Europee, Lega riflette su Vannacci. Gelo Zaia dopo uscita Salvini

150
Tempo di lettura: 2 minuti

(Adnkronos) –
In Lega tiene banco la questione delle candidature alle prossime europee: da una parte l'annuncio atteso del generale Vannacci in lista, dall'altro il pressing di Matteo Salvini sui suoi governatori, con l'invito a candidarsi in Europa, che resta attuale. Anzi: nelle ultime ore, preso atto del no al terzo mandato per i governatori, il leader leghista ha fatto sapere che Luca Zaia potrebbe a questo punto traslocare a Bruxelles: "Visto che nei prossimi anni molti degli snodi fondamentali passano dal'Europa, diciamo che un difensore del Veneto in terra d'Europa ai veneti potrebbe essere utile", ha detto il vicepremier e segretario della Lega nel corso di una diretta televisiva.  Sul primo punto, la vicenda Vannacci, non pare però che la linea Salvini sia del tutto condivisa in Lega, come testimonia il video ormai virale sulle chat dei leghisti e non solo, con le parole di Gian Marco Centinaio ("da militante preferisco votare chi è in Lega da tempo, chi lavora sui territori", ha detto il vicepresidente del Senato). Oggi anche un vecchio leghista come Giuseppe Leoni che intervistato dal Repubblica, ha detto: "I militari mi sono sempre stati sulle balle, soprattutto quelli del manganello" e poi "questo Vannacci ne dice ogni giorno di tutti i colori". 
Non mette tutti d'accordo neanche l'idea lanciata da Salvini su Zaia, perché come fanno osservare fonti parlamentari europee, non sembra quella una strada realmente praticabile, al di là del significato politico che sta dietro alle parole del leader leghista, che apre a uno scontro con il governatore veneto. "Se restiamo con l'estrema destra in Europa, mi pare difficile poter avere una delle caselle da commissario, magari quello all'agricoltura", spiegano da Strasburgo fonti vicine al Carroccio, non comprendendo la strategia del capo della Lega.  Anche in Veneto l'idea di Salvini non sembra allettare nessuno. Non pare infatti che Zaia sia stato né informato prima dell'uscita del segretario federale, né tanto meno, che si sia convinto a lasciare la sua regione, dove il consenso personale sfiora l'80% delle preferenze. Fonti vicine al governatore veneto assicurano poi che non è passata inosservata la reazione stizzita del Doge. Zaia, sottolineano dal territorio "le cose che pensa di fare le fa, non si fa certo bloccare un emendamento come è successo a Salvini sia in Commissione che in Aula del Senato, ad esempio sul terzo mandato…". Salvini intanto riunirà gli alleati della destra europea a Roma, sabato 23. Evento dove a differenza della analoga kermesse di Firenze, lo scorso 3 dicembre, non saranno presenti i governatori, a partire proprio dallo stesso Zaia. —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)