La mobilità sostenibile è semplicemente una scelta, un percorso condiviso dalla società, che è in grado di portare al miglioramento economico, ambientale e sociale. Mobilità sostenibile è scegliere di camminare invece di prendere un’automobile, è muoversi con la propria bicicletta invece che con una moto. Proprio in merito a queste nuove abitudini di mobilità, il codice della strada è stato rinnovato e implementato con l’aggiunta di regole specifiche
Tutti ci spostiamo, di continuo. E lo stesso fanno le merci. Di giorno e di notte, all’interno della stessa città oppure da un continente all’altro. In questo momento sono in viaggio milioni e milioni di treni, navi, aerei, automobili, tir, autobus, tram, moto, biciclette… Il settore dei trasporti ha quindi un grande impatto sull’ambiente: per questo è importante che sia sostenibile.
Dobbiamo ritornare a cavallo degli anni 80 e 90 del secolo scorso, quando si parlò per la prima volta di assicurare alle generazioni future un accesso equo alle risorse del pianeta. Dal concetto di sviluppo sostenibile si è così arrivati al significato di mobilità sostenibile, o smart mobility.
La mobilità delle merci e delle persone è una componente essenziale della competitività dell’industria e dei servizi europei.
Di certo, la mobilità è anche un diritto fondamentale dei cittadini.
Gli obiettivi della politica comunitaria e nazionale in questo settore, si sostanziano nell’offrire un livello elevato di mobilità ai cittadini e alle imprese.
Soluzioni innovative
La disponibilità di trasporti a prezzi accessibili e di buona qualità contribuisce in modo determinante a favorire la libera circolazione di persone, merci e servizi; a migliorare la coesione economica e sociale e a garantire la competitività dell’industria; a proteggere l’ambiente, garantire la sicurezza dell’approvvigionamento energetico, promuovere norme minime in materia di lavoro per il settore e tutelare i passeggeri e i cittadini.
Per rendere più efficiente e sostenibile un settore in crescita come quello dei trasporti è necessario sviluppare e immettere sul mercato soluzioni innovative che consumino meno energia o utilizzino fonti energetiche rinnovabili, oppure finanzino progetti maturi e di ampia portata nel settore dei trasporti intelligenti, come Galileo, il sistema europeo di navigazione via satellite che offre agli utenti una serie di servizi per il posizionamento, la navigazione e la misurazione del tempo a livello globale. Attualmente la costellazione Galileo è costituita da 18 satelliti ma il programma ne prevede il lancio di nuovi nei prossimi anni, raggiungendo così la piena capacità operativa entro il 2020 con la presenza complessiva di 30 unità orbitanti.
A differenza dello statunitense Gps e il russo Glonass, nella piena capacità operativa, Galileo utilizzerà per la geolocalizzazione quattro satelliti in contemporanea su tutta la superficie terrestre a differenza di tre, e permetterà di raggiungere una migliore precisione (nell’ordine di 1 centimetro contro i 5 metri del sistema Gps attuale).
Si tratta di obiettivi a lunga scadenza che in tutte le scelte politiche ricercano il giusto equilibrio fra gli imperativi della crescita economica, il benessere sociale e la protezione dell’ambiente.
Ne consegue che occorre incentivare modi di trasporto più ecologici, specialmente sulle lunghe distanze, nelle aree urbane e lungo corridoi congestionati.
Inoltre, ogni modo di trasporto deve essere ottimizzato. Tutti i modi devono diventare più ecocompatibili, più sicuri e più efficienti dal punto di vista energetico.
Infine, grazie alla co-modalità, vale a dire all’uso efficiente dei diversi modi di trasporto singolarmente o in combinazione tra loro, sarà possibile un uso ottimale e sostenibile delle risorse.
La mobilità sostenibile è così diventata una delle vie principali per ridurre l’inquinamento dell’aria e il rumore, abbattere i consumi di energia proveniente dai combustibili fossili, tutelare la salute e gli spazi pubblici. I vantaggi riguardano l’ambiente, le persone, l’economia e la società nel suo complesso, perché una rivoluzione della mobilità è in grado di innescare quella transizione ecologica diventata sempre più urgente.
Il motivo più impellente della necessità di spostarsi in modo sostenibile è di ridurre l’inquinamento e contrastare il riscaldamento globale. In Italia, per esempio, secondo i dati più recenti il trasporto stradale contribuisce per il 23% alle emissioni di gas serra (di cui quasi il 70% attribuibile alle automobili), per circa il 40% alle emissioni di ossidi di azoto e per il 10% alle emissioni di particolato. Diventa quindi essenziale una mobilità alternativa all’uso dei mezzi privati alimentati a combustibili fossili che consenta di abbattere queste emissioni, come il trasporto pubblico, la mobilità pedonale e ciclabile, i veicoli elettrici, la mobilità condivisa.
La mobilità incide sulla qualità della vita. Chissà quante volte, bloccati in auto nel traffico o in cerca di un posteggio introvabile, abbiamo pensato: «Avrei fatto prima in treno, o in autobus», «Avrei fatto prima a piedi, o in bici». Queste alternative non solo sono più ecologiche, sono utili anche a ridurre la presenza dei mezzi privati in città. Sono proprio questi ultimi ad affollare i parcheggi a lato della strada e a creare traffico, anche a svantaggio dei mezzi pubblici.
La mobilità sostenibile aiuta infine a migliorare le condizioni di salute, poiché induce a pedalare e camminare anche solo per andare a prendere un mezzo pubblico. Alcune amministrazioni hanno incentivato questi comportamenti con la creazione di gruppi di scolari che vanno e tornano da scuola accompagnati in bicicletta o a piedi da genitori volontari (nonni, insegnanti…) lungo percorsi prestabiliti, messi in sicurezza, segnalati da scritte a terra e facilmente individuabili dai bambini e dagli automobilisti.
Come quelli dei veri autobus, i percorsi Bici Bus/Pedi Bus prevedono capolinea e fermate intermedie opportunamente indicate da cartelli che riportano gli orari di arrivo e partenza.
I bambini si recano con la loro bicicletta o a piedi sul percorso e aspettano al capolinea o alle fermate i volontari e il gruppo, per proseguire insieme verso la scuola.
Nello stesso modo funziona l’accompagnamento al termine delle lezioni.
Per aumentare la sicurezza e la visibilità, ai bambini che aderiscono al Bici Bus/pedi Bus è regalato un Kit colorato (pettorina, casco/carrello porta zaino e mantella per la pioggia) da indossare lungo il percorso.
È riorganizzata la sosta delle bici attraverso l’installazione di rastrelliere riservate ai bambini che partecipano al Bici Bus.
L’obiettivo è far fare attività fisica a figli e genitori, evitare di intasare le vie di accesso alle scuole con le automobili e liberare le famiglie dall’incombenza quotidiana di dover accompagnare i piccoli a lezione.
L’integrazione
Ma la mobilità sostenibile cambia a seconda delle caratteristiche personali e del territorio in cui ci si sposta, per cui è il frutto di un’integrazione tra diversi mezzi di trasporto.
Esistono, infatti, diverse forme di trasporto sostenibile. Come si è già evidenziato la mobilità pedonale è la forma più semplice di mobilità sostenibile. Infatti, camminare non produce inquinamento atmosferico, non crea traffico e non prevede dispendio economico. Quando è possibile, quindi, è consigliabile spostarsi a piedi.
A questa va aggiunta la mobilità a due ruote: andare in bicicletta rappresenta un’ottima iniziativa ecologica e sostenibile. Se camminare non permette di spostarsi su medie distanze, la bicicletta sì.
A livello europeo, Belgio e Olanda adottano da sempre questa tipologia di mobilità sostenibile che consente ai lavoratori di svolgere la tratta casa-lavoro su un mezzo a due ruote. Inoltre, in diverse città italiane è stato lanciato il bike sharing, ovvero il noleggio di biciclette che consente a coloro che non hanno una bicicletta di proprietà di spostarsi in bicicletta per la città. L’utilizzo della bicicletta riduce notevolmente l’inquinamento atmosferico. Infatti, questo mezzo di trasporto non emette gas nocivi, non alimenta il traffico urbano ed è particolarmente economico. Attualmente, inoltre, il mercato delle biciclette elettriche sta raggiungendo traguardi in termini di sostenibilità e avanzamento delle tecnologie tali per cui usufruire di questo mezzo di trasporto elettrico è sempre più facile e coinvolgente.
Vi è poi la categoria dei mezzi pubblici nella quale rientrano: treni, autobus, tram, metropolitane e tutti i mezzi di trasporto usati per spostarsi a livello urbano, regionale e nazionale. I mezzi pubblici rientrano tra le forme di mobilità sostenibile, dato che trasportano più persone e riducono l’uso delle automobili private. In questo modo l’impatto ambientale è ridotto, come anche il congestionamento urbano.
Le auto elettriche, o ibride, sono considerate un’alternativa eco-friendly alla mobilità in auto privata. Infatti, la mobilità elettrica rappresenta una soluzione a impatto zero sia a livello ambientale sia acustico. Non solo le automobili full electric, ma anche quelle ibride si rivelano delle valide soluzioni per la lotta contro l’inquinamento atmosferico. Infatti, un’auto ibrida emette circa il 40% di CO2 in meno rispetto a un’automobile a carburante.
In più, è sempre più facile trovare delle colonnine di ricarica per auto elettriche in città, ma anche su strade extraurbane.
Negli ultimi anni, in molte città italiane, si è diffuso il car sharing elettrico che ha portato con sé benefici ambientali ed economici. La sharing mobility si basa sul concetto di condivisione del mezzo di trasporto. Il car sharing consente quindi di noleggiare un’auto a livello individuale per spostarsi autonomamente. Questa tipologia di trasporto permette al viaggiatore di pagare solamente il trasporto in base alla tratta percorsa, evitando quindi costi di acquisto, manutenzione, assicurazione Rca bollo e riferimento.
Il car pooling è un’altra forma di mobilità sostenibile e permette di viaggiare in condivisione utilizzando una vettura di proprietà privata. Il car pooling si basa quindi sull’utilizzo di un’auto privata da parte di più passeggeri che compiono tragitti simili. Grazie al car pooling è possibile ridurre le emissioni di CO2 e limitare la congestione stradale.
La mobilità dolce
La mobilità dolce (ovvero spostarsi senza motori ma con la forza fisica) risulta spesso la più competitiva, se si considera che l’82% degli spostamenti in Italia è nel raggio di 10 km, e di questi quasi la metà inferiori ai 2 km, mentre la durata degli spostamenti urbani si esaurisce in media in 16 minuti. Per questo motivo è essenziale investire in piste ciclabili e aree pedonali.
I bus, le auto e gli scooter elettrici sono la sfida più avanzata per il trasporto su gomma, perché tra i loro vantaggi non inquinano e consentono di risparmiare sul carburante e la manutenzione. Stanno diffondendosi soprattutto in città, dove sono convenienti per il funzionamento del motore, la diffusione delle colonnine di ricarica e gli incentivi dal punto di vista della circolazione e dei parcheggi rispetto ai mezzi tradizionali.
È di questi giorni l’ambizioso progetto per dotare Bari, con i fondi del Pnrr, di un sistema Brt (Bus Rapid Transit) trasporto bus rapido con impianti fissi, una vera e propria rete formata da 4 linee per connettere al meglio numerosi quartieri della città.
Il progetto, redatto da un gruppo di lavoro unico composto da Comune di Bari e Città Metropolitana, prevede due fasi attuative, la prima delle quali sarà candidata alla misura statale per un importo complessivo di 159.171.170,07 euro. Il sistema di Brt ricalca il piano di sviluppo e ottimizzazione delle linee urbane di trasporto pubblico presente nel Pums cittadino e coinvolgerà una parte essenziale della rete portante che si snoda secondo la presenza di attrattori cittadini e di rango metropolitano quali Palazzo di Città, le sedi Universitarie dell’area centrale, il Campus delle facoltà scientifiche, il Policlinico e alcuni nodi di scambio importanti: 2 dei 3 Park&Ride e la stazione ferroviaria «Executive» di prossima realizzazione.
Per la realizzazione del progetto si è optato per l’adozione di bus elettrici a doppia cassa della lunghezza di 18 m, dotati di batterie ricaricabili attraverso sistemi di ricarica rapida alle fermate. Per quanto attiene al corridoio infrastrutturale a servizio della linea Brt, le sue caratteristiche fondamentali sono la presenza di corsie di marcia riservate e l’implementazione di priorità semaforiche, in particolare in corrispondenza delle intersezioni.
I Piani urbani
Va ricordato che nonostante il decreto Mobilità Sostenibile nelle Aree Urbane risalga al 1998, la redazione dei Piani urbani di mobilità sostenibile (Pums) è obbligatoria dal 2017 e solo nelle città sopra i 100mila abitanti. È anche per questo motivo che l’Italia è ancora molto indietro nel realizzare efficaci politiche di mobilità sostenibile. Una delle città più attive è Milano, che nel 2012 ha vietato o disincentivato con una tariffa l’accesso al centro città dei mezzi privati. Grazie alla rete di metro, tram, bus, treni e mezzi di trasporto condivisi, Milano risulta la seconda città italiana più sostenibile dopo Bolzano; ed è prima nella classifica Città Mez (Città Mobilità Emissioni Zero di Legambiente e Motus). Un’apposita indagine sulla Mobilità sostenibile in Italia incorona invece come città più «eco-mobile» Firenze, che a 10 anni dall’introduzione del tram ha portato il 22% dei suoi passeggeri ad abbandonare il mezzo privato. Al di fuori delle classifiche è interessante riportare anche il caso di Genova, che nel 2019 aveva solo 11,5 km di piste ciclabili (dato peggiore tra le grandi città italiane) mentre tra il 2020 e il 2021 ha realizzato 60 km di bike lane, e altri 50 km appariranno nel 2022.
La città intelligente
Il concetto di mobilità sostenibile è strettamente legato a quello di smart city, la «città intelligente» che grazie alla tecnologia rende gli spazi più efficienti, digitali, vivibili e integrati tra loro. L’applicazione di sistemi avanzati quali sensori, videocamere, IoT (Internet of Things) al settore dei trasporti è fondamentale per renderli più efficienti dal punto di vista energetico e soddisfare in tempo reale le esigenze di spostamento dei cittadini. L’evoluzione in questa direzione è obbligata, visto che le città, pur occupando solo il 2% della superficie planetaria, producono il 70% delle emissioni di anidride carbonica, di cui un quarto per il trasporto su strada. Entro il 2050, due terzi della popolazione mondiale vivrà in zone urbanizzate: per questo la mobilità deve diventare al più presto sostenibile. Ed Enel X è pronta, con la sua tecnologia, a contribuire.
La costruzione di nuove infrastrutture non può risolvere tutti i problemi di congestione e accessibilità a causa dei costi elevati e della durata delle procedure di progettazione e, in alcuni casi, dell’impatto ambientale e della mancanza di spazio. Nella ricerca di un uso ottimale della capacità di trasporto esistente, la preoccupazione dell’industria di tagliare i costi è parallela alla preoccupazione dell’opinione pubblica di assicurare la sostenibilità finanziaria e ambientale. Migliorare il fattore di carico, consentire e promuovere il trasbordo a favore del trasporto ferroviario e marittimo per le lunghe distanze, ottimizzare gli itinerari e la tempistica sono tutte misure che contribuiscono a migliorare la mobilità e, allo stesso tempo, a diminuire l’impatto ambientale per unità di carico trasportata.
Più interventi urbani
L’implementazione di forme di mobilità sostenibile richiede che il singolo cittadino decida di tutelare sé stesso, la società in cui vive e l’ambiente circostante. Tuttavia, l’Amministrazione Pubblica può favorire la diffusione di una mobilità sostenibile mediante interventi urbani, tra cui:
Piste ciclabili: la costruzione di piste ciclabili è un’ottima iniziativa per promuovere la mobilità sostenibile a due ruote all’interno di centri urbani ed extraurbani.
Zone a traffico limitato (Ztl): queste zone attivano il blocco del traffico nelle aree centrali della città. Questo blocco può riguardare sia i veicoli privati sia quelli più inquinanti. In questo modo nelle aree Ztl possono circolare solamente mezzi pubblici e veicoli a zero impatto ambientale.
Corsie preferenziali: istituire corsie preferenziali è un incentivo per promuovere la mobilità sostenibile. Infatti, grazie a queste corsie, i mezzi di trasporto pubblico possono viaggiare più velocemente, riducendo il traffico urbano e incentivando le persone a prendere i mezzi pubblici.
Blocchi del traffico: con questa iniziativa temporanea si vieta ai mezzi privati di circolare. In questo modo si riducono le emissioni di CO2 e si contiene il traffico nelle zone più frequentate.
Parcheggi a pagamento: comunemente delimitati da strisce blu, questi parcheggi sono diffusi all’interno dei centri urbani con lo scopo di disincentivare le persone a utilizzare la propria automobile privata. In questo modo si favorisce l’uso di trasporti pubblici, la mobilità pedonale e a due ruote.
Nuove regole
La mobilità sostenibile è semplicemente una scelta, un percorso condiviso dalla società, che è in grado di portare al miglioramento economico, ambientale e sociale.
Mobilità sostenibile è scegliere di camminare invece di prendere un’automobile, è muoversi con la propria bicicletta invece che con una moto.
Proprio in merito a queste nuove abitudini di mobilità, il codice della strada è stato rinnovato e implementato con l’aggiunta di regole specifiche per i veicoli elettrici: monopattini, ma anche automobili dotate di batteria ricaricabile.
In particolare, per i monopattini è stata prevista una serie di regole che riguardano gli obblighi dei conducenti, i quali devono sottostare ad un limite di velocità e ad una serie di accorgimenti e divieti.
I vantaggi dell’uso dei monopattini elettrici. Il monopattino elettrico si è diffuso molto a seguito dei bonus offerti per l’acquisto, tuttavia è stato subito apprezzato, tanto da divenire il mezzo preferito da molti, soprattutto da chi si muove spesso in città per commissioni o per raggiungere il luogo di lavoro o la scuola.
I vantaggi del monopattino si riferiscono essenzialmente alla praticità, alla sostenibilità e alla versatilità del mezzo: è leggero, facile da manovrare, permette di muoversi agilmente anche nei passaggi più stretti e può essere parcheggiato in uno spazio esiguo.
Il motore elettrico non inquina, garantisce una buona autonomia e si ricarica rapidamente, il monopattino è disponibile anche nei modelli pieghevoli e compatti, con la possibilità di portarlo con sé su treni e mezzi pubblici e di parcheggiarlo senza difficoltà anche in un angolo dell’ufficio.
Quali sono le regole previste per i monopattini elettrici. La regolamentazione recente è stata resa necessaria dal successo ottenuto dai monopattini elettrici, al fine di promuoverne un utilizzo consapevole e sicuro. Prima di tutto, la legge definisce le caratteristiche tecniche per questi veicoli, che devono essere privi di sedili, dotati di motore elettrico di potenza non superiore a 0,50 kW, di segnalatore acustico e di regolazione della velocità entro i limiti previsti. Inoltre, i monopattini devono mostrare il marchio CE.
Dalla metà del 2022 i monopattini dovranno inoltre essere dotati di indicatori di direzione luminosi e di freni sulle due ruote, nel caso dei veicoli acquistati prima di tale data, sarà necessario effettuare un intervento di adeguamento.
Obblighi, divieti e limiti di velocità. Il monopattino elettrico può essere guidato solo dopo il compimento dei 14 anni, inoltre, prima dei 18 anni, è obbligatorio l’utilizzo del casco regolamentare. Dopo il tramonto e nelle ore notturne, è necessario che il conducente indossi un giubbotto con elementi riflettenti e che accenda le luci, peraltro obbligatorie anche in condizioni di scarsa visibilità diurna.
Con il monopattino è rigorosamente vietato trasportare persone, animali, merci e oggetti, trainare altri veicoli o farsi trascinare da altri, circolare sui marciapiedi e nelle aree pedonali, è inoltre obbligatorio rispettare i sensi unici e non è consentito parcheggiare sul marciapiedi.
Per chi utilizza i monopattini messi a disposizione nelle città tramite i servizi di sharing, è necessario scattare una foto a fine utilizzo, per dimostrare di avere parcheggiato il veicolo in maniera corretta.
Per quanto riguarda il limite di velocità, il monopattino può viaggiare sulle strade di città in cui sia stato fissato un limite di 50 Km/ora, la velocità massima raggiungibile è comunque non superiore ai 20 Km/ora. Con il monopattino si possono percorrere le piste ciclabili o ciclabili/pedonali, mentre sulle strade pedonali è necessario rispettare il limite di 6 Km/ora.
Francesco Sannicandro, già Dirigente Regione Puglia e Consulente Autorità di Bacino della Puglia