Inquinamento, due aziende nei guai nel Napoletano

    864
    Tribunale torre annunziata noe
    Il Tribunale di Torre Annunziata
    Tempo di lettura: 3 minuti

    ֎Entrambe operanti nel settore conserviero avrebbero svolto attività in violazione della normativa ambientale in materia di scarico dei reflui nei corsi d’acqua e di gestione dei rifiuti֎

    Oggi, i Carabinieri del Comando Gruppo per la Tutela Ambientale di Napoli, in esecuzione di n. 2 decreti di sequestro preventivo emessi dall’Ufficio GIP del Tribunale di Torre Annunziata, su conforme richiesta della Procura della Repubblica di Torre Annunziata, hanno proceduto al sequestro di 2 aziende, ubicate nei Comuni di Sant’Antonio Abate (NA) e Striano (NA), i cui legali rappresentanti sono ritenuti responsabili dei reati di cui agli artt. 137 (scarico abusivo di reflui industriali), 29 quattuordecies (violazione delle prescrizioni dell’Autorizzazione Integrata Ambientale) e 256 (gestione rifiuti non autorizzata) del Testo Unico Ambientale (D.Lgs. 152/2006), dell’art. 452 septies c.p. (impedimento al controllo) nonché del reato di cui all’art. 44 co. 1 DPR 380/2001 (edificazione abusiva).

    In particolare, le indagini, espletate dai Carabinieri del Noe di Napoli, che si sono avvalsi della essenziale collaborazione tecnica dell’Arpac, e coordinate dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata, hanno permesso di accertare che le attività delle ditte «Agriconserve Rega S.c.a.» di Striano (NA) e «Bioverde s.r.l.» di Sant’Antonio Abbate (NA), operanti entrambe nel settore della produzione/lavorazione e commercializzazione delle conserve alimentari, si sarebbero svolte in violazione della normativa ambientale in materia di scarico dei reflui nei corsi d’acqua e di gestione dei rifiuti.

    Nello specifico i militari del Noe di Napoli, nel corso di reiterati controlli, hanno accertato:

    – il deposito incontrollato e l’abbandono di rifiuti speciali, anche pericolosi su aree non pavimentate, le cui acque di dilavamento venivano sversate direttamente in un canale di bonifica, tributario del fiume Sarno, senza nessun preventivo processo di depurazione;

    – l’esistenza di modifiche sostanziali (realizzazione di bypass per evitare i costosi processi di depurazione) finalizzate ad ostacolare i controlli in merito ai reflui industriali prodotti e alle effettive modalità di smaltimento degli stessi;

    – il superamento dei parametri limite previsti dalla normativa per gli scarichi nei corsi d’acqua, con particolare riferimento Cod (richiesta di ossigeno necessaria a bio – degradare gli agenti inquinanti), ai residui solidi sospesi e all’escherichia coli (residui fecali), alluminio e ferro, chiari segnali di un processo depurativo inidoneo e/o assente.

    Le indagini hanno consentito, inoltre, di accertare, con riferimento alla società Agriconserve Rega, già sottoposta a sequestro preventivo per fatti del tutto analoghi nemmeno un anno addietro, la realizzazione di un capannone industriale per lo stoccaggio delle materie prime in assenza delle previste autorizzazioni edilizie.

    I provvedimenti cautelari reali odierni, resisi necessari al fine di evitare la compromissione ulteriore dell’ambiente circostante e del fiume Sarno, si inseriscono in una più ampia e articolata attività investigativa condotta in modo capillare dai Carabinieri del Gruppo di Napoli del Comando Tutela Ambientale e Sicurezza Energetica, avvalendosi della collaborazione tecnica dell’Arpac, e tutt’ora in corso di svolgimento, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Torre Annunziata, finalizzata ad accertare e a rimuovere le cause dell’inquinamento del fiume Sarno e dei suoi tributari, avente ad oggetto le aziende ubicate nel territorio del bacino idrografico del corso d’acqua, al fine di individuare gli scarichi abusivi dei reflui industriali recapitanti direttamente e indirettamente nel fiume Sarno ed interrompere le attività illecite che influiscono sullo stato di salute del corso d’acqua, senza, peraltro, trascurare il rilevante impatto negativo provocato dagli scarichi fecali di alcuni Comuni, tuttora privi di rete fognaria e/o non ancora collettati ai depuratori esistenti.

    La suddetta attività investigativa ha condotto sinora, per la sola Procura di Torre Annunziata, all’effettuazione di 300 controlli (dei quali 160 con esito di non conformità), all’adozione di 48 provvedimenti di sequestro, totale o parziale, di aziende o impianti produttivi, alla irrogazione di 29 sanzioni amministrative, alla denuncia in stato di libertà di 174 persone e all’arresto di 2 persone per una pluralità di reati in materia ambientale, tra cui anche quello di inquinamento ambientale, a fronte di un totale complessivo, riferito all’intero bacino idrografico del Sarno, comprensivo anche delle attività coordinate dalla Procure della Repubblica di Avellino e Nocera Inferiore, di 543 controlli (284 dei quali con esito non conforme), 94 provvedimenti di sequestro, totale o parziale, di aziende o impianti produttivi, 84 sanzioni amministrative irrogate, 316 persone denunciate in stato di libertà e 7 persone arrestate per una pluralità di reati in materia ambientale.

     

    (Fonte Comando Generale Carabinieri)