La Mediazione penale a distanza: di necessità virtù

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L’abbandono di un modello di giustizia puramente punitivo, consente di andare verso una «dimensione riparativa» in cui i bisogni di vittima, autore di reato e comunità si considerano in un’ottica condivisa

Parole chiave: Mediazione, Vittime, Reato, Smart working, Mobilità sostenibile

Secondo la Raccomandazione CM/Rec (2018) 8 del Consiglio d’Europa, la giustizia riparativa «si riferisce a ogni processo che consente alle persone che subiscono pregiudizio a seguito di un reato e a quelle responsabili di tale pregiudizio, se vi acconsentono liberamente, di partecipare attivamente alla risoluzione delle questioni derivanti dall’illecito, attraverso l’aiuto di un soggetto terzo formato e imparziale (facilitatore)».

Con la giustizia riparativa, si presta attenzione non solo all’autore di reato e alla sua storia, ma anche alle dimensioni relazionali, sociali e comunitarie all’interno delle quali si colloca il crimine: l’obiettivo è tentare di ricostruire, con il consenso delle parti, la lacerazione della relazione con la vittima e, più in generale, con il contesto sociale. Tra i principali strumenti di giustizia riparativa, vi si trovano la mediazione penale o vittima-reo (victim offender mediation): attività che consente alle persone che subiscono pregiudizio a seguito di un reato e a quelle responsabili di tale pregiudizio, se vi acconsentono liberamente, di partecipare attivamente alla risoluzione delle questioni derivanti dall’illecito, attraverso l’aiuto di un soggetto terzo formato e imparziale. Prima della pandemia, la mediazione vittima-reo veniva svolta esclusivamente in presenza, ma le mutate esigenze e le dotazioni tecnologiche hanno premesso di sperimentare una nuova metodologia.

Gli obiettivi generali della mediazione vittima-reo sono la riparazione delle relazioni lese dal reato, il riconoscimento dell’esperienza di vittimizzazione e riparazione dell’offesa, l’assunzione di responsabilità da parte degli autori di reato e la ricerca di risultati orientati al futuro, in un’ottica relazionale, fondata sul confronto/dialogo tra autore di reato e vittima. Nello specifico della mediazione vittima-reo a distanza, si trattava di verificare se la soluzione, oltre a rispondere alle esigenze di distanziamento imposte dalla situazione pandemica, potesse anche garantire a mediatori e parti il soddisfacimento di esigenze logistiche e un sufficiente riconoscimento reciproco delle emozioni.

La metodologia usata nella realizzazione dei percorsi di mediazione si inserisce più in generale nella cornice concettuale della giustizia riparativa. Nello specifico, nell’attività di mediazione si fa riferimento alla mediazione umanistica di Jacqueline Morineau e alla mediazione trasformativa (victim offender mediation); unita ad un approccio teorico-pratico finalizzato al riconoscimento delle emozioni e, dato il media utilizzato, con una particolare attenzione alle microespressioni facciali.

L’abbandono di un modello di giustizia puramente punitivo, consente di andare verso una «dimensione riparativa» in cui i bisogni di vittima, autore di reato e comunità si considerano in un’ottica condivisa. La situazione pandemica ci ha costretto di fare «di necessità virtù», sperimentando con successo un modello di mediazione vittima-reo a distanza che continua ad essere efficacemente utilizzato, ad esempio per ovviare a difficoltà logistiche delle parti e degli stessi mediatori, senza compromettere la qualità della vita di chi evita gli assembramenti delle grandi città.

Riferimenti bibliografici

Ferrari, F. C., Montinaro, S., & Stefani, S. (2019). Giustizia riparativa: esperienza di responsabilizzazione per condannati all’ergastolo, in Rassegna Italiana di Criminologia.

Ferrari, F. C., Montinaro, S., Paoli, M., & Stefani, S. (2019). Educazione emotiva per imputati in messa alla prova. In Rassegna Italiana di Criminologia.

Morineau J. (2003). Lo spirito della mediazione. Milano: Franco Angeli.

 

Fabio Carlo Ferrari, Simone Stefani, Associazione Aleteia – Studi e ricerche giustizia riparativa e mediazione