Per la Puglia Piano casa o verso qualcosa di meglio?

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Sembrano superati alcuni contrasti. Sarebbe d’ausilio, e molto, per il potere politico che il dibattito sul Piano si aprisse e si concludesse in tempi congrui per non far passare inutilmente anche questa legislatura regionale

Sembra che un onorevole compromesso sia stato raggiunto, almeno verbalmente, tra l’assessore all’Assetto del territorio della Regione Puglia, Anna Grazia Maraschio, e la fronda del PD in Consiglio regionale su una nuova legge di disciplina del Piano casa. Che poi la fronda del PD si incarna in un consigliere, Fabiano Amati, che riesce a portare dalla sua parte la maggioranza del Consiglio regionale ed anche l’opposizione che tale non è.

Per farla breve, pare che gli elementi ancora in discussione siano la possibilità di applicare le incentivazioni volumetriche e tutto quel che ne consegue anche in zona agricola e la monetizzazione delle aree a standard urbanistici che il proponente dell’intervento deve al Comune.

Altro aspetto ancora da approfondire è l’individuazione di ambiti omogenei (zone aventi le medesime destinazioni da piano urbanistico comunale, cioè zone di completamento o di espansione) in cui poter applicare gli aumenti di cubatura. Le norme del Piano casa in Puglia non si dovrebbero applicare ad aree produttive (con relative famigerate variazioni di destinazione d’uso), su questo l’accordo pare fatto. Certo, tutto ancora sulla parola. Un testo più o meno condiviso circola e la stesura finale, attesa in questi giorni, dovrebbe essere presentato in Commissione consiliare con la firma di tutti i capigruppo e come primo proponente il Presidente della Regione, Michele Emiliano. Il quale, però, teme da un lato che il testo concordato sia troppo poco rivolto alla tutela e dall’altro che in Aula possano essere presentati emendamenti per riaprire i giochi. Ma tutto questo fa parte della «politica politicante» e del condizionale. La verità vera è che comincia ad affacciarsi la necessità che sul Piano casa l’amministrazione regionale compia una riflessione profonda e per farlo si avverte l’esigenza che l’opinione pubblica dica la sua.

Insomma, è ormai ineludibile che si apra un dibattito pubblico su un Piano casa migliore oppure su qualcosa di meglio del Piano casa e dell’«urbanistica à la carte» per la Puglia. La «primavera pugliese», come quelle in altre Paesi del Mediterraneo, non ha sortito granché in termini di qualità della classe politica selezionata. Ma ora diventa fondamentale che sui temi dell’assetto del territorio e delle regole urbanistiche in Puglia si apra una riflessione pubblica, Comune per Comune, per mettere a punto obiettivi e strategie.

Le norme sul Piano casa sono ancora necessarie così come sono, isolate da un ragionamento complessivo sul destino delle città, sulla loro rigenerazione e su ciò che sta loro intorno? Le regole sulla pianificazione urbanistica in Puglia sono ancora utili così come sono? Ci sono strumenti in grado di sostenere i Comuni nel produrre una pianificazione di qualità ma anche per sanzionarli in caso di loro negligenza al di là degli inutili commissariamenti?

Sarebbe d’ausilio, e molto, per il potere politico che questo dibattito si aprisse e si concludesse in tempi congrui per non far passare inutilmente anche questa legislatura regionale.

 

Fabio Modesti