Per Luc Montagnier solo sberleffi
Forte è l’amarezza per questa nostra società incapace di rispetto. Fino a qualche decennio fa persino per i nemici c’era l’onore delle armi, ora solo violenza fisica e verbale fatta da un pugno di avventori sul palcoscenico della comunicazione
È morto Luc Montagnier, biologo e virologo francese, Premio Nobel per la medicina nel 2008, e mi è venuta in mente la favola di Fedro sul leone morente. Non intendo fare nessuna difesa d’ufficio, perché finirei per assomigliare all’asino che, per ultimo colpì il leone.
Noi abbiamo pubblicato sue notizie e sue interviste, riportando opinioni e invitando reazioni, ma nulla è accaduto. Solo insulti e derisioni. Eppure il nostro scopo era ed è quello di favorire un confronto per meglio rendere giustizia all’informazione e alla conoscenza.
Sarà la storia e il mondo scientifico a dire l’ultima sulle sue prese di posizione in questi anni finali della sua vita.
Ma forte è l’amarezza per questa nostra società incapace di rispetto. Fino a qualche decennio fa persino per i nemici c’era l’onore delle armi, ora solo violenza fisica e verbale fatta da un pugno di avventori sul palcoscenico della comunicazione.
Mi sembra di vedere l’interno di squallide famiglie in cui un genitore, ormai abbrutito da una vecchiaia devastante e lasciato in un letto dolorante e maleodorante è solo coperto di insulti e derisioni da parte di quei figli che pure aveva provveduto a far crescere.
Addio Montagnier, e grazie per quello che ci hai dato e per quello che non hai potuto darci.
I. L.