Per un 2024 di impegno…

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Fuochi-pirotecnici
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֎Perché se guardiamo alle varie latitudine del pianeta certamente lo stato dell’ambiente ha influenzato scelte e azioni֎

E il 2023 volge al termine. Quando ho deciso di scrivere questo articolo ho pensato a quello che è accaduto in quest’anno a tutto pieno ma sentivo che era molto facile cadere nelle solite e nostalgiche revisioni di fine anno da catalogare tra quel che è accaduto di positivo e negativo, gli insegnamenti, le questioni da accantonare perché di fondo prive di contenuti, quello che ci ha invece ispirato e aperto altre strade e dato forma a pensieri leggeri. Un anno che parla di ambiente…

Perché se guardiamo alle varie latitudine del pianeta certamente lo stato dell’ambiente ha influenzato scelte, azioni. Ma non ci sta solo quello… un mondo pervaso da guerre come il conflitto che continua a infuriare in Ucraina e quello mai placato, riesploso in tutta la sua tragicità, in Palestina senza mai dimenticare i conflitti diventati negli anni ormai endemici, ai quali di fatto ci siamo un po’ tutti abituati e che non fanno più notizia, nelle altre aree del globo.

Per il pianeta indubbiamente è evidente come gli eventi estremi, la siccità, le alluvioni e tanto altro ne hanno fatto da padroni. Ormai l’andamento è chiaro a tutti, non si può più nascondere quello che sta accedendo, non si può più fare finta di niente addolciti dalla politica del «ci stiamo impegnando a, non è troppo tardi per, ecc.». È tutto troppo evidente e sulla pelle di tutti.

Il 2023 sarà l’anno più caldo della storia e ad annunciarlo è stato Copernicus, il servizio europeo di monitoraggio del clima. Novembre 2023 è stato il novembre più caldo a livello globale dal 1940. Ogni mese da giugno è stato il più caldo, con l’estate e l’autunno boreale più caldi, rendendo il 2023 il più caldo mai registrato, e questo secondo l’ultimo aggiornamento climatico mensile dell’Agenzia.

E continuando nella nota si leggono i numeri… novembre ha registrato una temperatura superficiale media di 14,22°C, 0,85°C al di sopra della media di novembre del periodo 1991-2020 e 0,32°C più calda rispetto al precedente ottobre più caldo, nel 2020. Nel complesso il mese è stato di circa 1,75°C al di sopra della media preindustriale (1850-1900), e per la prima volta due giorni sono stati di oltre 2°C al di sopra della media preindustriale. Secondo le stime del Copernicus climate change service (C3s), più di un terzo dei giorni nel 2023 sono stati di oltre 1,5°C al di sopra della media preindustriale.

Numeri che fanno paura e che si sposano miseramente con eventi che di fatto hanno lasciato l’amaro in bocca in questo 2023. E stiamo parlando della Cop28 che, già che fosse organizzata a Dubai negli Emirati arabi uniti nazione in cui il petrolio risulta la principale fonte economica ed è il componente essenziale del Pil, incuriosiva parecchio, dove Greenpeace, all’indomani della chiusura dei lavori, dichiarava: «L’era dei combustibili fossili è al capolinea, ma questo non è l’accordo storico di cui avevamo bisogno» e ancora il Wwf, sempre in argomento, confermava come i Paesi sì concordano di transitare fuori dai combustibili fossili, ma non si chiede ancora la completa eliminazione di carbone, petrolio e gas aprendo ad un testo che vede al suo interno trappole e false soluzioni dettate dagli interessi fossili.

Ma il 2023 è stato anche un anno di impegno con l’accordo globale sulla protezione e sull’uso sostenibile delle risorse e della biodiversità in alto mare, con la Nature restoration law ossia la legge per ripristinare la natura in Europa, con l’entrata in vigore della European union deforestation regulation (Eudr); una normativa per eliminare la deforestazione dalle catene di approvvigionamento dell’Ue, argomento trattato in un’intervista fatta a Martina Borghi, Responsabile Campagna foreste di Greenpeace Italia e pubblicata nel trimestrale di «Villaggio Globale» dedicato all’argomento legno «Per fare un tavolo».

Alcuni spunti di riflessione che aprono a tanti argomenti sui quali bisogna lavorare e investire in termini di consapevolezza, informazione, scelte a tutti i livelli. Perché se è vero che molti di noi si sentono distanti dalle scelte fatte nei palazzi di potere è anche vero che tutti noi dobbiamo fare la nostra parte nei vari ambiti del nostro vivere impegnandoci con le singole peculiari conoscenze, sensibilità, passione a farci carico del presente ma soprattutto del futuro di questa Terra. E a noi di continuare a fare informazione.

 

Elsa Sciancalepore