Altri 97 decreti attuativi pur in mancanza del Piano energetico ambientale regionale e senza aver ancora individuato le aree non idonee alla realizzazione di impianti. Anche il governo Meloni prosegue nella risoluzione dei conflitti tra amministrazioni dello Stato, ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica contro ministero della Cultura, in merito all’autorizzabilità o meno di impianti di produzione energetica da Fer, consentendone la realizzazione contro il parere del secondo
Dice «Staffetta Quotidiana» («Dal 1933 il quotidiano delle fonti di energia») che le autorizzazioni di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili (Fer) continuano a crescere, soprattutto in Puglia. Quest’anno, da inizio aprile al 25 giugno, la «Staffetta» ha registrato «97 decreti di autorizzazione sui bollettini ufficiali delle Regioni, per 1.377 MW tra nuova capacità fotovoltaica ed eolica utility scale. Il dato è in crescita rispetto ai trimestri precedenti anche perché, dall’approvazione del D.L. Pnrr n. 13 del 24 febbraio scorso, le Regioni hanno l’obbligo di rendere note le comunicazioni di procedura abilitativa semplificata ricevute».
La procedura abilitativa semplificata ha sostituito la dichiarazione di inizio attività (Dia) e, con i numerosi interventi di semplificazione, permette di costruire impianti fotovoltaici fino ai 20 MW in aree brownfield (ossia aree industriali o commerciali abbandonate o sottoutilizzate, solitamente nelle fasce urbane periferiche), o fino ai 10 MW in aree idonee all’installazione o nella «solar belt»: il proponente comunica al Comune l’intenzione di realizzare l’impianto, inviando una relazione dettagliata e gli elaborati progettuali; se il Comune non si oppone entro 30 giorni, il proponente può dare il via ai lavori. Dall’analisi emerge che la Puglia è in piena ripresa delle autorizzazioni dopo anni di stop: è la seconda per impianti autorizzati (nel periodo detto) con 353 MW tra eolico e fotovoltaico, dopo la Sicilia con 542 MW, sopra il Lazio (196 MW) e la Sardegna (101 MW). Il tutto sempre senza il Piano energetico ambientale regionale e senza aver ancora individuato le aree non idonee alla realizzazione di impianti.
Il governo continua ad autorizzare
Intanto anche il governo guidato da Giorgia Meloni prosegue nella risoluzione dei conflitti tra amministrazioni dello Stato, ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica contro ministero della Cultura, in merito all’autorizzabilità o meno di impianti di produzione energetica da Fer, consentendone la realizzazione contro il parere del secondo. È, tra gli altri, il caso dell’impianto eolico in territorio di Acquaviva delle Fonti composto da 12 aerogeneratori, sito nel comune di Acquaviva delle Fonti (BA), in località «Masseria Camiciarletta», «Masseria Serini» e «Masseria D’Addabbo» con opere di connessione nei Comuni di Gioia del Colle e Santeramo in Colle in provincia di Bari, e nei Comuni di Laterza e Castellaneta in provincia di Taranto. Quest’impianto fa il paio con quello da 15 aerogeneratori da 6 MW ciascuno realizzato, sempre a seguito di deliberazione del Consiglio dei Ministri, con la presidenza di Mario Draghi, tra Casamassima ed Acquaviva delle Fonti, avversato dagli agricoltori della zona e da tutte le associazioni ambientaliste compresa Legambiente il cui presidente regionale, Ruggero Ronzulli, si è dimesso quasi due mesi fa dall’incarico anche a causa di questa presa di posizione.
Fabio Modesti