«Gli eventi disegnano, in maniera fin troppo chiara, la nostra dipendenza dai combustibili fossili rendendo l’economia globale e la nostra sicurezza energetica vulnerabili alle crisi geopolitiche. Invece di rallentare la decarbonizzazione, ora è il momento di accelerare la transizione verso un futuro di energia rinnovabile»
Da qualche giorno la nostra quotidianità è stata profondamente scossa da una guerra fratricida che si sta combattendo nella nostra Europa, immediatamente fuori i nostri confini, in terre dove mai avremmo pensato di vedere scene di violenza, disperazione e morte. E siamo con il fiato sospeso ad apprendere notizie che arrivano dai campi di battaglia, a leggere aggiornamenti di frontiera, ad invocare la pace, a gridarla a gran voce nelle piazze nella speranza che possa in qualche modo servire a far cambiar rotta ad una guerra che sta avendo una escalation di violenza incontrollabile, inaccettabile, pericolosa per tutta l’umanità.
E in questo clima di terrore, si è appreso che si è tenuta, in videoconferenza, una riunione straordinaria dell’European nuclear safety regulators group (Ensreg), riunitosi per affrontare il tema della sicurezza degli impianti nucleari ucraini a seguito dell’aggressione militare russa.
Un incontro in cui i partecipanti hanno auspicato la fine degli attacchi in Ucraina e richiesto che in tutti gli impianti del paese venga assicurata la possibilità al personale operativo ed allo State nuclear regulatory inspectorate of Ukraine (Snriu) di svolgere, senza indebite pressioni, i propri compiti per garantire la sicurezza.
Si legge nel comunicato, diramato a seguito della riunione, come il «Consiglio europeo condanni con la massima fermezza l’aggressione militare non provocata e ingiustificata della Federazione russa contro l’Ucraina; con le sue azioni militari illegali, la Russia sta violando gravemente il diritto internazionale ed i principi della Carta delle Nazioni Unite e minando la sicurezza e la stabilità europea e mondiale».
Proseguendo nella nota si legge come l’Ensreg «esprima la sua grande preoccupazione per il dispiegamento di armi e armamenti o per lo svolgimento di attacchi missilistici direttamente dalla zona di esclusione di Chernobyl. Ci sono stati livelli di radiazioni aumentati nella zona di esclusione di Chernobyl segnalati da Snriu negli ultimi giorni. Sebbene questi possano essere attribuiti ad attività militari nell’area e finora non ci siano informazioni sui danni alle strutture nel sito di Chernobyl, l’Ensreg rimane molto preoccupato per i rischi rappresentati da potenziali danni alle strutture di stoccaggio e smaltimento nell’area. Ci sono grandi preoccupazioni per quanto riguarda poi tutti gli altri siti e strutture nucleari».
Una situazione condannata fermamente da studiosi, scienziati ed esponenti del giornalismo scientifico russo che in una lettera esprimono una decisa protesta contro le azioni di guerra intraprese dalle forze armate del nostro paese contro i territori dell’Ucraina. Importante nella lettera è il passaggio in cui gli uomini e le donne di scienza russi riconoscano come «scatenando questa guerra la Russia si sia autocondannata ad un isolamento internazionale, allo status di paese-maledetto. Questo significa che noi, studiosi e scienziati, non potremo più svolgere il nostro lavoro come abbiamo fatto finora in quanto la ricerca scientifica è impensabile senza la collaborazione con colleghi stranieri. L’isolamento della Russia dal mondo comporta un ulteriore degrado, culturale e tecnologico, del nostro paese e una totale mancanza di prospettive positive».
E sempre sul fronte accademico si apprende come il nostro ministero dell’Università e della Ricerca stia monitorando costantemente l’evoluzione della situazione in Ucraina per garantire ogni necessario e fattivo supporto per promuovere concrete azioni che possano portare celermente all’accoglienza di studentesse e studenti, ricercatori e professori ucraini nelle università, negli enti di ricerca, e nelle istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica del nostro Paese.
Antonio Guterres, segretario nazionale dell’Onu impegnato nella presentazione del Rapporto dell’Intergovernmental panel on climate change (Ipcc) «Climate Change 2022: Impacts, Adaptation and Vulnerability» che mostra come il ritmo e la portata degli impatti climatici stanno rapidamente accelerando, portandosi dietro conseguenze devastanti e di gran lunga superando le #ClimateAction messe in campo per affrontarle, in merito alla guerra in #Ukraine afferma «come gli eventi disegnino, in maniera fin troppo chiara, la nostra dipendenza dai combustibili fossili rendendo l’economia globale e la nostra sicurezza energetica vulnerabili alle crisi geopolitiche. Invece di rallentare la decarbonizzazione, ora è il momento di accelerare la transizione verso un futuro di energia rinnovabile».
Elsa Sciancalepore