La siccità della ragione

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Sui cambiamenti climatici in atto non abbiamo scuse. Da quando l’Ipcc ha iniziato a dare i suoi rapporti, era chiaro che gli scienziati, messi insieme dall’Onu, non erano dei pericolosi terroristi, ma facevano il loro mestiere. Le colpe che abbiamo sui macroscopici ritardi

Non occorre una laurea specifica per capire i torti che abbiamo nella gestione dell’ambiente che è intorno a noi. Basta, appunto, guardarsi intorno.

Sui cambiamenti climatici in atto, poi, non abbiamo scuse. Da quando l’Ipcc ha iniziato a dare i suoi rapporti, era chiaro che gli scienziati coinvolti dall’Onu, non erano dei pericolosi terroristi, ma facevano il loro mestiere. E lo facevano bene visto che le loro previsioni si sono puntualmente realizzate.

No, non ci voleva la laurea, bastava avere fiducia nella scienza e una mentalità aperta e non appaltata da ignoranza e partitocrazia deleteria. Invece ai nostri politici interessava solo la rielezione. E, quello che è peggio, continuano su questo versante.

L’esigenza di accelerare la costruzione verde, per risparmiare energia e virare verso forme più sostenibili, era evidente da decenni, e l’annuncio dell’aridità che avrebbe colpito vaste aree del pianeta era scontato. Ma loro no, in realtà non ci credevano. Per cui niente cambiamento negli stili di vita, niente modifica nell’agricoltura, niente invasi, niente acqua riciclata, niente raccolta di acqua piovana per duplicare le condutture per uso domestico (fra potabile e non), niente desalinizzazione (per cui Nebbia ne parlò molti decenni fa)… perché, come si sente dire da ministri e portavoce di partiti: sono scelte ideologiche proprie dei Verdi.

Quanta miseria umana esiste ancora in circolazione!

E quello che è peggio si vantano se riescono a bloccare anche le scelte europee… perché, bisogna ammetterlo, le nazioni del nord Europa queste scelte le hanno fatte da tempo ed hanno ragione a voler imporre date definitive.

Ma noi no, siamo bizantinamente furbi ed in soccorso vengono i petrolieri, coloro che hanno causato e accelerato questi danni, vengono in aiuto i miraggi di elezioni e il prolungamento di gestione del potere. Una soddisfazione miserrima di fronte alla perdita della vita e ad una crescita della povertà globale.

Ma il problema è il nostro, le responsabilità sono nostre che continuiamo a chiudere gli occhi ma soprattutto il cervello, nella vana illusione di un prolungamento di benessere che non ci sarà più.

Sono quindi ridicoli, semplicemente ridicoli, i servizi quotidiani in tv e sui giornali sui livelli dei fiumi, le promesse di accordi con Israele per la desalinizzazione e il vergognoso insistere sul nucleare.

Tutto questo è sì ideologico, di una ideologia che non si fonda più su motivazioni ideali ma su un coacervo di ignoranza e pregiudizi retrivi e che rallenteranno il nostro cammino verso il nuovo, proprio come vogliono i vetero capitalisti e i gestori di desuete tecnologie.

 

I. L.