Distruggere il simbolo ne esalta il valore
֎Domani saranno trent’anni che il pino loricato, simbolo del Parco nazionale del Pollino, è stato bruciato. Ma gli alberi abbattuti non smettono di raccontarci. Il ricordo fatto da Annibale Formica che ha vissuto in prima persona il dolore per quel falò֎
Dal nord-est dell’Inghilterra, nel cuore del mare del Nord, al sud dell’Italia tra mar Jonio e Tirreno, nel cuore del Mediterraneo, due alberi prestigiosi, due storie diverse, due testimoni di civiltà, due emblemi di parchi hanno un destino che li accomuna: entrambi abbattuti, l’uno sulla fessura del Muro del Vallo di Adriano, nel Parco nazionale del Northumberland, l’altro sulla Grande Porta del Parco nazionale del Pollino.
L’albero di sicomoro, il Sycamore Gap Tree
Il 28 settembre scorso l’albero di sicomoro è stato abbattuto. Era un grande acero montano (Acer pseudoplatanus) piantato, come elemento paesaggistico, circa 150 anni fa dall’allora proprietario del terreno. Il Sycamore Gap Tree si trovava nel Parco Nazionale del Northumberland, in un avvallamento nel Vallo di Adriano: la fortificazione in pietra, fatta costruire dall’imperatore romano Adriano nella prima metà del secondo secolo per segnare il confine tra la provincia romana della Britannia e la Caledonia e dichiarata dall’Unesco, nel 1987, «patrimonio dell’umanità».
Era l’unico albero cresciuto su quel tratto del vallo in una posizione particolarmente scenografica, tanto da diventare, nel 1991, soggetto di una scena importante del film «Robin Hood. Il principe dei ladri». Era considerato uno dei monumenti più iconici nel nord-est dell’Inghilterra, «l’albero più fotografato d’Inghilterra» (1): una grande attrazione turistica molto amata dai visitatori del Parco del Northumberland, istituito nel 1956. L’area protetta, la più settentrionale tra i Parchi Nazionali d’Inghilterra, ricopre una superficie di oltre 1000 km² e protegge una vasta area selvaggia scarsamente popolata.
Il Sycamore Gap faceva da rifugio per «camminatori stanchi».
Il Woodland Trust, l’ente di beneficenza per la conservazione dei boschi del Regno Unito che si occupa della creazione, protezione e ripristino del patrimonio boschivo autoctono, nel 2016 ha premiato il Sycamore Gap come «Albero inglese dell’anno».
L’iconico albero Sycamore Gap è stato abbattuto con un atto di «deliberato vandalismo», ha dichiarato la polizia locale della Northumbria.
Secondo lo scrittore e poeta paesaggista Robert Macfarlane, l’abbattimento dell’albero Sycamore Gap al Vallo di Adriano fa parte di una cultura ostile alla natura e simboleggia un attacco gravissimo nel Regno Unito. In un’intervista, in un programma radiofonico, Macfarlane, ha fatto notare che l’albero è stato abbattuto alla vigilia della pubblicazione del rapporto sullo stato della natura.
Nel rappresentare lo sdegno e l’indignazione, il poeta ha evidenziato che la perdita dell’albero ha suscitato: dolore, poesie, dipinti, disegni, fotografie, storie, ricordi. Ed ha auspicato che la forza di tali sentimenti possa trasformarsi in «bene» e che l’incidente possa portare ad una maggiore protezione dei «venerabili alberi ad alto fusto». (2)
Le persone continuano a camminare verso il sito per rendere omaggio, prendendosi il tempo di osservare, in piedi o seduti, ciò che resta.
I visitatori sono invitati a non toccare l’albero e a non rimuoverne alcun pezzo. Un cartello chiede: «Per favore, rispettate l’albero ed evitate di toccarlo o di rimuoverne pezzi. Troveremo un modo per commemorarlo».
Woodland Heritage, un ente di beneficenza britannico che promuove la gestione dei boschi per il futuro degli alberi britannici, si offre di aiutare a raccogliere e preservare i resti dell’albero Sycamore Gap in modo che la sua eredità possa essere salvata.
Il pino loricato della Grande Porta del Pollino
Trent’anni fa, il 18 ottobre del 1993, hanno dato fuoco al pino loricato della «Grande Porta del Pollino», il vecchio albero che molti frequentatori di quel luogo chiamavano familiarmente «zio Peppe».
Dando fuoco al vecchio pino, si è colpito il Parco Nazionale del Pollino: quel parco tanto sognato e faticosamente preparato nei quarant’anni precedenti, che in quei giorni stava per diventare una istituzione di importanza nazionale ed internazionale per la conservazione, la tutela, la valorizzazione e la gestione di 198.000 ettari di territorio protetto, ricco di risorse di rilevante valore naturalistico e culturale, dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco con il Geoparco, nel 2015, e con la faggeta vetusta di Cozzo Ferriero, nel 2017.
Quel vecchio pino loricato della «Grande Porta del Pollino», bruciato poche settimane prima della istituzione dell’Ente Parco nazionale del Pollino con decreto del Presidente della Repubblica, del 15 novembre 1993, è diventato ufficialmente, poi, l’emblema del parco.
Era ed è rimasto nel cuore di tutti gli appassionati della natura. È diventato, da allora, meta di escursionisti che arrivano fin lì quasi in pellegrinaggio. Rimasto, per oltre vent’anni, piegato su un lato, ma non domo, quell’albero secolare, abbattuto dalla sciagurata mano dell’uomo, tende ancora i suoi rami secchi verso il cielo, verso la terra e verso i visitatori.
Sono rami che raccontano la loro vicenda ancora viva nella memoria degli amici del Parco; ammoniscono ancora oggi sulla sacralità della natura del Pollino.
Quei resti del vecchio pino loricato vanno conservati e protetti. Il «Piano della Performance per il triennio 2011-2013» dell’Ente Parco Nazionale del Pollino, aveva, a tal fine, già programmato una iniziativa. (3)
Il Pino loricato è una specie endemica e rappresenta la caratteristica vegetazionale più peculiare del patrimonio floristico del Parco. Largamente diffuso centinaia di migliaia di anni fa, il Pino loricato è un solenne «paleoendemita», che sopravvive in Italia solo nel massiccio montuoso del Pollino. È presente, inoltre, nei Balcani, dalla Bosnia alla Serbia, all’Albania, al Montenegro, alla Grecia, alla Bulgaria.
È una specie vivente dalla longevità straordinaria; un esemplare di vera e propria «archeologia» botanica. Una ricerca scientifica finanziata dal Parco ha consentito di datare, nel 2017, sul Pollino, a quota duemila metri, un pino loricato vivente di 1230 anni, il più antico d’Europa. (4)
Il Valore degli alberi
«Salviamo le radici della nostra civiltà» titola un articolo di Valerio Magrelli, in prima pagina su «la Repubblica», il 20 gennaio 2013. Lo scrittore e poeta ritiene che «l’uomo e la vegetazione condividano le medesime radici» e che tutta la nostra cultura è nata ed è cresciuta all’ombra degli alberi.
Gli alberi sono esseri viventi che consentono alla terra di vivere.
Gli alberi, le piante hanno un’intelligenza che ha consentito loro di trovare e di testare, per centinaia di milioni di anni, soluzioni «brillanti» a vari grandi problemi che l’umanità deve affrontare oggi. Lo dice Stefano Mancuso, botanico e saggista italiano, che insegna arboricoltura generale ed etologia vegetale e dirige il Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale. Le risultanze scientifiche di alcune sue ricerche, pubblicate nel libro: «Verde brillante. Sensibilità e intelligenza del mondo vegetale», spiegano che «le piante hanno una personalità, possiedono i cinque sensi come noi, si scambiano informazioni e interagiscono con gli animali. Per sopravvivere adottano strategie mirate, hanno una vita sociale, sfruttano al meglio le risorse energetiche. Sono capaci di scegliere, imparare e ricordare, sentono perfino la gravità» e «hanno intelligenza, apprendimento e memoria. Sono organismi viventi niente affatto inferiori. E hanno molto da insegnarci».
Il 21 novembre, la Giornata nazionale degli alberi
La celebrazione della Giornata nazionale degli alberi, istituita come ricorrenza nazionale con una legge del febbraio 2013, si incarica di «dedicare del tempo alla conoscenza di questi delicati e forti esseri viventi, affinché essi abbiano l’attenzione che meritano per le tante funzioni ecosistemiche e per i molteplici benefici e servizi che offrono». (5)
Con questi obiettivi, lo scorso anno, è stata elaborata, da parte del ministero dell’Agricoltura, insieme al ministero dell’Istruzione, una proposta didattica, sui temi dell’educazione ambientale, attraverso la conoscenza del patrimonio boschivo italiano e dei suoi più illustri rappresentanti: gli alberi monumentali, come quelli censiti tra il 2013 e il 2014 e pubblicati nel giugno del 2015 dall’Ente Parco nel volume «Alberi monumentali del Parco nazionale del Pollino». (6)
In diversi comuni dell’Emilia-Romagna sono state distribuite gratuitamente, nel 2022, piante da mettere a dimora, nell’ambito del progetto «Mettiamo radici per il futuro». (7)
All’iniziativa contro gli effetti dei cambiamenti climatici, alla quale ha partecipato Legambiente, collaborando, come partner, al progetto europeo «Life Terra», la campagna, sostenuta da Music for The Planet, ha unito musica, ecologia e cittadini. (8)
Le campagne annuali di Legambiente rappresentano «un importante strumento per creare una sana coscienza ecologica nelle generazioni future che si troveranno ad affrontare problemi ed emergenze ambientali sempre nuove e su scala globale». (9)
«Chi pianta un albero, pianta una speranza», diceva la poetessa ed autrice Lucy Larcom del Massachusetts, dove insegnò dal 1854 al 1862.
Anche se abbattuti gli alberi non smettono di raccontarci. Dedichiamoci ad ascoltarli.
Per ricordare il trentesimo anniversario dello scellerato gesto del 18 ottobre 1993, promuoviamo, in occasione della prossima Giornata nazionale degli alberi, il 21 novembre, una iniziativa per farci raccontare dai resti del vecchio pino loricato della Grande Porta del Pollino la loro storia. E, per condividere il destino che li ha accomunati, organizziamo il gemellaggio con l’albero di sicomoro del vallo di Adriano, nel Parco Nazionale del Northumberland, abbattuto lo scorso 28 settembre.
Note
(1) Cfr.: https://www.ilpost.it/flashes/sycamore-gap-vallo-adriano-abbattuto/ del 29 set 2023.
(3) Nota: il Piano della Performance per il triennio 2011-2013, che al punto 3.3.11 dell’elaborato prevedeva quale obiettivo operativo la candidatura a finanziamento del Progetto di intervento finalizzato alla conservazione del Pino Loricato, simbolo del Parco, bruciato nel 1993, è stato approvato dal Consiglio Direttivo dell’Ente Parco Nazionale del Pollino con deliberazione n. 14 del 23 febbraio 2011.
(4) Fonte corriere.it: https://www.mountlive.com/sul-pollino-lalbero-piu-vecchio-deuropa-ha-1-230-anni/#:~:text=Ha%201.230%20anni,-redazione%2028%20Giugno&text=Si%20trova%20sul%20Pollino%2C%20a,in%20Grecia%2C%20con%201.076%20anni.
(5) Cfr.: https://www.politicheagricole.it/giornata_nazionale_alberi_2022.
(6) Cfr.: Annibale Formica, «Un libro ricco di dati e storia. Gli alberi monumentali del Parco nazionale del Pollino», articolo pubblicato sulla Rivista «Villaggio Globale», il 4 agosto 2015.
(8) Cfr.: https://www.legambiente.it/campagna/festa-dellalbero/.
Annibale Formica