Appassionata e commovente lettera di Valentino Valentini
È una profonda esigenza storica, culturale e ambientale che una città come Taranto dovrebbe coccolare, perché il mare o le opere medievali non sono espressione asettica del territorio ma il risultato di una realtà ambientale e paesaggistica che i realizzatori, del tempo, ben conoscevano ma che gli attuali amministratori sembrano ignorare vistosamente
Valentino Valentini, entomologo e direttore del museo Laboratorio della Fauna Minore a Mezzana Salice di San Severino Lucano, scrive un’appassionata e commovente lettera al sindaco di Taranto con lo scopo di realizzare un museo civico di Scienze Naturali e Ambientali a Taranto. Valentini, si batte per questo progetto da anni e ritorna alla carica perché, avendo ormai superato gli ottant’anni, si preoccupa delle sue preziose collezioni microfaunistiche ricche di ben 6.000 esemplari che hanno bisogno di cure per evitare danni di muffe e parassiti. Infatti, le collezioni «abbisognano di stretta sorveglianza, esemplare per esemplare, da parte di curatori professionisti che le preservino da muffe e parassiti, e le preservino specie quando il sottoscritto non lo potrà più fare avendo varcato “la tetra soglia dell’Ade”».
Ovviamente auguriamo a Valentini lunga vita, che gli permetta di continuare a prendersene cura ma, soprattutto, che veda realizzato questo suo progetto, che non è un pio desiderio velleitario, ma una profonda esigenza storica, culturale e ambientale che una città come Taranto dovrebbe coccolare, perché il mare o le opere medievali non sono espressione asettica del territorio ma il risultato di una realtà ambientale e paesaggistica che i realizzatori, del tempo, ben conoscevano ma che gli attuali amministratori sembrano ignorare vistosamente.
E l’«ostilità» verso questo progetto è tanto più incomprensibile in quanto la realizzazione, come Valentini scrive nella sua lettera, avrebbe dei costi irrilevanti per l’Amministrazione.
Pubblichiamo quindi ben volentieri la lettera che Valentini ci ha inviato.
Pregiatissimo Sindaco,
sono ormai svariati anni che chiedo di poter realizzare quanto a margine per la mia Città, ma sono anche giunto ad una età da alcuni meglio definita «dirittura d’arrivo» per aver già superato l’ottantina. Gli amici direttori dei musei naturalistici di Roma, Genova e Milano, soprattutto il direttore del museo naturalistico di Bergamo nonché Presidente della Società italiana di scienze naturali, insistono perché mi decida una buona volta a donare le mie preziose collezioni microfaunistiche che ammontano a ben 6.000 esemplari, ordinati tassonomicamente per Ordine, Famiglia, Genere e Specie, e che abbisognano di stretta sorveglianza, esemplare per esemplare, da parte di curatori professionisti che le preservino da muffe e parassiti, e le preservino specie quando il sottoscritto non lo potrà più fare avendo varcato «la tetra soglia dell’Ade». Del progetto Le ho già scritto qualche anno fa, e della cosa sono informati anche il Vicesindaco Manzulli, l’Assessore all’Ambiente Di Santo, e già da tempo l’attuale Presidente del Consiglio Comunale Bitetti e anche il Consigliere Castronovi (invero, il più sensibile), sino ad oggi senza che si «muova foglia»!
Da quasi vent’anni sto cercando di sensibilizzare il Comune di Taranto per l’istituzione di un museo di scienze naturali e ambientali da realizzare sulla falsariga di quello sorto in San Severino Lucano (PZ), trovando quasi sempre pregiudizi, indifferenza, disinteresse e, talvolta, persino ostilità! A tal punto che qui son rimasto solo, col mio «pio» desiderio di conferire un altro volto culturale alla mia Città, un volto che non sia sempre e comunque quello dell’archeologia, della «Magna Grecia» e del Castello Aragonese: pur ringraziando il Padreterno che il nostro ordinamento cittadino non preveda la pena di assumere «cicuta» per i «rompiscatole» che pretendono di acculturale i propri cittadini rischiando, come è stato per il povero Socrate, la libertà e la vita!
Nel «lontano» 2017 Le scrissi, se ben ricorda, che avrei potuto realizzare del tutto gratuitamente un museo naturalistico col patrocinio dell’Enea, del Parco nazionale del Pollino, dei Musei di scienze naturali di Roma, Genova, Milano e Bergamo (i direttori, ripeto, tutti cari amici…) ma anche dell’Arde Associazione romana di entomologia e della Sei Società entomologica italiana, ma la S.V., sollecitata personalmente dal sottoscritto, risponde che vi sono «ben altre priorità», e non mi vuol neanche ricevere perché Le spieghi, con «gigantesca» pazienza, che questa iniziativa costa veramente pochissimo ed è vera e propria opera di civiltà, da realizzare al servizio dei cittadini, delle scuole e del turismo, a tutto vantaggio d’una informazione non solo utile ma necessaria e fondamentale, e che non sia solo quella che proviene, lo ripeto, dalla visita al MarTa o al Castello Aragonese.
Eminenti studiosi di ecologia e di biologia degli ambienti asseriscono che attualmente è più che mai indispensabile tener pulita non solo la nostra dimora fatta di cemento e mattoni, ma anche quella della Natura nella quale ci siamo evoluti come esseri viventi e pensanti, al punto da poter celebrare in un museo naturalistico l’amore e il rispetto per il nostro ambiente, cittadino e non, un ambiente fatto di territorio, ma anche di piante, animali, funghi e batteri che lo popolano e lo rendono funzionante per la vita e la sopravvivenza di tutti.
Tale museo, qualsiasi dimensione si voglia dargli (e, se possibile, in stretta sinergia con i ragazzi del corso di laurea in Scienze Ambientali), nella nostra Città svolgerà un ruolo culturale e sociale importantissimo, finalizzato ad una corretta informazione e divulgazione scientifica (chiamasi anche «alfabetizzazione scientifica»), rapportandosi col mondo della scuola, delle comunità del territorio e delle Università e rivolgendosi a tutte le fasce sociali della popolazione e al turismo, al fine di rendere le persone più consapevoli e quindi «ecologicamente» più responsabili; senza poi dimenticare che tale istituto potrà svolgere anche una preziosa funzione nella «riconversione e transizione ecologica», oggetto del piano di sviluppo del nostro Paese, e, dotato di un bel laboratorio, diventare anche il luogo ideale per una corretta analisi dello stato di salute della biodiversità, degli ecosistemi e dell’intero territorio in tutte le componenti storiche, geomorfologiche, ed ecologiche che lo costituiscono (ricorderà, spero, la circolare del ministero della Transizione Ecologica per la tutela della biodiversità, cui ho aderito come entomologo offrendo al Comune di Taranto la mia volontaria e gratuita collaborazione).
Per quanto sopra, sino ad oggi ho tenuto «duro» per non cedere le collezioni microfaunistiche, la biblioteca scientifica, gli elaborati scientifici e strumenti ottici a chicchessia che non sia della mia Città e per la mia Città, cosa che al contrario non s’è potuta (voluta) evitare per il «Museo del Sottosuolo» del prof. Pietro Parenzan in Villa Peripato, sottratto ai tarantini da alcuni loschi personaggi di Latiano che profittarono della incapacità e (diciamo pure) del menefreghismo dell’allora commissario prefettizio.
Franco Guarino, reporter e concittadino, ha scritto una cosa sacrosanta, e cioè che «l’ecologia non è una carrozza sulla quale salire per poi scendere quando si vuole o quando fa comodo, l’ecologia è una scienza che salverà il Pianeta dalla catastrofe, ma richiede la sensibilità e l’impegno di tutti»: in questo caso anche il Suo, Sig. Sindaco e della Giunta, dei Signori Consiglieri, tutti accomunati dal solidale impegno di guidare una Città difficile e problematica come la nostra, e che stenta ancora a capire quanto necessario sia l’ampliamento dei nostri orizzonti culturali in relazione alla conoscenza della natura e di quelle condizioni generali dell’ambiente che rendano possibile la vita e la sopravvivenza di singoli organismi quali noi siamo.
Non abbia timore, Sig. Sindaco, vada sino in fondo, non facciamo perdere alla nostra Città anche questa grande occasione sin quando il sottoscritto è ancora in vita, dando il via libera alla realizzazione del Museo Civico di Scienze Naturali e Ambientali che costerà pochissimo ma varrà «tant’oro quanto pesa» per la nostra Comunità: col sicuro risultato di rendere ancor più ricca, viva e culturalmente dinamica la vita d’una Città sfortunata, ma che attende da sempre di poter spiccare questo «benedetto» volo!
Ho scritto quanto sopra in perfetto spirito di servizio per la nostra Città, spero quindi voglia gradire i saluti più cordiali.
Il Direttore, dott. Valentino Valentini
R. V. G.