Per la prima volta la presenza è confermata da una ricerca pubblicata su «Environment International». Già si sapeva che che le microplastiche possono attaccarsi alle membrane esterne dei globuli rossi e possono limitare la loro capacità di trasportare ossigeno
Da decenni contiamo i morti per inquinamento; quello atmosferico, poi, causa milioni di malati polmonari. Da anni si sapeva che l’invasività della microplastica era alta e la sua presenza è stata provata nel nostro corpo come è dimostrato da analisi sulle feci dei neonati e si temeva che prima o poi avrebbe oltrepassato la barriera esterna del nostro corpo per circolarvi liberamente nel sangue. Ed è accaduto. Ora la presenza della microplastica nel sangue è confermata da una ricerca pubblicata su «Environment International», condotta da Heather A.Leslie, MartinJ. M. van Velzen, Sicco H.Brandsma, Dick Vethaak, Juan J.Garcia-Vallejo, Marja H.Lamoree.
«Uno studio recente — fa notare in un articolo “The Guardian” — ha scoperto che le microplastiche possono attaccarsi alle membrane esterne dei globuli rossi e possono limitare la loro capacità di trasportare ossigeno. Le particelle sono state trovate anche nella placenta delle donne in gravidanza e nei ratti gravidi passano rapidamente attraverso i polmoni nel cuore, nel cervello e in altri organi del feto».
Nell’Abstract dello studio sulla ricerca nel sangue, si legge: «Plastic particles are ubiquitous pollutants in the living environment and food chain but no study to date has reported on the internal exposure of plastic particles in human blood. This study’s goal was to develop a robust and sensitive sampling and analytical method with pyrolysis double shot – gas chromatography/mass spectrometry and apply it to measure plastic particles ≥700 nm in human whole blood from 22 healthy volunteers. Four high production volume polymers applied in plastic were identified and quantified for the first time in blood. Polyethylene terephthalate, polyethylene and polymers of styrene (a sum parameter of polystyrene, expanded polystyrene, acetonitrile butadiene styrene etc.) were the most widely encountered, followed by poly(methyl methylacrylate). Polypropylene was analysed but values were under the limits of quantification. In this study of a small set of donors, the mean of the sum quantifiable concentration of plastic particles in blood was 1.6 µg/ml, showing a first measurement of the mass concentration of the polymeric component of plastic in human blood. This pioneering human biomonitoring study demonstrated that plastic particles are bioavailable for uptake into the human bloodstream. An understanding of the exposure of these substances in humans and the associated hazard of such exposure is needed to determine whether or not plastic particle exposure is a public health risk».
Le tracce di microplastica individuate provengono da Pet, usata nelle bottiglie di bevande, da polistirene, usato per confezionare alimenti, da polietilene, con cui sono fatte le buste di plastica.
Ora gli studi verranno approfonditi per scoprire cosa determina questo inquinamento nel nostro corpo.
C’è tuttavia da restare sbalorditi difronte alla superficialità con cui molti cittadini affrontano questo problema e come, ancora più colpevolmente, molti politici e industriali lo ignorino.
Quando si afferma che la nostra specie è avviata verso l’estinzione, non si fa una affermazione filosofica, politica o da salotto, ma è una triste e amara constatazione. Pensiamoci quando facciamo la spesa nei supermercati.
R. V. G.
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