara soddisfatto: «Il processo contro Karl Bär aveva il solo scopo di limitare le critiche sull’elevato uso di pesticidi in Alto Adige/Südtirol e le relative informazioni sugli effetti per la biodiversità e la salute umana. La chiusura del procedimento, sempre più vicina, costituirebbe un forte segnale per il diritto alla libertà d’espressione e d’informazione in tutta Europa».
A ottobre 2020, il Consiglio d’Europa aveva definito le querele contro chi critica i pesticidi in Alto Adige/Südtirol una denuncia strategica e quindi un attacco alla libertà di espressione. Tale definizione si è manifestata in tutta la sua dirompenza in seguito alla dichiarazione odierna di Tobias Gritsch il quale ha affermato di essersi sentito costretto dall’assessore provinciale Arnold Schuler a firmare la querela contro Karl Bär e contro gli altri attivisti anti-pesticidi. Nel prosieguo del processo, secondo Gritsch, Arnold Schuler avrebbe ripetutamente fatto pressione per il ritiro della querela.
«L’accusa di pressioni per intentare causa per diffamazione pesa molto — continua l’avvocato Canestrini —. Se la Provincia avesse realmente utilizzato gli agricoltori come marionette per scongiurare critiche sgradite alla sua politica agricola, ciò rivelerebbe un rapporto molto problematico con lo stato di diritto. Ora deve essere chiarito fino in fondo se le persone sono state effettivamente costrette a prendere parte alla causa contro il mio cliente. Se il sospetto venisse confermato, ci ritroveremmo di fronte a uno scandalo».
Nel frattempo, l’Umweltinstitut porterà avanti la discussione sui pesticidi fuori dal tribunale. L’Istituto ambientale sta esaminando i registri aziendali di quasi tutti i frutticoltori che hanno originariamente sporto denuncia contro Karl Bär. Durante il processo, su richiesta del Pubblico ministero, tale documentazione è stata messa a disposizione dell’Umweltinstitut come prova. I registri contengono informazioni su quali e quanti pesticidi sono stati utilizzati nel 2017. «Abbiamo in programma di presentare i risultati della valutazione di questi dati, relativi all’uso dei pesticidi, in un evento congiunto con i rappresentanti dell’industria frutticola altoatesina — spiega Bär — . Saremmo lieti se anche il dott. Gritsch partecipasse all’evento».
L’autore e cineasta austriaco Alexander Schiebel, anch’egli accusato di presunta diffamazione, è stato assolto a Bolzano nel maggio dello scorso anno. Il giudice ha motivato il verdetto sostenendo che il reato di diffamazione non sussiste. I processi a carico di Bär e Schiebel hanno scatenato un’ondata di solidarietà in tutta Europa, nel corso della quale più di 100 organizzazioni hanno dichiarato la loro solidarietà agli imputati chiedendo, con oltre 250.000 firme, di porre fine al #ProcessoPesticidi.
Antefatto
Il processo contro Karl Bär, dell’Umweltinstitut München, si riferisce alla campagna lanciata dall’Istituto ambientalista nell’estate 2017 dal titolo «Pestizidtirol», finalizzata a sensibilizzare l’opinione pubblica sul largo impiego di pesticidi in Alto Adige/Südtirol, e al manifesto di denuncia esposto sempre nel 2017 nella fermata della metropolitana di Monaco/MünchenKarlsplatz che riprendeva, in chiave satirica, una campagna turistica provinciale modificando, sempre in chiave satirica, il marchio ombrello dell’Alto Adige/Südtirol («Pestizidtirol» al posto di «Südtirol»). Sito web e manifesto avevano lo scopo di evidenziare l’elevato utilizzo dei pesticidi nella nota provincia turistica. Nei meleti dell’Alto Adige/Südtirol è dimostrato che vengono applicate grandi quantità di pesticidi, sostanze dannose per l’ambiente e la salute.
(Fonte Umweltinstitut Italia)