Xylella, ed ora basta con le eradicazioni

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ulivo xylella
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La scienza ha dimostrato l’inutilità degli interventi

Intervista a Marco Scortichini

֎Gli studi gettano nuova luce sulle cause del disseccamento degli ulivi. È plausibile pensare che un complesso di fattori che interagiscono tra di loro siano alla base della malattia. Tali fattori sono di natura biotica (batteri, funghi) e abiotica (stress termici, fertilità del suolo, tecniche agronomiche). Ne consegue che anche la gestione agronomica degli oliveti vada rivista e aggiornata sulla base di queste nuove situazioni֎

È stato pubblicato recentemente uno studio che ha preso in esame i dati dei monitoraggi effettuati dalla Regione Puglia nel corso degli ultimi 10 anni per individuare la presenza di Xylella fastidiosa nelle zone di contenimento e cuscinetto.

La ricerca scientifica, firmata dal batteriologo del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea), dottor Marco Scortichini,  e dalla geografa dell’Università di Foggia, prof.ssa Margherita Ciervo è stata pubblicata su «Journal of Phytopatology». Ne abbiamo dato notizia qualche giorno fa.

Ritorniamo sull’argomento, di estrema importanza per il suo determinante apporto alla vicenda che sta devastando le campagne pugliesi e principalmente quelle salentine.

Sono emersi alcuni fatti molto importanti che mettono in evidenza come, specialmente negli ultimi tre anni, la presenza di Xylella fastidiosa nelle zone «contenimento» e «cuscinetto» è molto bassa. Nel corso dei monitoraggi e delle successive analisi di laboratorio, infatti, è stato possibile accertare una presenza del batterio ben al disotto dell’1% sul totale (da 0,06% a 0,70%) sulle moltissime migliaia di campionamenti effettuati. Tale riscontro testimonia come Xylella sia presente in forma del tutto sporadica in quei territori (sud barese).

Cerchiamo di comprendere di più, soprattutto per le conseguenze di questi studi sull’azione politica della Regione, con l’aiuto del dottor Marco Scortichini.

 

Dottor Scortichini, cosa ci dicono questi dati in relazione alle attuali norme di eradicazione?

Il dato della bassissima presenza del batterio va sommato e considerato insieme a quello evidenziato da alcuni studi sulle modalità di diffusione nel territorio pugliese di Xylella che mettono in chiara evidenza come le piante asintomatiche rivestono un ruolo del tutto trascurabile nella trasmissione del batterio ad altri alberi di olivo. Ne consegue che la regola dei «50 metri» che prevede l’abbattimento di tutte le piante-ospiti di Xylella per un raggio di 50 metri a partire dall’albero dichiarato infetto non ha molta ragione di sussistere in funzione della riduzione della presenza del patogeno nell’area. Vengono sacrificati migliaia di olivi asintomatici, molto spesso secolari e monumentali, senza alcun beneficio sostanziale. Si ricorda che, ad esempio, nel corso della campagna 2022-2023, a fronte di 218 alberi di olivo dichiarati infetti nella zona «cuscinetto» ne sono stati abbattuti ulteriori 4.389. Per questi motivi nell’articolo chiediamo che la regola dei «50 metri» venga eliminata in quanto sta fortemente compromettendo l’economia e il paesaggio olivicolo pugliese per molti aspetti unico al mondo.

Cosa altro è stato messo in evidenza dai dati del monitoraggio?

Un altro aspetto molto importante in relazione al deperimento dell’olivo riguarda l’assenza di correlazione tra olivi sintomatici, che mostrano, cioè, rami e/o branche disseccate, ed effettiva presenza di Xylella fastidiosa al loro interno. Ad esempio, nei monitoraggi del 2022 la presenza del batterio, a seguito delle analisi di laboratorio, è stata verificata solo nel 3,21% sulle molte migliaia di piante esaminate. Ci si deve, conseguentemente, chiedere, cosa provoca i disseccamenti nel restante 96,79% degli olivi. Va fatto notare che in tutti gli anni dei monitoraggi successivi ai primi effettuati nelle aree dei focolai iniziali della malattia, la percentuale di olivi sintomatologici risultati positivi per la presenza di Xylella fastidiosa non ha mai superato il 23% sul totale dei casi esaminati.

Cosa si può dire a riguardo?

Con i colleghi micologi di Roma si è verificato il ruolo fondamentale che rivestono alcuni funghi del genere Neofusicoccum nel causare disseccamenti negli oliveti salentini. Tali funghi, rinvenuti in tutto il territorio salentino, quando inoculati su piante di olivo, sono in grado di provocare disseccamenti completi di branchette nel breve volgere di pochissime settimane. Al contrario, Xylella, quando inoculata in piante di olivo, sembra impiegare molti mesi per dare luogo ad iniziali disseccamenti di rami. Sono funghi che si trasmettono molto facilmente attraverso la potatura. Ne consegue che va posta molta attenzione alla disinfezione degli attrezzi di potatura quando si passa da un albero all’altro. Forbici infette possono trasmettere il fungo che dopo pochi anni è in grado di provocare estesi e rapidi disseccamenti alla chioma dell’olivo.

Ci sono altri aspetti da considerare per quanto riguarda il deperimento dell’olivo?

Sta emergendo come le alte temperature estive, in concomitanza di periodi siccitosi, che oramai caratterizzano tutto l’ambiente mediterraneo, svolgono un ruolo molto importante anche nell’innescare la virulenza di alcuni microrganismi altrimenti innocui per l’olivo. Inoltre, anche i forti temporali che insistono su di una superficie ridotta (bombe d’acqua), innescando situazioni di mancanza di ossigeno nel suolo con conseguente danno alle radici, rappresentano un fattore di stress molto forte per l’albero. È chiaro che tutto il quadro della «sindrome del disseccamento rapido» dell’olivo debba essere profondamente riconsiderato. Come per altre malattie delle specie legnose, è plausibile che un complesso di fattori che interagiscono tra di loro siano alla base della nota malattia. Tali fattori sono di natura biotica (batteri, funghi) e abiotica (stress termici, fertilità del suolo, tecniche agronomiche). Ne consegue che anche la gestione agronomica degli oliveti vada rivista e aggiornata sulla base di queste nuove situazioni.

 

I. L.