Editoriale

955
Tempo di lettura: 2 minuti

Venticinque anni fa il dibattito sulla globalizzazione dominava il mondo economico e produttivo. Insieme alle preoccupazioni ambientali prendevano corpo ed erano urgenti, per la presenza sempre più ingombrante delle multinazionali, quelle sul lavoro, sull’inquinamento transfrontaliero, sullo sfruttamento minorile, sulla penetrazione ricattatoria di una economia pervasiva che travalicava la politica.

I pro e i contro non aiutavano a capire i pericoli anche perché già si facevano strada disinformazione e false notizie. Allora nacque «Villaggio Globale». Voleva essere, e lo è ancora, un luogo di conoscenza per mettere direttamente in contatto i lettori con le fonti di informazione. Senza mediazione giornalistica. E questo numero che state leggendo è il numero 100 di «Villaggio Globale».

La formula, a cui siamo ancora fedeli, è quella monotematica. La Redazione sceglie quattro tematiche d’attualità che svilupperà nell’anno solare. Non ha importanza il tema, perché qualunque tema scelto, sappiamo che è interconnesso con altri e questa impostazione tende a dimostrare un’altra globalizzazione: quella della natura. Che invece, la globalizzazione dei mercati e finanziaria, tende a non considerare.

Ora siamo arrivati ad uno snodo del nostro futuro. I problemi creati da questo modello di sviluppo sono evidenti in tutta la loro drammaticità. I capitali accumulati, che il pugno di ricchi che dominano il mondo stanno ancora accumulando, non potranno mettere al riparo nessuno se il clima abbatterà le nostre difese. Se mancheranno cibo e salute. Come una nuova peste, di manzoniana memoria, che piombò su un microcosmo complesso, periferico, eppure globale perché era cultura dell’epoca.

Ma tutto ciò l’abbiamo descritto, documentato e studiato in questi anni. Possiamo dire che siamo orgogliosi della nostra storia editoriale. Abbiamo resistito a venti contrari, difficoltà di ogni genere, ostacoli improvvisi.

Però non siamo mai stati soli. Tanti valenti compagni di viaggio ci sono stati vicini ed ancora ci sostengono.

Questo numero 100 è dedicato alla mobilità. Ma insito in questo termine c’è il concetto di città, di organizzazione del lavoro, di nuovo modello di sviluppo, di impiego di nuovi materiali… Temi che emblematicamente riecheggiano quelli del primo numero di 25 anni fa, come ognuno, in questo numero eccezionalmente visibile a tutti integralmente, potrà verificare negli articoli della prima sezione scritti da alcuni storici collaboratori di «Villaggio Globale».

Vogliamo augurarci che nei prossimi 25 anni, si potrà festeggiare il passaggio ad una nuova era, ad un mondo liberato dagli egoismi e dall’ingordigia becera del potere.

 

Ignazio Lippolis