25 anni accanto all’ambiente in Italia

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Nel primo numero con gli scritti di importanti collaboratori iniziammo il nostro cammino. Insieme ad altri attori importanti ci avviammo verso un percorso che ci ha condotti fino ad oggi. E alcuni hanno voluto ricordare con me questi passaggi. Ringrazio tutti. Con loro abbiamo costruito la storia ambientale di questi ultimi anni in Italia

«La strategia in atto va nella direzione della “chiusura dei cicli naturali”, con una diminuzione dell’impatto antropico sia su scala locale che a livello planetario. Si tratta di una sfida tecnologica, gestionale e di stili di vita. Per riuscire a realizzare una “città leggera”, in armonia con l’ambiente, occorrerà infatti affiancare ad un gigantesco sforzo di trasformazione, che potrà durare alcuni decenni, anche una profonda modifica culturale». Così scriveva nel primo numero di «Villaggio Globale», Gianni Silvestrini, allora nella Commissione tecnico-scientifica del ministero dell’Ambiente.

La conclusione dopo che aveva illustrato i vari interventi governativi varati da Edo Ronchi che andavano dalla definizione del mobility manager nelle aziende sopra i 300 dipendenti alle incentivazioni per gli utilizzi del car-pooling e del car-sharing che andavano nella direzione di un miglioramento della mobilità urbana ed una riduzione delle emissioni. Oltre a tutta un’altra serie di interventi in tutti i campi con impatto ambientale che andando a rileggerli fanno impallidire le decisioni di oggi.

Quel numero aveva come titolo: «Lasciateci respirare». Eravamo nell’onda lunga dell’entusiasmo per l’accordo sul protocollo di Kyoto.

In quel numero pubblicammo anche un articolo di Ronchi che concludeva così: «Occorrerà, inoltre, una profonda revisione del nostro sistema di trasporto, sia urbano sia extraurbano che, per la eccessiva prevalenza della mobilità su gomma, si allontana sempre più dalla sostenibilità ambientale. Siamo in presenza di una sfida, che comporterà una riflessione anche sui nostri modelli comportamentali, la cui ampiezza sfugge alla maggior parte dell’opinione pubblica. Ed è proprio nel campo della informazione e della sensibilizzazione che occorre intervenire con forza in modo da garantire un coinvolgimento della gente in questa transizione che non sarà solo energetica ma anche di modello di sviluppo».

Insieme ad altri attori importanti iniziammo quel cammino che ci ha condotti fino ad oggi. E alcuni hanno voluto ricordare con me questi passaggi. Ringrazio tutti. Con loro abbiamo rappresentato la storia ambientale di questi ultimi anni in Italia. Ringrazio ovviamente coloro che ancora continuano ad affiancare il nostro lavoro come Enea, Cnr, Ispra e varie Università. E ringrazio anche alcuni che non ci sono più. Fra questi ne cito solo uno che è stato qualcosa di più di un collaboratore, ma anche un grande amico, con chi mi consultavo ed i cui consigli sono stati sempre di grande utilità e che è stato vicino a «Villaggio Globale» sin dall’inizio: Giorgio Nebbia.

 

Ignazio Lippolis