Amianto, l’Ona traccia la mappa del rischio per Roma Capitale

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Convegno organizzato dall’Osservatorio nazionale amianto. Svetlana Celli e Andrea Costa: «sui temi salute e ambiente non ci siano schieramenti politici». Fabrizio Santori: «i cittadini devono avere a disposizione un servizio di segnalazioni efficiente e in ogni quartiere della città»

«Roma, come tante città d’Italia, paga caro il prezzo del fenomeno amianto con 882 casi di mesotelioma registrati dal 2001 al 2015, con un’ulteriore incidenza, rilevata dall’Ona, di 411 casi fino al dicembre 2021, per un totale di 1.300 casi (circa 60 per ogni anno – indice di mortalità del 93% entro i 5 anni)», è il quadro tracciato dal Presidente dell’Osservatorio nazionale amianto, Ezio Bonanni in occasione dell’incontro, avvenuto nella sala Laudato Sì del Campidoglio, sul tema  «Amianto, ambiente, salute: per Roma Capitale d’Europa».

Questi dati sono solo la punta dell’iceberg, in quanto l’Ona, operativa nella capitale con il suo sportello amianto con il servizio di assistenza tecnica, medica e di tutela legale, sulla base delle segnalazioni ricevute, e delle attività svolte dai volontari sul territorio, può tracciare un quadro completo dell’epidemia delle malattie di amianto pari a circa 2.500 casi di tumore del polmone (circa 125 casi su base annua, indice di mortalità dell’88%), una incidenza ulteriore di circa 1.200 casi di asbestosi (circa 60 casi annui, indice di mortalità del 30% entro i 5 anni, con degenerazione in tumore del polmone, ovvero mesotelioma nel 33% dei casi), tumori delle altre vie aeree e gastrointestinali (circa 1.000 casi, compresi quelli di colangiocarcinoma).

Questa è la mappa del rischio, sulla base delle segnalazioni degli ultimi 20 anni.

«Auspico una maggiore sinergia del dipartimento competente con l’Osservatorio nazionale amianto per avviare tutte le azioni utili a rimuovere questa grave minaccia per le persone e per l’ambiente — ha dichiarato il consigliere Fabrizio Santori, membro della commissione ambiente capitolina —. I cittadini devono avere a disposizione un servizio di segnalazioni efficiente e in ogni quartiere della città deve essere avviato un servizio di monitoraggio che porti a cancellare rapidamente questo tipo di inquinamento, che ancora troppo spesso è segnalato nella Capitale».

Gli ha fatto eco la Presidente dell’Assemblea Capitolina, Svetlana Celli, intervenuta per i saluti istituzionali, che ha auspicato: «sui temi salute e ambiente non ci siano schieramenti politici , ma sia necessario fare rete e sistema tra le istituzioni e le associazioni — e ha aggiunto — sono troppe le vittime di amianto, con dati ancora drammatici, vanno rafforzate le misure di prevenzione e sicurezza, con un’azione capillare e incisiva sia per gli edifici e le strutture private sia per ciò che rientra nel patrimonio pubblico».

Concorde anche Andrea Costa, Sottosegretario alla Salute che ha rilevato: «il nostro Paese ha già fatto molto: occorre però ancora uno sforzo, sulle attività di bonifica, per esempio, delle nostre condotte idriche. In Italia gran parte sono ancora costruite in amianto, molte necessitano di manutenzione e quindi si pone anche il problema per gli operai di entrare in contatto con l’amianto per le opere di riparazione e conservazione. Per quanto mi riguarda, in forza della delega in materia di Salute e Ambiente che mi è stata affidata dal Ministro, ho iniziato un percorso e confido che indipendentemente da ciò che succederà nei prossimi mesi ci sia la prosecuzione di questo impegno perché credo che sia una risposta che dobbiamo dare ai nostri cittadini. Non si tratta di bandiere politiche, si tratta di battaglie giuste per il bene comune e per la salute di tutti noi. La sanità è un tema che ci deve unire».

Ruggero Alcanterini, Presidente del Comitato nazionale Italiano Fair Play, ha ricordato: «tutte le strutture sportive realizzate entro il 1990, compresi lo stesso Stadio Olimpico, piuttosto che il Palasport, il Palazzetto e lo Stadio Flaminio, l’Ippodromo di Tor di Valle tutti in completo degrado».

Nel corso degli anni, anche in seguito a numerose iniziative delle associazioni e dei cittadini, molti dei siti contaminati sono stati bonificati. Coperture in eternit, siti industriali e capannoni, di più in alcuni quartieri come il Tiburtino e il Magliana, anche scuole di ogni ordine e grado: a Roma, rileva l’Ona su 2.338 istituti scolastici ne sono stati verificati 1148, e nell’8%, e cioè 95 scuole, vi è la presenza di amianto, mentre nel Lazio tenendo conto della verifica su 5.896 edifici scolastici, sono risultati con amianto 291 scuole, pari al 4,9%. Nelle scuole della provincia su 3.812 istituti scolastici, 263 sono risultati contenenti amianto (6,8%).

I siti a maggior rischio sono stati quelli della Fonte Appia, delle diverse strutture industriali, nella zona Magliana, ed est di Roma, tra cui Tiburtino e Casilino, gli aeroporti di Fiumicino e Ciampino, per l’elevato utilizzo di amianto negli aeromobili. Risultati dell’azione giudiziaria presso il Tribunale e la Corte di Appello di Roma: nel Lazio, a partire dal gennaio 2000, sono state assistite circa 20.000, di cui almeno 7.000 solo nella città di Roma, e più di 10.000 nella sola provincia. Nel corso degli anni sono state emesse migliaia di sentenze di riconoscimento ai diritti dei benefici contributivi per esposizione ad amianto, e di riconoscimento di malattia professionale asbesto correlata.

La mappa del rischio amianto in Italia

Il quadro della situazione in ordine al rischio amianto in Italia è alquanto desolante, ampiamente descritto da Bonanni ne «Il libro bianco delle morti di amianto in Italia».

Qualche dato: esposti al rischio più di 352.000 alunni e 50.000 soggetti del personale docente e non docente, 1.000 biblioteche ed edifici culturali (stima per difetto perché è ancora in corso di ultimazione da parte di Ona); 250 ospedali (stima per difetto perché la mappatura è ancora in corso). La nostra rete idrica rivela presenza di amianto per ben 300.000 km di tubature (stima Ona), inclusi gli allacciamenti, con presenza di materiale contenenti amianto rispetto ai 500.000 totali (tenendo conto che la maggior parte sono stati realizzati prima del 1992, quando l’amianto veniva utilizzato in tutte le attività edili e costruttive).

A disposizione dei cittadini è operativo il numero verde 800 034 294 e con la possibilità di poter chiedere la consulenza gratuita, anche con un parere legale, con lo sportello amianto telematico. Prosegue la mappatura di tutti i siti sul territorio con l’APP amianto, che raccoglie tutte le segnalazioni.

 

(Fonte  Osservatorio nazionale amianto)