Xylella, alt alla gestione medievale, il Tar sceglie la ricerca

2656
ulivo xylella
Tempo di lettura: < 1 minuto

Il Tribunale amministrativo regionale per la Puglia (Sezione Terza) di Bari ha accolto i ricorsi presentati dai proprietari degli alberi di olivi monumentali e con caratteristiche di monumentalità di Ostuni, dichiarati positivi a Xylella fastidiosa dall’Osservatorio fitosanitario regionale. Prevista la possibilità di fare ricerca scientifica sul campo

Finalmente, con una sentenza epocale del Tar, il nodo Xylella cambia «epoca», dalla fase medievale e oscurantista gestita dalla Regione Puglia, basata sull’abbattimento degli ulivi e sulla demonizzazione, tipo caccia alle streghe, di coloro che volevano porre in essere strategie alternative, si passa ora ad una gestione moderna e più vicina alla ricerca, come più volte auspicata anche da queste colonne.

Infatti, nelle conclusioni della sentenza del Tar, si legge: «è errato ed illegittimo precludere attività di indagine e ricerca scientifica, in uno all’applicazione di protocolli di cura i quali, benché non validati da Autorità europea per la sicurezza alimentare, siano frutto di studio da parte di un collegio di esperti che ha messo in atto un approccio multidisciplinare per il contrasto della Xylella fastidiosa».

Quindi, si sottolinea in una nota di Giorgio Doveri, coordinatore del Comitato scientifico multidisciplinare indipendente: Il Tar Bari fa la differenza e segna una svolta epocale per la gestione della batteriosi da XF: la ricerca scientifica è legittima e può costituire una misura alternativa all’espianto.

 

R. V. G.