Il presidente del consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, non ha mai fatto un riferimento all’ambiente, e la sua sbandierata formazione di governo che puntava ad una squadra di grande competenza fa acqua proprio sull’ambiente. Il ministro scelto, Gilberto Pichetto Fratin, non ha una specifica competenza ambientale. È vero che è stato cambiato il nome, il ministero si chiamerà dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, ma data l’accelerazione che è stata data a questa legislatura, data l’urgenza di salvaguardare famiglie, economia, risorse… si è dimenticato che forse l’origine di tanti problemi è data dalla crisi climatica
«Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno». Se uno non sa, non sa, e il discorso si chiude. Ma ci si può rassegnare a questo quando è in gioco la vita? Certo non tutti hanno fatto il percorso dal romanticismo estetico all’antropocentrismo, dalla conoscenza degli insiemi vegetali e animali alla interdipendenza di un mondo dei viventi interconnesso.
Che fare quando un decisore è rimasto all’antropocentrismo?
E la visione di destra, dell’ambiente, è ancora l’antropocentrismo. L’unico esponente che abbia parlato di ambiente fino ad ora è stato il presidente del Senato, Ignazio La Russa. Nel discorso di insediamento ha detto: «L’ambiente che ci circonda e che dobbiamo rispettare e tutelare non è solo flora e fauna; è invece anche patrimonio di umanità, di relazioni di vita vissuta, perché senza certezze per sé e per i propri cari ad essere minato è l’intero ecosistema civile. L’ecologia non può prescindere dall’ecologia umana, e viceversa. Ma il rispetto e la tutela del Pianeta sono imprescindibili per l’eredità che vogliamo lasciare ai nostri figli. Ricordiamocelo in ogni momento». Ecco, la visione di destra e integralista: l’uomo al centro del creato e tutto al suo servizio…
Il presidente del consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, non ha mai fatto un riferimento all’ambiente, e la sua sbandierata formazione di governo che puntava ad una squadra di grande competenza fa acqua proprio sull’ambiente. Il ministro scelto, Gilberto Pichetto Fratin, non ha una specifica competenza ambientale. È vero che è stato cambiato il nome, il ministero si chiamerà dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, ma data l’accelerazione che è stata data a questa legislatura, data l’urgenza di salvaguardare famiglie, economia, risorse… si è dimenticato che forse l’origine di tanti problemi è data dalla crisi climatica determinata dalle scelte sbagliate dei vari governi nazionali proprio in campo energetico.
E così l’ambiente resta confinato nel sottoscala, come un’eterna Cenerentola. Si deve risalire a Giorgio Ruffolo, tra l’88 e il ’92, per trovare una persona di spessore a cui dobbiamo, ad esempio la legge quadro sui Parchi. Oppure al successivo ministro Ripa Di Meana, che ha consolidato i passaggi verso una visione ambientale più ampia. O arrivare a Edo Ronchi, che dal 1998 al 2000 ha impostato tutto il quadro dei nuovi bisogni in riferimento all’ingombrante presenza inquinante sia industriale sia veicolare, con una serie dettagliata di interventi che ancora, alcuni, attendono una decisa realizzazione.
Ora Pichetto Fratin, commercialista e viceministro dello sviluppo economico, nel governo Draghi, di Forza Italia, assolve i desiderata di Berlusconi ma riuscirà a scrollarsi di dosso la pesantissima eredità dei precedenti ministri ambientali di destra?
Speriamo che si accorga che la madre di tutte le urgenza è la crisi climatica, lo vedremo presto nei prossimi appuntamenti europei e nell’approvare le pendenze che ancora abbiamo. E speriamo se ne accorga presto perché quando è in gioco la vita non è solo la bolletta della luce a far alzare la febbre della società. E dopo tanti anni di non risposte anzi, di danni, le aspettative sono tante e la risposta può essere imprevedibile sia dell’ambiente sia dei cittadini.
Ignazio Lippolis