Costa Ripagnola è finita nel… Limbo

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Costa Ripagnola di Roberto Greco
Costa Ripagnola, foto di Roberto Greco
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La Regione avrebbe avuto la possibilità di cominciare ad acquisire parte del parco regionale di Costa Ripagnola, sia pure un solo ettaro, e non l’ha fatto. E questa mancata volontà si aggiunge alle altre di cui sembra che nessun amministratore regionale voglia rendersi conto. Vedremo se vorranno farlo i nuovi amministratori di Polignano a Mare

Nella vicenda di Costa Ripagnola, un’area divenuta parco regionale ma pure destinata ad ospitare un resort nei trulletti/pagghjari a due passi dal mare, sono da ricordare alcune circostanze. Una di queste riguarda il procedimento che ha portato all’istituzione dell’area protetta connotato da più che discutibili scelte tecniche e da dichiarazioni da parte di amministratori regionali e locali già «tarlate» all’origine.

La proposta di Emiliano: acquisire Costa Ripagnola

Una di queste riguardava la possibile acquisizione dell’area di Costa Ripagnola da parte della Regione avanzata dal Presidente Michele Emiliano. Una buona intenzione che però, come si sa, spesso lastrica la strada per l’inferno. Contro quest’ipotesi si sono schierati alcuni consiglieri regionali che poi hanno contribuito fattivamente a far approvare la legge istitutiva del parco in totale contrasto con il Codice del paesaggio e dei beni culturali, poi definitivamente demolita dalla Corte costituzionale. Ma l’intenzione di Emiliano era buona e da sostenere, in primo luogo da parte di sé stesso. Infatti dopo il proclama non è accaduto nulla. Anzi, la Regione ha proseguito nel consentire che il progetto sciagurato di trasformazione di quello scampolo di paesaggio agrario costiero autentico proseguisse con la realizzazione del resort da parte della società Serim e con tutto quel che ne consegue compresi punti di ormeggio e lidi balneari esclusivi.

Il mancato esercizio della prelazione

È accaduto, per ironia della sorte, che sul bollettino ufficiale della Regione Puglia n. 90 del 16 agosto scorso sia stata pubblicata la deliberazione della Giunta regionale n. 875 del 20 giugno 2022 dalla quale si apprende che la Regione Puglia ha deciso di non esercitare il diritto di prelazione su un contratto di compravendita relativo all’area archeologica in località Macchie Costa Ripagnola con estensione di circa 1 ettaro. Il diritto di prelazione poteva essere esercitato in virtù dell’articolo 62 del decreto legislativo n. 42/2004 (ossia il Codice del paesaggio e dei beni culturali) ed il prezzo convenuto era di 12.000 euro. Ma si può non essere interessati ad un’area archeologica così rilevante, per di più in un parco regionale da poco istituito ed avendo affianco le superfici destinate ad ospitare il resort? A dir la verità, che le superfici confinanti all’area archeologica e destinate al resort siano nel parco non è del tutto chiaro.

Gli orrori della legge e gli effetti su Polignano

Come si sa la legge pubblicata sul bollettino ufficiale della Regione Puglia è un guazzabuglio condito da antigiuridicità a iosa. Tant’è che nella certificazione di destinazione urbanistica rilasciata dal dirigente tecnico del Comune di Polignano i suoli oggetto di compravendita sono confermati nel perimetro del parco con due postille una delle quali riporta la dicitura per cui «la porzione del parco in cui ricadono progetti che avendo superato la fase di validazione sotto il profilo ambientale, hanno beneficiato di finanziamenti agevolati, con contratti di mutuo già stipulati, vengono eliminati dalla perimetrazione del parco naturale regionale “Costa Ripagnola”». Una postilla dichiaratamente pro Serim.

L’italiano approssimativo e diseducativo è ancor più grave se si pensa che quella postilla è ripresa testualmente dalla legge regionale, o meglio da una nota alla cartografia allegata alla legge. Cartografia che, però, topograficamente riporta quelle aree come facenti parte del parco e zonizzate. Sta di fatto che la Regione avrebbe avuto la possibilità di cominciare ad acquisire parte del parco regionale di Costa Ripagnola, sia pure un solo ettaro, e non l’ha fatto. E questa mancata volontà si aggiunge alle altre di cui sembra che nessun amministratore regionale voglia rendersi conto. Vedremo se vorranno farlo i nuovi amministratori di Polignano a Mare.

 

Fabio Modesti