Scuola, l’Esperto! scusi, chi è?

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Solito intervento «estivo» e di fine legislatura per la scuola che non fa che mettere una pezza alla dilagante impreparazione che ha investito il corpo docente negli ultimi anni

Nel decreto Aiuti bis è l’energia ad assorbire la fetta più ampia delle risorse, ma il raggio d’azione del decreto Aiuti bis è ampio: lavoro, pensioni, siccità e scuola.

Nasce, infatti, la figura del «docente esperto» che guadagnerà 5.650 euro in più con assegno annuale ad personam: i prof «esperti» non potranno essere più di 8mila e saranno selezionati tra i docenti di ruolo che abbiano superato tre percorsi formativi consecutivi.

È certamente una pezza alla dilagante dequalificazione che negli ultimi anni ha subito la classe docente. Certamente si poteva fare diversamente, non ora ma da anni. Invece la politica è stata sempre sorda badando più al bacino di voti che alla riqualificazione della classe docente.

Di seguito l’opinione di Francesco Sofia.

 

Poche parole su questo interrogativo per un fatto che ci sorprende!

Poco tempo fa avevamo considerato che non passa estate che i governi, in successione, pensano di dettar legge sulla scuola. Ad ogni passaggio il triste rilevamento dell’inconsistenza scientifica di certe iniziative.

Prima di tutto perché in estate? Subito detto: la scuola è in fase di sosta, perché insegnanti e alunni, come famiglie e strutture, sono in lieta (si fa per dire) diaspora. Tutti a casa, niente confronti, niente pareri, niente sindacati, niente di niente e allora, quando se non adesso? Bravo governo tattico!

Seconda domanda: insegnante esperto! Non diciamo scusi e chiediamo direttamente: chi è, perché e in che cosa esperto?

Contraddizione delle contraddizioni, ma non devono essere del tutto esperti tutti i docenti? Li promuovete al difficile, delicato compito senza che siano degli esperti? E allora perché li regalati alle classi dove si combatte il grande duello tra ignoranza e conoscenza? Già dimenticavo che oggi qualcuno in alto disserta sulla necessità del saper fare contro il conoscere.

Ecco allora da dove viene l’infausta decisione!?

Il tutto si giuocherà sul piatto dei soldini, non pochi per gli smilzi stipendi degli insegnanti. Anzi, potrebbe essere una guerra tra operatori della conoscenza per aspirare all’unico posto per istituto.

Ci fu una vera guerra tra insegnanti e tra i sindacati quando il ministro dell’epoca Berlinguer suggeriva che ogni docenti presentasse un curriculum, elemento importante per decidere sul valore di fascia stipendiale: ebbene ciò determinò la sua dimissione!

Pensiamo comunque che il momento estivo di questa infausta, illogica, antiscientifica decisione farà riflettere non pochi quando saranno con scheda in mamo al prossimo confronto elettorale.

Non si rendono conto che la proposta, che potrebbe presto essere norma, è la più sempliciotta autoaccusa di non sapere quale materiale si ha tra le mani: perché o l’insegnante di qualsivoglia scuola, classe, città ricopre l’incarico delicatissimo di relazione scientifica con gli alunni, risultando per ciò stesso tra gli esperti, oppure confessate che immettete nella scuola persone inesperte con grave responsabilità che meriterebbe provvedimenti seri di sospensione degli organismi preposti alla selezione concorsuale.

Infatti riteniamo che il sistema accusa falle: i corsi universitari, la preparazione autonoma, i concorsi, così come tutto sta non bastano per un insegnamento scientificamente dotato. Un approccio salutare era stata la necessità di crediti antropologici scientifici per accedere alle cattedre! E se ciò varrà ancora, con l’aggiunta provvida del tirocinio che significa il deus ex machina esperto tra virgolette? Giù la maschera!

 

Francesco Sofia, Pedagogista, Socio onorario dell’Associazione nazionale dei pedagogisti italiani