Puglia, il nodo gordiano del piano casa

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֎Se a Bari gli uffici comunali stanno verificando i permessi di costruire rilasciati dopo il 31 dicembre 2021 per decretarne o meno la validità alla luce dell’ultima sentenza della Corte costituzionale di febbraio scorso, sembra che nel Salento i dirigenti di molti Comuni si siano irrigiditi ricorrendo anche ad annullamenti in autotutela dei permessi già rilasciati nel 2022֎

Doveva essere di facile soluzione la questione del Piano casa dopo le ripetute bacchettate della Corte costituzionale sulle varie leggi pugliesi che, di volta in volta, ne prorogavano gli effetti e ne ampliavano la portata. Invece pare non essere per niente facile mettere mani a norme che hanno determinato legittime aspettative e diritti soggettivi per le imprese di costruzione e per gli acquirenti.

L’ultima legge regionale pugliese (la n. 20/2022) che si è occupata del Piano casa (anche se i suoi sostenitori finali, dopo che il testo proposto dall’assessore regionale all’Urbanistica Anna Grazia Maraschio è stato letteralmente violentato in Aula, si sgolano per dire che non è una legge sul Piano casa ma su un’allitterazione chiamata Eco casa dove il prefisso «eco» non vuol dire nulla), è stata pure questa impugnata dal governo dinanzi alla Corte costituzionale. E la Consulta aveva fissato al 20 giugno scorso l’udienza cancellandola poi dal ruolo, come vedremo.

L’iniziativa della Camera amministrativa di Bari

Lo stesso 20 giugno la Camera amministrativa distrettuale di Bari (l’associazione che raccoglie gli avvocati amministrativisti baresi) ha organizzato un incontro di approfondimento proprio sul Piano casa. Ha chiamato a parlarne gli avvocati dell’associazione (Marta Lorusso e Beppe Macchione), quelli di enti pubblici (Augusto Farnelli, Comune di Bari, e Anna Bucci, Regione Puglia), il dirigente della Ripartizione urbanistica del Comune di Bari (Pompeo Colacicco), l’Associazione dei comuni pugliesi, Anci Puglia (con il Sindaco di Sannicandro di Bari, Giuseppe Giannone), gli ordini professionali di architetti (Maria Cornacchia) e di ingegneri (Umberto Fratino), l’associazione dei costruttori edili, Ance Puglia (Nicola Bonerba) e Stefano Lacatena, consigliere regionale delegato dal Presidente Emiliano ad occuparsi della questione.

Quel che è emerso è che si è ancora abbastanza lontani dall’avere un testo di legge che superi le anguste maglie edilizie del Piano casa per ambire ad una nuova disciplina urbanistica regionale dopo la legge del 2001. Lacatena ha assicurato che un testo abbastanza soddisfacente c’è dopo aver compulsato i detentori di interessi ma che deve essere ulteriormente approfondito. «Il tentativo che voglio portare a termine — ha detto Lacatena — è quello di non vivacchiare su norme minimali ma di avere un disegno strategico urbanistico a livello regionale». «Vaste programme», potrebbe dire qualcuno facendo il verso a De Gaulle, ma l’intento di Lacatena sembra autentico e perseguibile.

Quando l’avversario torna comodo

All’intento fa gioco anche il rinvio a data da destinarsi dell’udienza della Corte costituzionale sulla legge regionale pugliese «Eco casa» fissata in un primo momento, come detto, al 20 giugno scorso. Il rinvio sarebbe stato deciso d’ufficio dalla stessa Corte dopo che con la memoria difensiva depositata dalla Regione (ossia dal Presidente Michele Emiliano in difesa di una legge da lui sempre contestata ed avversata) si è informata la Consulta che «in data 12/10/2022 è stata presentata la Proposta di Legge n. 586 a firma del consigliere Amati Fabiano, che si deposita, recante alcune modifiche dell’impugnata legge reg. n. 20/2022, finalizzata a superare e comporre taluni profili di criticità costituzionale, come denunciati in ricorso, anche alla luce delle interlocuzioni informali intercorse con le competenti Amministrazioni statali prima dell’impugnativa». Ossia gli avversari acerrimi (Emiliano ed Amati) si sono «incontrati» con mutuo soccorso sollecitando implicitamente il rinvio dell’udienza.

Il quadro deprimente del Piano casa in Puglia

Quel che è emerso evidente dall’incontro organizzato dagli avvocati amministrativisti baresi è che la città di Bari si conferma l’epicentro dell’attuazione del Piano casa, come abbiamo scritto più volte, anche perché degli altri Comuni non si sa nulla. Se a Bari gli uffici comunali stanno verificando i permessi di costruire rilasciati dopo il 31 dicembre 2021 per decretarne o meno la validità alla luce dell’ultima sentenza della Corte costituzionale di febbraio scorso, sembra che nel Salento i dirigenti di molti Comuni si siano irrigiditi ricorrendo anche ad annullamenti in autotutela dei permessi già rilasciati nel 2022. Una bolgia dantesca determinata da spregiudicatezza legislativa e da ignavia nella risoluzione dei problemi. Lacatena dovrà essere immune da questi stigmi.

 

Fabio Modesti